Un’anima cosmopolita, uno stile elegante e una proposta food che fonde il meglio di alcune tradizioni culinarie latinoamericane, quella argentina in testa. Ecco in sintesi cos’è Coraje Restaurant, il ristorante aperto nel giugno 2022 in zona Brera che promette di far scoprire ai suoi ospiti la cucina di un paese tanto lontano geograficamente dall’Italia quanto vicino nella sua composizione etnica, con il 50% della popolazione emigrata dal Belpaese tra 800 e 900. Proprio come la proprietaria del locale, la modella e imprenditrice Augustina Gandolfo. Forse non a tutti il suo nome dice subito qualcosa, avendo un aplomb decisamente meno… spumeggiante di una sua più nota connazionale, Wanda Nara, a cui l’accomuna l’essere entrambe mogli di un (ex) giocatore dell’Inter: l’ex capitano Mauro Icardi per quest’ultima, mentre è l’attuale capitano nerazzurro Lautaro Martinez il fresco marito (nonché padre di Nina e Theo) della nostra ospite nel ristorante meneghino (dove il numero 10 della Benamata è, naturalmente, di casa).
Ma prima di riaprire – da interista mi sforzerò: solo – un’altra parentesi sul calcio, parliamo giustamente di Coraje Restaurant, che tradotto significa Coraggio (che poi, se vogliamo anticipare, è lo stesso del “Nostro” bomber in campo, non a caso soprannominato El Toro!): il nuovo concept gastronomico si insedia nel cuore del quartiere bohemien di Milano portando con sé l’autenticità dell’Argentina a tavola e consentendo di vivere un’esperienza multisensoriale, un viaggio attraverso i sapori e le tradizioni di due continenti. Circa 60 i posti a sedere distribuiti sui due piani dal mood elegante e caldo allo stesso tempo della location, cui si aggiunge una quindicina di sedute nel dehors esterno.
Non a caso Augustina Gandolfo, founder e CEO, parla di Coraje Restaurant come di un luogo unico, capace di elettrizzare e confortare allo stesso tempo. Per la la 28enne nata nella città di Mendoza è una sfida, un sogno che prende forma in piatti genuini e sorprendenti, ideati dallo chef peruviano Ernesto Espinoza e serviti con passione dai giovani collaboratori del team, costituito da 16 persone. In Italia da 13 anni, il cuoco vuole creare una contaminazione tra gastronomia italiana e sudamericana, puntando sui piatti tipici dell’Argentina cui accompagna quelli della tradizione nikkei, vale a dire la cucina nippo-peruviana, nata sull’onda dell’emigrazione giapponese nel paese latinoamericano alla fine dell’800. Risultato: una proposta caratterizzata dalle innumerevoli materie prime, rese disponibili grazie ai microclimi che pullulano e “degradano” in Perù dalla Cordigliera delle Ande da un lato e all’oceano Pacifico dall’altro, dando vita a una varietà enorme di prodotti senza necessità di colture intensive.
Nascono così, tra le tante proposte di Coraje Restaurant, per l’antipasto l’UOVO MEDITERRANEO (uovo poche cotto a bassa temperatura con tartare di gambero rosso e il suo corallo) e il PATA NEGRA (accompagnato con pane tostato, capperi sotto aceto e crema dello chef), tra i primi il RISOTTO CORAJE (risotto con estratto alla barbabietola, fonduta di parmigiano e foglia oro) e, tra i secondi, l’ENTRAÑA CON VERDURE (diaframma di manzo argentino con verdure miste) e il GUANCIA AL MALBEC (guancia cotta a bassa temperatura al Malbec servita con asparagi al burro salato e polvere di Patanegra).
Una storia di sacrificio simile a quella di tanti connazionali quella di Ernesto Espinoza, che ha potuto studiare cucina nel suo Paese grazie alle rimesse dei genitori trasferitisi in Italia per lavorare, lasciandolo alle cure dei nonni. Ma anche, nel suo caso, una storia di successo, come quella del bar manager, Rogger Prieto Bustos. Il trentottenne cileno-peruviano che, con la sua esperienza internazionale e la passione per la miscelazione, ha creato cocktail unici con frutta rigorosamente fresca, portando i sapori dell’America Latina direttamente al palato dei clienti, italiani e internazionali, di Coraje. Uno tra questi è il Puerta del Sol, un omaggio alla magnificenza di Machu Picchu, realizzato con ingredienti rigorosamente selezionati e tecniche di preparazione affinate: un percorso di gusto attraverso le tradizioni e i sapori del Perù.
Approccio su cui si fonda anche la cucina di Espinoza, che è semplice ma ricercato: ingredienti di prima qualità lavorati con abilità per creare un menu che celebra le radici sudamericane, mescolando sapientemente tradizione e innovazione. Una proposta che si sposa anche con le abitudini meneghine, in particolare al momento dell’aperitivo, un rito nato all’ombra della Madonnina che Coraje Restaurant vuole celebrare con una selezione di tapas leggere e gustose, accompagnate da signature cocktails e vini pregiati, curati dal sommelier Vincenzo Leone.
A cui chiediamo quali sono le caratteristiche della carta dei vini. Ecco cosa ci ha detto: una lista ridotta di etichette sudamericane (argentine in primis e peruviane) e italiane che ruotano mensilmente, con la cantina Masi come main partner (che nella città di Mendoza, la più importante zona vitivinicola dell’Argentina, ha una filiale), senza dimenticare le bolle italiane e alcuni champagne.
E’ così che è nato l’Happy Latin Hour organizzato il 31 gennaio scorso dalla general manager Eleonora Giannini, quando Coraje Restaurant è stato attraversato da un’esplosione di energia e ritmo sudamericano, con la musica coinvolgente di Barbara Boffellis, deejay esperta in sonorità latine, che ha fatto da colonna sonora alle prelibatezze preparate da chef Espinoza e ai drink miscelati dal bar manager Prieto Bustos.
Aperto dal martedì alla domenica, dalla colazione continentale con specialità internazionali nel locale si passa al pranzo, all’aperitivo e quindi alla cena mentre il sabato e la domenica viene servito il brunch speciale del weekend.
In definitiva, Coraje non è solo un ristorante, è un viaggio, un’esperienza che ti avvolge e ti trasporta dall’Italia all’America Latina in un istante. Con la sua cucina audace e i suoi cocktail innovativi, questo locale promette di conquistare i palati più esigenti e di diventare un punto di riferimento per gli amanti della buona cucina e del divertimento.
(Ah, stavo quasi dimenticando la seconda parentesi sull’Inter… Beh, aspettiamo qualche mese: la scaramanzia non è mai troppa quando c’è di mezzo una squadra “pazza” per antonomasia ma che, con quel pizzico di fortuna che quest’anno pare non difettare e il… coraje di tutti i giocatori, in primis quello che, abbracciandolo per la foto di rito, ho capito perché venga soprannominato Il Toro, potrebbe darci delle soddisfaz… ehm, ssssccct!)