Riapre tra la fitta nebbia il tempio di Ezio e Renata Santin, lasciato dall’inossidabile coppia nel 2011. E ora si riparte con importanti novità. Da martedì 1 dicembre è Salvatore Garofalo (nella foto) a condurre la cucina dell’Antica Osteria del Ponte, discepolo di Ezio Santin, oltre ad avere alle spalle importanti esperienze nelle cucine di Gualtiero Marchesi, Sergio Mei e Pietro Leemann. Garofalo ha fatto le sue scelte percorrendo una nuova strada, ovvero quella della cucina con la birra e abbinata alle birre, birre artigianali, italiane e straniere. Chef de La Ratera di Milano – in zona Parco di Trenno -, insieme a Marco Rinaldi, socio e conoscitore dell’universo brassicolo, ha dato ampio respiro alla “cucina alla birra” portando questa filosofia di cucina anche all’Antica Osteria del Ponte. La responsabilità affidatagli proprio da Ezio Santin non spaventa il 46enne, che risponde lanciando una nuova sfida improntata sul mondo della birra, senza mai slegarsi da quel fil rouge che lo tiene ben saldo ai valori che sempre hanno contraddistinto la cucina di Ezio Santin: materie prime, rispetto per il ciclo delle stagioni e la ricerca dei piccoli produttori locali. Una cucina, per dirla con le parole di Garofalo, “il più possibile naturale”. Cosa aspettarsi quindi da questa riapertura? Con Garofalo sarà una cucina “abbordabile”, non pretenziosa come prezzo e come proposta di cibo, con un legame con il territorio più forte di prima. Una cucina dove sarà possibile gustare la carne e il pesce, i salumi, ma soprattutto molta verdura, formaggi a caglio vegetale e anche formaggi vegani. Il menu cambierà spesso, sempre alla ricerca di una cucina sana. La carta “beverage” sarà invece principalmente la “carta delle birre”, affiancata però da etichette di primaria importanza.
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