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Il problema è noto. La manodopera per la ristorazione (e non solo) è pressoché introvabile: camerieri, cuochi e baristi sono diventati dei fantasma. Un problema ancor più grande se si pensa che la stagione estiva è alle porte e il settore della ristorazione è già in affanno. A nulla erano valse le quote del decreto flussi 2023-2025, che già aveva raddoppiato i posti disponibili per gli extracomunitari, passando da 80.000 a 140.000.

A raccogliere il grido di dolore lanciato, last but not least, anche da Fipe Confcommercio, voce di oltre 335.000 imprese del settore dei pubblici esercizi, il ministero del Turismo. Per arginare il problema della manodopera che non c’è, la titolare del dicastero, Daniela Santanchè, si è finalmente messa in ascolto. Non solo.

Quote di riserva aperte: la manna dal cielo arriva sotto forma di “quote di riserva”, finora riservate solo ad autotrasporto, agricoltura e turismo-alberghiero. Ebbene, ora anche ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie, discoteche, catering, sale giochi e biliardi potranno finalmente attingere a questa preziosa risorsa.

Fipe stima che tra febbraio e aprile il fabbisogno di personale nella ristorazione toccherà i 172.440 addetti, il 70% del totale per l’intero settore turistico. Camerieri (65.000 profili ricercati), cuochi (41.720) e baristi (23.900) sono le figure più richieste.

Un’azienda su due è in difficoltà: il 49,2% delle imprese lamenta già la carenza di personale. L’ampliamento del decreto flussi potrebbe essere la risposta a questo problema dilagante?

Nel breve forse sì ma secondo Fipe serve un piano strutturale per il reclutamento di personale, anche extracomunitario, che vada oltre l’emergenza. La speranza è che questa apertura sia solo il primo passo verso una soluzione definitiva.

Ma c’è un’altra incognita: la stagionalità del lavoro. Basteranno queste nuove quote a coprire il picco di richieste durante l’estate? Oppure si rischia di lasciare a bocca asciutta molte aziende?

Il problema della manodopera è solo una delle sfide che il settore deve affrontare. Tra innovazione tecnologica e nuove esigenze dei clienti, la ristorazione italiana è chiamata a reinventarsi. Lo sbarco di nuovi lavoratori stranieri potrebbe essere un’occasione per ripensare il modello lavorativo e dare nuova linfa a un comparto strategico per l’economia del nostro Paese.

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