Lo Jalisco si presenta a Milano con un viaggio sensoriale tra mariachi, raicilla e gastronomia. Al Moebius, la Console Generale María de los Ángeles Arriola Aguirre ha svelato uno stato ricco di tradizioni patrimonio UNESCO, con 46.000 stabilimenti food & beverage, 2.700 strutture ricettive e 80.000 camere. Oltre 40 nuovi hotel di lusso entro il 2028 e infrastrutture in evoluzione per i Mondiali 2026 completano un’offerta turistica d’eccellenza, dove il passato si proietta nel futuro
di Massimo L. Andreis
Forse non tutti lo sanno ma lo Jalisco è il Messico nella sua essenza più pura. Ne ha dato prova al ristorante Moebius di Milano, alla presenza della Console Generale María de los Ángeles Arriola Aguirre, dove lo stato messicano ha presentato un’offerta turistica che abbraccia gastronomia d’eccellenza, ospitalità che va dal funzionale al lusso e alcuni capisaldi del “suo” patrimonio culturale, riconosciuti come tali dall’UNESCO. Parliamo intanto di 46.000 stabilimenti food & beverage, 2.700 strutture ricettive con oltre 80.000 camere, e infrastrutture (autostrade, treni e aeroporti) in continua evoluzione in vista dei Mondiali di Calcio 2026.

La presentazione si è arricchita di un’esibizione di mariachi – proprio nello Jalisco, a Cocula, nasce questa tradizione musicale diventata simbolo del Messico – mentre il maestro raicillero Fausto Romero ha guidato una degustazione di raicilla (distillato artigianale da agavi selvatiche, cugino meno conosciuto del tequila) e lo chef messicano Aaron Felipe Velazquez Campos ha composto un menu di piatti tipici della tradizione. Tre espressioni della stessa identità: quella di uno stato che non si limita a essere messicano, ma ne rappresenta l’anima più autentica.
“All’estero il Messico viene ridotto a spiagge e piramidi, ma gli Estados Unidos Mexicanos contano 32 stati federati, 130 milioni di abitanti su quasi due milioni di chilometri quadrati“, spiega la Console Aguirre. “Proprio negli stati meno celebrati si concentrano le tradizioni che il mondo non sa dove siano nate precisamente. Ebbene, lo Jalisco è la culla della tradizione dei mariachi – Patrimonio UNESCO dal 2011 – che con violini, trombe e guitarrón cantano amori e orgoglio nazionale. Qui ha avuto origine anche la charrería, competizione equestre diventata a sua volta Patrimonio Immateriale dell’Umanità nel 2016, dove i charros e le escaramuzas si sfidano in prove coreografiche di rara eleganza. E qui è nato anche il tequila, nella città omonima a 60 chilometri da Guadalajara, con la zona dell’agave dichiarata Patrimonio UNESCO nel 1974. Lo spirit messicano viene prodotto qui dal XVI secolo, quando gli abitanti iniziarono a fermentare l’agave blu. Insomma, se è risaputo che l’Italia detiene il record mondiale di siti UNESCO, da parte sua il Messico guida largamente la questa classifica tra i paesi americani”, conclude con fierezza la diplomatica.
Diciannovemila ristoranti (e) non è un refuso (!)
I numeri dello Jalisco stordiscono come un mezcal artigianale. “La nostra offerta gastronomica rappresenta un patrimonio vivente”, afferma Cristina Leyva Aguilar, Direttrice della Promozione dello Stato di Jalisco. “Nell’area metropolitana di Guadalajara operano 19.000 ristoranti, di cui oltre mille dedicati alla cucina internazionale. L’intero stato conta più di 46.000 stabilimenti food & beverage: dalle fondas di quartiere dove assaggiare il miglior birria ai ristoranti gourmet che reinterpretano la tradizione con linguaggio contemporaneo”.
Il cibo diventa esperienza attraverso percorsi tematici che sono pellegrinaggi sensoriali. “Proponiamo tour del taco per scoprire infinite varianti di questo piatto iconico, tour della birra artigianale, degustazioni di caffè di qualità, percorsi nelle cantine locali e itinerari dedicati ai dolci tradizionali”, continua Leyva Aguilar. “A Puerto Vallarta il Festival Gourmet Internazionale è appuntamento imprescindibile per chi considera la gastronomia un’arte. La diversità della nostra offerta rispecchia la ricchezza culturale dello stato: dalla cucina locale più autentica alle proposte internazionali più sofisticate”.

Gli itinerari di tequila & Co.: l’agave si racconta in bicchiere
Lo Jalisco custodisce l’anima liquida del Messico attraverso itinerari che trasformano la degustazione in viaggio iniziatico. Due percorsi del tequila conducono tra distillerie centenarie e haciendas dove il tempo conserva la tecnica tramandata di generazione in generazione. Gli agave blu ondeggiano come mare argentato, testimoniando un rispetto quasi religioso per la terra.
Ma l’offerta si espande oltre il celebre distillato: l‘itinerario della raicilla svela il cugino meno conosciuto del tequila, mentre due percorsi del vino dimostrano la generosità di questa terra. Il Tequila Lab rappresenta il punto dove scienza incontra passione, trasformando la degustazione in studio approfondito dell’universo dell’agave.

