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L’intervista a Franco Costa di Costa Group
“Soluzioni per guardare oltre”
A cura di Alberto P. Schieppati
Un’intervista al presidente dell’azienda spezzina, leader nella progettazione e arredamento di locali.
Il settore è in ginocchio, le aziende sono al limite della resistenza, le risposte che arrivano dalle istituzioni sono ancora vaghe e confuse: per non parlare di sostegno e finanziamenti dall’Europa, che sembrano non tenere minimamente conto della catastrofe economica e sociale nella quale siamo sprofondati. Alla luce di questo stallo e in vista della ripartenza, abbiamo voluto sentire il parere di Franco Costa, presidente di Costa Group, leader internazionale nella progettazione di locali nel settore Food & Beverage.
Dagli anni Ottanta sviluppate idee e progetti che diventano poi esempi concreti del fare italiano nel mondo. Come vedete la attuale situazione di emergenza e come pensate di dare un vostro contributo al settore?
In questi giorni di stop forzato, abbiamo pensato a come muoverci domani, lavorando su ipotesi innovative sui tre segmenti del nostro mercato, ovvero Bar, Ristoranti, Hotel. Abbiamo messo in piedi una squadra di amici imprenditori, riflettendo insieme su quali scelte adottare per ripartire in modo intelligente… Un confronto aperto e intenso, da cui emergessero proposte reali per affrontare il post emergenza, cercando soluzioni possibili, frutto di esperienze di persone che si misurano quotidianamente con questioni concrete…
Qualche esempio?
Dal problema della sanificazione degli ambienti, fino alla riorganizzazione degli spazi, fino a quello della conservazione a caldo e a freddo, tramite tecnologie innovative, per ridurre i tempi di attesa e garantendo quelli di conservazione corretta dei prodotti… Stiamo pensando anche alla necessità oggettiva di offrire maggiori e più agevoli spazi di lavoro, insieme alla necessità di accelerare ogni passaggio: da come evitare le code al momento dell’ordinazione, fino all’introduzione di postazioni touch screen che consentano di ordinare senza bisogno di entrare nel locale…
Pensate dunque alla possibilità di ordinare da remoto?
Certo, nei locali da trenta a ottanta metri quadri diventerà una necessità…anche il caffè potrà essere ordinato dalla postazione touch screen, così come, tramite tecnologia innovativa, si potranno ridurre i tempi di attesa, mantenendo intatta la qualità organolettica e il sapore dei prodotti.
Dunque, il problema dello spazio acquisterà un’importanza strategica?
Ma certo, sarebbe ora -data la gravità dell’emergenza-che anche gli enti locali, Comuni in primis, pensassero a concedere spazi esterni a titolo gratuito da dedicare al consumo. Così da creare delle “food court” intelligenti, dove consumare un aperitivo o bere un cocktail, che riescano a dare un rinnovato valore al concetto di socialità, pur nel rispetto delle normative vigenti. Le piazze senza tavolini sono sempre state tristi, basta pensare a Piazza Navona…
E per la ristorazione, a cosa pensate?
È il settore più colpito, per questo pensiamo a soluzioni radicali, dal Sanitunnel che, oltre a sanificare le persone, prevedano la misurazione della temperatura corporea e verifichino l’osservanza delle regola ( mascherine e guanti). La parte esterna del tunnel potrà essere personalizzata con soluzioni estetiche di particolare appeal.
E la cosiddetta distanza sociale?
Pensiamo a soluzioni semplici ma non “ingabbianti”: di certo non crediamo che le barriere in plexiglas, come prospettato dai cosiddetti “esperti”, possano essere la soluzione… Semmai penso a una riorganizzazione degli spazi di sala, aumentando la distanza tra commensali, rispettando le normative, ma aumentando anche il comfort. Come? Con separé mobili, da posizionare fra i tavoli, personalizzati e integrati allo stile del locale, con funzioni fonoassorbenti, interattive ma anche decorative, con opere d’arte e quant’altro possa rendere gradevole l’esperienza. Non dimentichiamo la voglia di essere felici e sereni anche nei momenti difficili… Bisogna trovare una soluzione all’allarme sociale, e non alimentarlo all’inverosimile! In sintesi, stiamo pensando a soluzioni che, tenendo conto dell’opinione di chi opera nel settore (e da sempre si misura con le problematiche del mestiere), rendano possibile la rinascita del settore,arricchendosi con i contributi e le opinioni di tutti, verso le quali siamo sempre aperti e disponibili.
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