Il 16 giugno ha aperto a Milano il ristorante LUME. Inserito in un contesto di archeologia industriale, si trova all’interno della ex fabbrica Richard Ginori, in Via Giacomo Watt 37, zona Naviglio Grande. Il ristorante è parte di W37, una realtà polifunzionale che comprende abitazioni, uffici e spazi per eventi. L’intero complesso è gestito da MB America che con una visione olistica ha ideato e realizzato il progetto nel suo insieme: dal recupero e dalla riqualificazione dell’immobile alla definizione del piano industriale, operativo e di sviluppo, alla creazione del brand. LUME nasce dalla volontà di Emanuela Verlicchi Marazzi, imprenditrice e Presidente della Fondazione Filippo Marazzi che da sempre investe in iniziative a sostegno di giovani talenti. Lo Chef di LUME è lo stellato Luigi Taglienti, che in seguito a una serie di importanti esperienze a livello italiano e internazionale, è oggi a capo del ristorante. “Riparto da me – afferma lo Chef Taglienti – : la mia cucina avrà una solida base ancorata alla tecnica, all’esperienza e alla mia storia professionale. Una cucina chiaramente leggibile, che possa parlare anche a una clientela straniera abituata ad alti standard di ristorazione, ma che al tempo stesso ricerchi la grammatica e gli archetipi della cucina italiana”. I menù sono tre: uno alla carta che varia a ogni stagione e due degustazione. Di questi, uno più tradizionale, di influenza milanese, l’altro più sperimentale. Coerente con una scelta di continuità rispetto al lavoro precedente, il menù contiene oltre a numerosi piatti inediti anche alcuni “classici” signature dish dello Chef. L’ispirazione del rivestimento nasce dai motivi dei ricami, mi piaceva l’idea di riportare un dettaglio legato alla memoria e attualizzarlo. È in generale l’ottica che sottende il progetto di W37: “lavorare mantenendo un equilibrio tra patrimonio storico e contemporaneità”, commenta Monica Melotti, Chief Design Officer di MB America, che ha di recente seguito l’intero progetto di ristrutturazione dell’ultima residenza di Al Capone, 93 Palm a Miami. Il ristorante, che conta 40 coperti, si sviluppa su due sale, di cui un’area può essere riservata come spazio privato per circa 12 ospiti. La luce ha un ruolo primario, grazie alle ampie vetrate che si affacciano sul giardino interno e alle tonalità bianche e calde che dominano gli spazi. Da qui anche il nome, LUME, una parola senza tempo che evoca un’atmosfera intima e un ambiente accogliente.
© Artù