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3 corone 3 cervelliIl luogo, molto bello, immerso nella campagna brianzola intorno a Montorfano (a una manciata di chilometri da Como), evoca paesaggi nordici. Potremmo essere nella brughiera gallese, o nelle campagne del Baden Wurttemberg, o fra le dolci colline di Borgogna. Invece siamo a mezz’ora da Milano e da Lugano, ma anche vicinissimi al lago di Como, con le sue ville e l’offerta di ristorazione (almeno secondo le guide gastronomiche) decisamente scarsina, fatte le solite eccezioni. E per il Grillo eccezion va fatta, diamine. Una coppia di professionisti, innamorati della professione, guida questo ristorante da oltre trent’anni, con grinta, determinazione ma anche sapienza e stile. Patrizia e Antonio Sironi (sala e cucina, con la presenza del figlio Alessandro, di ritorno dagli States, dove faceva il manager alberghiero a Miami) sanno bene come si fa questo mestiere: a cominciare dalla scelta delle materie prime, per arrivare fino a marketing e promozione, la cristo grillooppia – brianzolo lui, piemontese lei – guida l’impresa con notevole savoir faire. Il menù segue estro e stagioni ed è riccamente costellato di piatti dall’impronta decisa, che si affiancano però a preparazioni più raffinate e “gentili”. Il tutto è connotato da notevole equilibrio, con ingredienti, cotture, sapori destinati a farsi capire dal cliente che, sempre meno, desidera fare fatica quando si siede a tavola. Gusto, soddisfazione, appagamento, leggerezza ma anche sapori, curiosità ma anche semplicità: questi i valori che muovono il cliente della ristorazione, nella stragrande maggioranza. E, quanto a ragionevolezza, le proposte del Grillo grillogrillogrillosono in assoluta linea con le “nuove” aspettative, di esperienza gustativa in ambiente raffinata e di salvaguardia del portafoglio in una corretta logica “prezzo-valore”. Forte di una proposta per il pranzo di mezzogiorno, a prezzi concorrenziali (“piatti dall’orto, dalla terra, dal muilino”, prezzi sotto i venti euro”!), frutto di una riduzione assoluta dei margini oltre che di attenta selezione qualitativa dei prodotti, il Grillo ha un menù decisamente interessante. In carta leggiamo: sformato erbette e carciofi con fondente al parmigiano, agnolotti burro e salvia (da non perdere, replica fedelissima dei migliori di Langa, brava Patrizia che ha portato i sapori della sua terra in questa Brianza così algida), maltagliati al ragù di anatra, risotto carciofi e Silter (il formaggio della Val Camonica, espressione dell’attività casearia di malgari doc), i tagliolini ai missoltitt (gli agoni messi ad essiccare a Bellagio, Lezzeno o Gravedona, sul lago di Como), il ganascino (in carta è scritto “ganassino”, come sostiene Sironi) al nebbiolo, ccantina grilloon purea di cipolle di Tropea e polenta, petto d’anatra al fondente Valrhona profumato al coriandolo e cumino. E, ancora i gran bolliti misti o la cassoeula, proposti all’interno di “serate speciali” monotematiche. Il 20 febbraio scorso si è tenuta la cena dedicata ai formaggi, autentica passione dello chef patron, che ha sfoggiato sul carrello autentiche chicche italiane, capaci di “umiliare” i più grandi maitre fromagier d’Oltralpe: la beola della Valsesia, la toma di pecora di razza frambosana alle erbe, il basajo (uno straordinario blu di pecora, erborinato con latte ovviamente di pecora, affinato con le vinacce di passito di Pantelleria) molte altre “chicche”. E giovedì 6 marzo, Antonio ha dedicato ai grandi salumi di Valtellina e di Valchiavenna (mitica la “brisaola”, con la “i”) un’altra serata di cultura di ingredienti, affinatori, selezionatori. Pionieri del gusto, insomma. Al Grillo si vive un’esperienza gourmet fuori dagli schemi, senza l’impronta di certa ristorazione stellata, che punta a stupire in nome del lusso o dell’ostentazione (pur motivata) ma con la sicurezza di godere di materie prime al meglio delle possibilità, di un’ospitalità di categoria superiore, di una atmosfera rilassante e non impositiva. E di una umanità di altri tempi. A questa “libertà nella scelta” concorre la presenza di una cantina sontuosa, da visitare come un museo ma senza alcuna soggezione, ricca di etichette famose e meno conosciute, memorabili e perfette per gli abbinamenti ai piatti. Una raccomandazione: prima di scegliere, ascoltate Antonio, che la sa lunga in materia. Per la cronaca, Patrizia è patron di un piccolo locale nelle vicinanze, il Creme, nella dependance di Villa Barbavara: una sorta di fascinosa caffetteria o lounge moderna con offerta di tè, pasticceria dolce e salata, ma anche bottega di specialità gourmet, destinate a palati fini e appassionati di buona enocucina. Da gustare fra travi a vista e relax totale. www.ristorantegrillo.it

Via Chigollo 6 22070 Capiago Intimiamo (Co)

tel. 031 460185 www.ristorantegrillo.it

© Artù

 

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