#ragionevolezzacontroilvirus
l’intervista a Mattia Cottini, Responsabile Commerciale di Monte Zovo
Hai pensato a fare qualche attività di formazione in questo periodo con i tuoi dipendenti? Hai dovuto prendere delle misure in tal senso?
Fin dall’inizio della crisi abbiamo attivato il nostro Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) aziendale per fornire informazione e formazione continua ai nostri dipendenti. Contestualmente abbiamo anche attivato un sistema di aggiornamento sull’evoluzione della crisi e innalzato tutti gli strumenti e comportamenti di protezione per la loro massima sicurezza. Diciamo che la formazione in questo periodo viene fatta in maniera sistematica.
Hai pensato di istituire un servizio di e-commerce aggiuntivo o di potenziarlo per l’azienda vinicola?
Abbiamo pensato di velocizzare il processo di messa online del nostro e-commerce. Era un progetto che si sarebbe dovuto finalizzare nel secondo semestre, ma vista la situazione attuale, entro la prossima settimana andrà online al fine di garantire la continuità di servizio alla nostra clientela
Come vi siete organizzati per dare continuità all’attività?
Per garantire la continuità, che nonostante gli sforzi si precisa essere in ogni caso a “regime ridotto”, abbiamo organizzato i reparti di campagna, produzione e logistica per turni di lavoro, in modo che il personale non si incroci o comunque lo faccia il meno possibile. Mediamente il personale dei suddetti reparti contemporaneamente presente in azienda è ridotto alla metà. In produzione abbiamo istruito il personale perché mantenga le opportune distanze di sicurezza, anzi per sicurezza le stesse sono state aumentate ed il personale non sta a meno di 3 metri l’uno dall’altro. Tutti i suddetti dipendenti, come dicevo, sono stati dotati degli opportuni strumenti di protezione individuale per operare con il massimo grado di sicurezza (mascherine, anche cucite a mano dalla Sign.ra Cottini laddove ci sia stata carenza, guanti, tute protettive, occhiali, ecc..). Il personale impiegatizio è invece organizzato per il lavoro da casa all’80%.
Cosa vorresti dire all’estero sull’ospitalità italiana?
Mi piacerebbe potergli dire che quando tutto sarà finito torneremo più forti di prima. Per gli operatori del comparto vinicolo che come noi aprono le cantine agli enoturisti, l’attuale momento storico dovrebbe essere preso come uno momento di riflessione e di miglioramento del sistema generale dell’ospitalità in cantina. Fino ad oggi tutti noi abbiamo ragionato in autonomia, andando ognuno per la sua strada. Questa crisi più che mai ci ha fatto capire, secondo me, che siamo un Paese unico ed unito. Se solo capissimo la potenzialità di fare sistema avremmo ben pochi concorrenti.
Che messaggio vuoi inviare al mondo, considerata anche l’importanza che la clientela internazionale ha sempre avuto per voi?
Vorrei lanciare un messaggio di speranza, per mantenere alto il morale. Solo mantenendo alto il morale e non facendosi abbattere, riusciremo ad andare avanti in questo momento così difficile. Vorrei invitarli a continuare a bere italiano, a casa con la propria famiglia, riscoprendo il valore della condivisione dei piccoli-grandi gesti quotidiani e dei piaceri della vita. Il vino in questo senso ha poi il potere assoluto di unire ed alleviare ogni dolore.
Come pensi andrà il settore del turismo, della ristorazione e del vino e quali sono le azioni che il governo dovrebbe fare per aiutare il comparto?
Purtroppo penso che il contraccolpo sarà forte, soprattutto per la tensione finanziaria che si verrà a creare se non saremo in grado di trovare strumenti di supporto idonei a garantire il funzionamento delle attività nella prima fase di riapertura. Anche nella migliore delle ipotesi infatti, a mio avviso, la progressiva ripresa, per chi lavora con clientela locale, richiederà almeno 30 giorni (sperando in una sorta di euforia post isolamento sociale), mentre la ripresa del turismo sarà sicuramente più lunga e con tutta probabilità, almeno per quanto riguarda il Lago di Garda, se ne riparlerà il prossimo anno. Quindi le azioni e gli strumenti che il governo dovrebbe garantire sono, secondo me: nell’immediato il poderoso supporto alle imprese dal punto di vista finanziario, per garantire la dovuta liquidità utile a far fronte alle spese sostenute durante la chiusura e che dovranno sostenere nel corso della ripresa. Più a lungo termine invece, spero che il governo stia riflettendo sul fare ciò che dovrebbe aver fatto fino ad ora e che non ha fatto, supportare la domanda sia interna che esterna. Riferendosi ai tre settori indicati ovviamente le politiche dovrebbero essere declinate per ogni categoria.