Ottantamila camere per ogni desiderio
“L’ospitalità dello Jalisco offre circa 2.700 strutture ricettive con oltre 80.000 camere”, sottolinea Leyva Aguilar. “Guadalajara da sola conta più di 450 hotel con 28.000 camere, conquistando il primo posto per disponibilità e il secondo per numero di strutture in tutto il Messico. Ma stiamo vivendo una rivoluzione dell’accoglienza di lusso: oltre 40 nuovi hotel sono previsti per il 2028, strutture che promettono esperienze trasformative.”
Lungo la Costalegre sorgono gioielli come Cuixmala e Careyes, dove eleganza discreta si fonde con natura selvaggia. Il Four Seasons Tamarindo rappresenta l’apoteosi del lusso contemporaneo, mentre proprietà boutique come Casitas Maraika, Verana, Xinalani e Alamandas offrono quella scoperta intima che i viaggiatori sofisticati cercano. “Proponiamo anche alloggi che sfidano l’immaginazione”, aggiunge la direttrice. “Masserie storiche recuperate, camere trasparenti dove addormentarsi sotto le stelle, strutture a forma di botte immerse nella foresta. Il pernottamento diventa avventura, il riposo si trasforma in scoperta”.

Puerto Vallarta, sole e inclusione
Definita “il porto più messicano”, Puerto Vallarta ha accolto nel 2024 ben 167 navi da crociera con quasi mezzo milione di turisti. La città offre oltre 50 attività: gite in yacht al tramonto, avvistamento di balene, nuoto con delfini, lo spettacolare show “Ritmi della Notte”, avventure sulla nave pirata, passeggiate d’arte lungo il lungomare. Destinazione che accontenta famiglie, coppie, avventurieri e la vivace comunità LGBTQ+ che ha eletto la città tra le sue capitali globali, con un Pride diventato evento internazionale.

Infrastrutture verso il Mondiale 2026
Lo Jalisco si sta preparando a un evento epocale, riprende la direttrice della Promozione. “I Mondiali di Calcio 2026, che si svolgeranno contemporaneamente in Messico, Stati Uniti e Canada, vedranno città del nostro stato ospitare partite della competizione. Stiamo ammodernando aeroporti, autostrade e capacità ricettiva per accogliere il mondo. Lo Jalisco è collegato con oltre 90 città attraverso voli diretti: 35 nazionali, 33 negli Stati Uniti, 16 in Canada, uno in Europa e tre in America Latina”.
La nuova autostrada Guadalajara-Puerto Vallarta riduce il viaggio a sole tre ore. Da Guadalajara partono collegamenti efficienti verso tutte le destinazioni principali: Querétaro a quattro ore e venti minuti, León a meno di tre ore, Zacatecas a quattro ore e un quarto. “Le nostre infrastrutture sono pronte per mostrare al mondo quanto lo Jalisco abbia da offrire”, conclude Levya Aguilar.

Quando il Messico arriva in tavola
Niente di meglio che cibo e bevande per far rivivere a distanza di migliaia di chilometri i sapori del Messico. Detto, fatto. Ecco che al ristorante Moebius lo chef messicano A.V. ha trasformato il pranzo stampa in viaggio sensoriale attraverso l’anima gastronomica dello Jalisco. Le aguas frescas hanno aperto la danza: acqua di chia con limone, fresca e rivitalizzante, e acqua di karkadè dal colore rubino intenso. Poi è arrivata la tostada de ceviche estilo Barra de Navidad, omaggio alla costa pacifica dello Jalisco dove il pesce incontra l’acidità agrumata su una tortilla croccante, arricchita da pomodoro, cipolla rossa, coriandolo fresco e cetriolo.

Il pozole ha portato in tavola la tradizione più profonda: questa zuppa di pollo e mais nixtamalizzato – processo ancestrale che rende i chicchi più digeribili e nutrienti – viene servita con contorni che ciascun commensale aggiunge a piacere. Lattuga sminuzzata, ravanelli croccanti a fettine, cipolla bianca e spicchi di lime trasformano ogni piatto in creazione personale. Un piatto che nelle case messicane si prepara per le grandi occasioni, simbolo di convivialità.


La birria ha rappresentato il momento più contemporaneo: nata come guiso – uno stufato speziato di carne – è diventata fenomeno globale nella versione taco. Lo chef messicano ha ripreso la carne brasata nelle sue spezie, l’ha avvolta in tortilla con formaggio filante e l’ha accompagnata con guacamole cremoso, battuto vibrante di coriandolo e jalapeño verde che pizzica con eleganza. Ogni morso raccontava la capacità della cucina messicana di evolvere senza tradire le radici.

