A prova di Covid. A un anno dallo scoppio della pandemia il settore agroalimentare made in Italy va oltre le attese: nel 2020 il comparto vale 522 miliardi di euro, il 15% del Pil italiano. Si tratta di un settore strategico per il sistema Paese, con un giro d’affari che coinvolge 740.000 aziende agricole, oltre 330.000 realtà nella ristorazione, ben 230.000 punti vendita al dettaglio, 70.000 industrie alimentari e 4 milioni di lavoratori. Ecco quanto è emerso dalla X edizione del seminario “Food, Wine & Co”, l’evento che dal 2012 valorizza l’eccellenza delle realtà italiane nel settore agroalimentare ed eno-gastronomico.
Digitale e salutare
Il lockdown ha accelerato fenomeni quali la digitalizzazione del food&beverage e fatto crescere in maniera esponenziale il food delivery, per un giro d’affari nel 2020 di 706 milioni di euro pari a una crescita del 19% sul 2019. Il secondo grande trend dell’alimentare italiano, analizzato in occasione del seminario “Food, Wine & Co. Food Sustainability”, è incentrato sulla dimensione del cibo in rapporto ad uno stile di vita sano, ispirato al benessere e alla salute. Non a caso, il 54% dei consumatori ha optato per un’alimentazione più sana nel 2020 rispetto a 10 anni fa, prediligendo cibi biologici e dando maggior attenzione al cibo come fattore fondamentale di wellness, salute e prevenzione. Il cibo del futuro, invece, è plant-based: si stima che il consumo di prodotti a base vegetale crescerà del 20% entro il 2024.