La tradizione secolare regolata oggi dal Disciplinare Igp, la scelta di tagli di prima qualità, il clima, sono i tre componenti del successo della Bresaola della Valtellina, un prodotto autentico, ricco di proteine e povero di grassi, prezioso alleato in tavola e scelto da 8 italiani su 10. Sono state ben 12.272 le tonnellate di Bresaola della Valtellina Igp prodotte nel 2015 dalle aziende socie del Consorzio, per un giro d’affari di circa 215 milioni di euro, con una crescita del +1,2% in volume che porta il prodotto certificato a rappresentare il 70% dell’intera produzione di bresaola. A vigilare sul rispetto delle regole, la sorveglianza dell’Organismo di Controllo CSQA Certificazioni S.r.l. e del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina, nato nel 1998 con l’obiettivo di promuovere, valorizzare e tutelare la Bresaola della Valtellina Igp in sinergia con le 14 aziende associate e di cui è oggi presidente Mario Della Porta. Il mercato italiano premia soprattutto il preconfezionato in vaschetta (che pesa circa il 40% del venduto con un trend di crescita del +3,5%), mentre l’export, che vale il 6,5% del totale, delinea interessanti prospettive con l’apertura del mercato canadese e le trattative per le esportazioni di bresaola in Giappone. Tra gli sbocchi già consolidati in Europa sono presenti Francia, Germania, UK, Svezia, Olanda, Belgio e Spagna, al di fuori dell’UE si segnalano soprattutto Russia, Emirati Arabi, Libano e Antille Francesi. Sta di fatto che la Bresaola della Valtellina ha fatto registrare una crescita nei consumi pari al +39% rispetto a 15 anni fa, una crescente domanda dettata anche dalla qualità certificata: la vera Bresaola della Valtellina è infatti garantita dal marchio comunitario Igp (Indicazione Geografica Protetta), utilizzato esclusivamente dai produttori certificati della Provincia di Sondrio.
© Artù