Chiude il ristorante/bistrot – fino al febbraio scorso – di Carlo Cracco all’interno dell’Hotel Excel Navigli di Milano. A voler contare, sarebbe il quarto indizio di una congettura che prende giorno dopo giorno più consistenza: quella che vuole la ristorazione di alto livello e/o stellata in crisi all’interno delle strutture alberghiere
Un passo indietro…
Pochi giorni fa avevamo commentato il divorzio tra chef Alberto Quadrio (esatto: quello della pasta in bianco a 26 euro) e il Portrait dei Ferragamo a Milano come ennesimo tassello di un trend che sembrava prendere piede: il disimpegno dei grandi gruppi alberghieri da una proposta fine dining preferendo al suo posto la formula casual dining, e/o, più in generale, le difficoltà che anche dei cuochi stellati incontrano negli hotel. Tra gli esempi a sostegno della tesi, l’abbandono improvviso di Quadrio al bistrot 10_11 Bar Giardino Ristorante, dove lo chef piemontese si era accasato dopo la clamorosa uscita dalle Cucine Nervi di Gattinara anticipando, al momento della presentazione della sua nuova collaborazione con Lungarno Group sotto la Madonnina, nel dicembre 2022, che presto avrebbe guidato anche la declinazione di alta ristorazione del complesso dell’ospitalità e del food realizzato dalla casa di moda fiorentina in corso Venezia. Che ora invece, prendendo atto della fine del sodalizio, conferma e/o annuncia di volersi concentrare su un “format rilassato di casual dining che vede la cucina italiana più semplice, buona ed autentica protagonista della sua offerta gastronomica”, una proposta, prosegue la nota dell’azienda, “che è stato accolta con grande entusiasmo dalla città di Milano e dai suoi visitatori che ogni giorno ci cercano e apprezzano la nostra cucina”.
Un, due e tre…
Si trattava, come abbiamo scritto, non del primo episodio che vede i colossi dell’hotellerie preferire questo tipo di soluzione più easy, arrivando dopo la nomina ad executive chef del The Hoxton a Roma di Sarah Cicolini, proveniente dalla trattoria Santo Palato e dopo l’implementazione della proposta “democratica” dello stellato Niko Romito al Bulgari Hotel, sempre nell’Urbe, che prevede un menu con piatti da 8 a 28 euro, tra cui supplì, bruschette, toast, insalate e focacce. Senza tralasciare Andrea Ribaldone, che ha portato nel mondo alberghiero, in primis nelle strutture del gruppo Aries – l’Hotel Villa Pamphili Roma, il Living Place Hotel Bologna, il Ripamonti Residence & Hotel Milano e il 4 stelle Quark Hotel da poco riaperto nel capoluogo lombardo – “una cucina di grande semplicità, coerente con il prodotto locale, di ispirazione famigliare ma non banale”, che si esprime nel menu del ristorante causal dining Morbido aperto all’interno della immensa struttura meneghina di Colliers Global Investors, oggi votata al leisure oltre che alla convegnistica.
…e il quattro vien da sé
Adesso questo elenco si allunga dunque con la chiusura del ristorante/bistrot lanciato da Carlo Cracco a Milano solo due anni fa in partnership con l’imprenditore Dino Scaggiante, in fase di forte recovery post Covid, in una location prestigiosa come lo storico tempio del jazz milanese Ca’ Granda, ampi spazi circondati da 2.000 mq di giardini. Cosa c’entra questa chiusura con la tesi/ipotesi di questo articolo? Ma semplice, il fatto che il locale è ospitato all’interno dell’Hotel Excel Navigli di Milano. A onor del vero, l’offerta era appunto già da bistrot in primis, e, in più, il cuoco vicentino non è coinvolto direttamente in questa… involuzione: da febbraio Cracco non faceva più parte del progetto, nell’ambito del quale la cucina era già affidata a Luca Pedata.
Quali le ragioni del naufragio di un progetto che sembrava destinato al successo, forte del nome di Cracco e del sostegno dell’imprenditore veneto, che per giunta partiva dall’esperienza dell’albergo omonimo a Milano 3? Difficile individuarne una soltanto. Più probabilmente, una serie di concause, tra cui, non da ultime, alcune recensioni negative: non tanto sull’offerta f&b (ad eccezione per la colazione, giudicata da alcuni clienti troppo cara), ma sulla struttura a 4 stelle nel suo complesso. Non sono mancati poi problemi con i vicini, contrariati dal disturbo a loro detta provocato dal dehors spostato verso le abitazioni dopo la ristrutturazione della struttura. Risultato: incassi non in linea con le attese, specie alla voce ristorazione.
…e un passo avanti
C’è da dire, a conclusione di questa elencazione crescente di casi di scuola a sostegno della tesi iniziale, che, come molti lettori sapranno, il progetto capitolino in cui Cracco è assorbito attualmente, che segnerà il suo debutto nella Città Eterna, imbocca di nuovo una strada che pareva non avergli arriso: quella di una partnership con il mondo dell’hotellerie: il ristorante in apertura entro la fine dell’anno sorgerà infatti all’interno dell’Hotel Corinthia. Che sia la classica eccezione che conferma la – apparente nuova – regola?