Apre al pubblico Milano Verticale | UNA Esperienze, nuovo punto di riferimento non solo dell’ospitalità meneghina ma anche del meglio della proposta food: l’hotel quattro stelle superior ospita infatti un ristorante fine dining, una osteria contemporanea e un cocktail bar, tutti curati da Franco Aliberti, chef resident e new entry del team Bartolini, indiscusso protagonista della scena gastronomica internazionale.
Il progetto di architettura di interni e degli spazi esterni è stato curato dallo studio Vudafieri-Saverino Partners vuole superare la concezione tradizionale di “albergo” creando uno spazio aperto alla città: allo stesso tempo un hotel urbano, una destinazione food & beverage, un luogo di incontro per il lavoro, un hub di servizi innovativi.
La struttura
Intanto la struttura stabilisce un nuovo standard di riferimento nel panorama dell’ospitalità, non solo milanese: 173 camere, circa 600 mq di spazi ristorativi e 1.000 mq di giardino interno. L’hotel, collocato tra via De Cristoforis e via Rosales, si trova nel distretto di Porta Nuova – Garibaldi – Corso Como, rappresentativo dello sviluppo urbano e della rinascita milanese. Un’area che non solo è un importante business district ma anche il punto di riferimento per il design, finance, fashion, food & beverage.
Nel progetto di Milano Verticale si è espresso il binomio tra la massima attenzione al dettaglio e la globalità nell’approccio che caratterizza Concreta, azienda di interior contractor basata a Postalesio in Valtellina specializzata in arredi e complementi su misura per strutture alberghiere e ricettive, che ha operato in piena sinergia con con Claudio Saverino e Tiziano Vudafieri. Risultato: un nuovo livello di esperienza estetica e ambientale che rende Milano Verticale un luogo unico e distintivo. Non solo architettura di interni, ma una riflessione sul rinnovato senso di abitare il tempo e lo spazio, di condividere esperienze sociali, ludiche, lavorative in un contesto di grande personalità, visiva e materica. Al centro del progetto la reinterpretazione in chiave contemporanea del design “alla milanese”, che cita l’elegante modernità dei maestri meneghini del dopoguerra, presenti in numerosi dettagli materici come l’impiego dei marmi policromi e la citazione del ceppo lombardo. Un omaggio alla patria mondiale del bel design e della modernità senza tempo.
Ma soprattutto Milano Verticale è stato concepito come un’estensione della città stessa, un dispositivo urbano al servizio di Milano, con la progettazione di servizi posti al piano terra che svolgeranno un ruolo attivo nel dialogo con la città: funzioni pubbliche dell’hotel.
La struttura è stata quindi progettata in modo da rivelarsi completamente permeabile ed estroversa: l’edificio preesistente è stato completamente ristrutturato dallo studio Asti Architetti che ha curato il progetto architettonico delle facciate, in un’operazione di grande valore nel riqualificare l’intero isolato.
Fiore all’occhiello della struttura il rooftop di 530 metri quadri al 13esimo piano, di pertinenza delle 4 Penthouse Suite: 4 super attici esclusivi dotati di ampie terrazze panoramiche con piscine jacuzzi. Rooftop e Penthouse Suite sono ambienti completamente personalizzabili sulla base delle diverse esigenze e modulabili a seconda dell’utilizzo, tanto da poter essere uniti in una proposta unica e totalmente personalizzata di oltre 900 metri quadri. Una location con una ineguagliabile vista a 360 gradi sullo skyline di Milano e sull’arco alpino.
La ristorazione
Progetto nel progetto è stato il lavoro che Tiziano Vudafieri e Claudio Saverino hanno svolto fianco a fianco con lo chef Enrico Bartolini per dare forma, senso, anima e funzioni ai tre spazi per la ristorazione: il ristorante fine dining, l’osteria contemporanea e il cocktail bar. A unificare i tre “luoghi pubblici” del food & beverage, aperti alla città così come agli ospiti dell’hotel, è il grande soffitto a tegole inclinate: lo spazio si contrae e si dilata rendendo i tre ambienti fluidi, collegati tra loro, ma allo stesso tempo perfettamente identificabili.
Il primo spazio è quello di “Vertigo, Osteria Contemporanea” un ambiente aperto, con vista sulla cucina e con una naturale propensione a proiettarsi verso l’esterno nel dehors e nel giardino. Qui sono protagonisti i grandi classici della cucina italiana, preparati con ingredienti di altissima qualità, in un’atmosfera informale. Il Bar con urban garden offre una carta cocktail&drink creata con la consulenza di Mattia Pastori e un food pairing curato dalla cucina.
Passando dal cocktail bar al ristorante fine dining “Anima” l’atmosfera diviene più “intima e serale” con dieci tavoli gourmet, circondati da un ambiente di grande eleganza, e due salette private da sei e otto posti. Due percorsi di degustazione raccontano la filosofia che da sempre contraddistingue la cucina di Franco Aliberti, legata alla sostenibilità degli ingredienti e di tutta la filiera.
Il verde
Gli spazi all’aperto rivestono un ruolo di grande importanza nel progetto: il sorprendente giardino interno di oltre 1.000 mq offre un’oasi di pace e relax nel cuore di Milano, da vivere in ogni momento della giornata. Il progetto del paesaggio, curato da Vudafieri-Saverino Partners con P’Arcnouveau, nasce nel solco della tradizione meneghina dei cortili segreti, spesso nascosti dietro la sobria cornice degli austeri palazzi nobiliari del centro. Tutto il piano terra dell’edificio dell’hotel funge da filtro di questo spazio, separandolo fisicamente, ma non visivamente, dalle vie adiacenti, in un continuo gioco di relazioni tra interno ed esterno. Dal fuori infatti il giardino si percepisce come un gioiello, di cui lo sguardo riesce a cogliere solo una parte, suscitando la curiosità dei passanti. Proprio il canale d’acqua che attraversa il giardino longitudinalmente definisce lo spazio dove sono ordinatamente disposti i tavoli del bar e del ristorante. Uno spazio informale del ‘déjeuner sur l’herbe’, dove la natura si esprime in maniera dirompente. Il giardino interno è annunciato già dalla piazzetta antistante l’ingresso dell’hotel, con cui si relaziona in maniera privilegiata. Uno spazio riordinato e flessibile, con ampie superfici dure utilizzate come drop-off, ma adatte a trasformarsi in spazi espositivi esterni all’occorrenza. Qui spicca un grande esemplare di Magnolia grandiflora preservato durante i lavori. Anche lungo tutto il prospetto su via Rosales lo spazio pubblico è stato riqualificato con un progetto in cui le superfici dure si alternano a macchie arbustive e alberi in vasca.