Lo chef Michelino Gioia del ristorante The Cesar e lo chef Nicola Laera del ristorante La Stüa de Michil uniranno i loro talenti a La Posta Vecchia il 18 settembre per un’esclusiva cena gourmet a 4 mani e due stelle Michelin, per una serata da non perdere. Ad aprire il “sipario gourmet” sarà Michelino Gioia con acciuga farcita di pesce, dolce di pomodoro, rucola e semi di cacao, a cui seguirà il piatto di Nicola Laera con baccalà, polenta e gamberi e risotto mantecato al cirmolo, caprino e cipolla in agrodolce; i ravioli di fontina, cicoria e tartufo estivo e pomodori verdi di Michelino Gioia, e il controfiletto di cervo, mostarda di pere, canederlo ai porcini di Nicola Laera. Termina il dolce Casta alla Gianduia, sorbetto di fragola e spuma di latte di Michelino Gioia. Il costo del menu è di 130,00 euro per persona, bevande escluse. La Posta Vecchia, Leading Hotels of the World, è un’elegante villa poco distante da Roma, con grandi camere e sale arredate con mobili del XV e XVII secolo e preziose opere d’arte provenienti da tutto il mondo. Nel XVII secolo era la dependance del castello degli Orsini, una delle più antiche famiglie romane; negli anni ’60 diventò la villa del magnate americano Paul Getty, alla fine degli anni ’80 è ritornata una dimora per ospitalità. Nell’elegante villa, si può passeggiare nel parco tra piante esotiche e aromi mediterranei, ammirando l’orizzonte del mare dalla grande terrazza mentre si assaggiano le raffinate creazioni dello chef Michelino Gioia, premiato con una stella dalla guida Michelin. Due i punti fondamentali per l’ideazione e realizzazione di ogni ricetta di Michelino Gioia: dare il giusto valore alla naturalità dei prodotti e rafforzare il legame con il territorio. Nicola Laera, executive chef dell’hotel La Perla e del ristorante gourmet La Stüa de Michil di Corvara (Bz), rappresenta il “nuovo”, anzi il “buono” di una cucina frutto di fantasia, ingegno, rispetto e cultura. Il risultato è una proposta gastronomica dal sapore schietto e deciso, che sa continuamente stupire il palato, senza rimanere imprigionata nella retorica della tradizione. C.Z.
© Artù