Un anno dopo il conseguimento della seconda stella Michelin, Rocco De Santis, executive chef del Ristorante Santa Elisabetta del Brunelleschi Hotel, si conferma nel Gotha della cucina mantenendo i due macaron anche nel 2022. Un riconoscimento che arriva in un momento delicato in cui più che mai sono da premiare la visione del cuoco, il lavoro di squadra e la dedizione costante e ottimista, che sono di casa al primo piano della torre bizantina della Pagliazza e in tutto l’albergo fiorentino.
La raffinata sintesi tosco-campana della cucina di chef De Santis è valorizzata da una location unica al mondo, dall’atmosfera intima ed esclusiva della sala, da un servizio colto e attento, tutti elementi che contribuiscono a creare un’esperienza multisensoriale.
La motivazione e i ringraziamenti
“La torre della Pagliazza, probabilmente di origini bizantine, ebbe tante destinazioni; nel dodicesimo secolo fu anche carcere femminile, ma oggi custodisce uno dei più interessanti ristoranti gourmet della città. Nella cucina c’è qualche richiamo alla regione d’origine, ma è nell’esplosione dei sapori, nella fantasia e nella concretezza di piatti pur creativi che Rocco De Santis esprime le caratteristiche di una delle migliori tradizioni gastronomiche italiane, quella campana. Il servizio si svolge ad ottimi livelli e – considerato che i tavoli a disposizione sono pochi – si consiglia vivamente di prenotare!”: questo il giudizio che ha accompagnato la conferma delle due stelle nella Guida Michelin Italia 2022.
“La mia cucina è una concentrazione di idee, tecniche e concetti appresi attraverso le mie esperienze in ristoranti di prestigio con importanti chef ed è immancabilmente contaminata dagli usi e dalle tradizioni della mia terra d’origine con cui ho un forte legame. La Campania mi ispira con emozione e facilità: il mare, la montagna, i luoghi e le persone si uniscono come ingredienti di una ricetta che vive nei miei piatti. I miei maestri mi hanno trasmesso il grande rispetto per la conoscenza, che metto alla base della creazione e della rielaborazione dei miei piatti di tradizione volti all’innovazione…”: questo il commento di Rocco De Santis, un leader che crede nella sua visione e nel suo staff, e ha avuto la capacità di trasmettere le sue idee e il suo entusiasmo ai collaboratori, alimentando un dialogo e un orgoglio di gruppo che ha dato grandi risultati. De Santis non dimentica nessuno nei suoi ringraziamenti: la sua famiglia, la proprietà, la Direzione, il restaurant manager Alessandro Fe, il sommelier Lorenzo Paoli e il sous chef Fabio Silla, unitamente a tutto il personale di cucina, di sala e dell’albergo, tutti protagonisti e partecipi del suo successo.
La Campania chiama, la Toscana risponde
La cucina di Rocco De Santis è una sintesi sull’asse Campania-Toscana: si parte inevitabilmente dalla regione di origine del cuoco, che scalda tutta la carta con i piatti del ricordo, i suoi simboli e ingredienti cardine. Esempio perfetto il piatto signature Cappelletti ricordo della Domenica: cappelletti di ricotta di bufala, intensità di ragù napoletano. Omaggi alla Toscana si trovano invece ne La Triglia in crosta di Pane allo Zafferano 2015, e ne Il Gambero rosso crudo, panzanella all’agro, caviale e zuppetta di olive di Nocellara, in cui zafferano e la panzanella sono interpretati impreziosendo piatti di mare. Nel Piccione Campania e Toscana si uniscono attraverso cavolo nero e mela annurca: Piccione (petto e coscia) ai carboni, Cavolo nero, mela Annurca, Pastinaca. Fra i dolci, il Babà in evoluzione racconta molto bene la visione dello Chef fra ricordo e leggerezza: Babà, mango, passion fruit, lime, sorbetto al lemongrass.
I menu degustazione dallo chef Rocco De Santis si chiamano “Tracce di innovazioni” (da 5 portate), “In-Contaminazioni” (da 7 portate), “Chef Experience” (da 9 portate), e portano nel centro di Firenze una sapiente sintesi tosco-campana che vede nel pesce e negli agrumi due fil rouge. A pranzo è possibile ordinare anche la “Carte Blanche” menu da 3 portate a scelta del cuoco campano.
Il ristorante (e l’hotel)
Situato in una sala intima con solo 7 tavoli al primo piano della torre bizantina facente parte dell’hotel Brunelleschi (parte degli Esercizi Storici Fiorentini, si affaccia su una accogliente piazzetta del centro storico fiorentino, a pochi passi dal Duomo, da Palazzo della Signoria e dalla Galleria degli Uffizi, e ha anche un museo privato interno coi reperti rinvenuti durante il restauro della torre e un calidarium di origine romana incastonato nelle fondamenta), il Santa Elisabetta è uno degli indirizzi gastronomici più interessanti di Firenze. Oltre ai riconoscimenti della Rossa, il locale ha ricevuto due forchette nella Guida dei Ristoranti d’Italia 2022 di Gambero Rosso e un cappello nella Guida gourmet de L’Espresso 2020. Situato in una sala intima con solo 7 tavoli al primo piano della torre bizantina facente parte dell’hotel, alla location invidiabile aggiunge un’atmosfera ricercata e una cucina raffinata.