La jericalla ha chiuso il pranzo con dolcezza nostalgica. Questo dessert tradizionale di Guadalajara – città capitale dello Jalisco – nasce nei conventi del XVII secolo e ricorda il crème brûlée francese, ma con personalità tutta messicana. La crema profumata alla vaniglia, cotta lentamente fino a raggiungere consistenza setosa, sviluppa in superficie una crosticina caramellata naturale che si rompe sotto il cucchiaio con soddisfacente crack sonoro.

Fausto Romero ha preceduto il pranzo guidando la degustazione di raicilla, distillato che rappresenta l’alternativa artigianale e selvaggia al tequila. Prodotta da specie diverse di agave – spesso selvatiche raccolte in zone montane dello Jalisco – la raicilla mantiene una produzione ostinatamente tradizionale. Le piñas dell’agave vengono cotte in forni scavati nella terra, ricoperti di pietre vulcaniche e foglie, per giorni interi. La fermentazione avviene spontaneamente, senza lieviti aggiunti, in tini di legno esposti agli elementi. La doppia distillazione in alambicchi di rame artigianali produce un distillato complesso, spesso più erbaceo e affumicato del tequila, con note che variano enormemente a seconda della specie di agave e dell’altitudine di raccolta.


Romero ha fatto notare come la raicilla – a lungo prodotta clandestinamente – abbia ottenuto la Denominazione di Origine solo nel 2019, proteggendo finalmente un patrimonio che rischiava di scomparire. Ogni sorso ha raccontato la montagna, il fumo dei forni sotterranei, il rispetto per tecniche che rifiutano la standardizzazione industriale. La degustazione ha svelato le differenze tra raicilla de la costa e raicilla de la sierra, la prima più delicata e fruttata, la seconda più intensa e terrosa. Un viaggio liquido che ha dimostrato come lo Jalisco non sia solo la patria del tequila, ma custode di un intero universo di distillati da agave, ciascuno con la propria identità irriducibile.

Patrimonio che respira e si muove
Lo Jalisco non vive di soli distillati e ristoranti. Il Museo Cabañas di Guadalajara è pure Patrimonio UNESCO, capolavoro dell’architettura neoclassica. Dodici Pueblos Mágicos – tra cui Tequila, Mazamitla, Tapalpa, San Sebastián del Oeste – preservano autenticità e bellezza. Il Mercato San Juan de Dios sommerge i visitatori di colori, profumi e voci.
Gli eventi trasformano lo stato in palcoscenico mondiale: l’Incontro Internazionale del Mariachi e della Charrería, la Fiera Internazionale del Libro, le Feste di Ottobre, il Festival Internazionale del Cinema, il WTA 500K Guadalajara, l’Ultra Trail Mont Blanc Puerto Vallarta. Il calendario conferma che lo Jalisco non è semplice destinazione turistica, ma esperienza totale che coinvolge tutti i sensi e appaga tutti i gusti. Non resta che dire (come Speedy Gonzale, “il topo più veloce di tutto il Messico”): “¡Ándale! ¡Ándale! ¡Arriba! ¡Arriba!”.




Highlights
Tradizioni UNESCO concentrate in un solo stato: mariachi di Cocula (Patrimonio dal 2011), charrería (Patrimonio dal 2016) e zona dell’agave di Tequila (Patrimonio dal 1974) rappresentano l’identità profonda dello Jalisco.
Universo gastronomico senza eguali: 46.000 stabilimenti food & beverage nello stato, di cui 19.000 ristoranti solo nell’area metropolitana di Guadalajara, con oltre mille dedicati alla cucina internazionale.
Raicilla, distillato artigianale da scoprire: prodotto da agavi selvatiche con cottura sotterranea, fermentazione naturale e doppia distillazione in alambicchi tradizionali, rappresenta l’alternativa artigianale a tequila e mezcal.
Rivoluzione dell’ospitalità di lusso: oltre 40 nuovi hotel previsti entro il 2028 si aggiungeranno alle 2.700 strutture ricettive esistenti con 80.000 camere, dalle proprietà boutique ai grandi resort sulla Costalegre.
Puerto Vallarta capitale dell’inclusione: definita “il porto più messicano”, ha accolto 167 navi da crociera nel 2024 ed è diventata capitale globale per la comunità LGBTQ+ con un Pride internazionale.
Infrastrutture verso il Mondiale 2026: ammodernamento di aeroporti, autostrade e capacità ricettiva in vista delle partite che città dello Jalisco ospiteranno durante la competizione organizzata da Messico, USA e Canada.
Connessioni aeree con il mondo: oltre 90 città collegate con voli diretti – 35 nazionali, 33 negli Stati Uniti, 16 in Canada, uno in Europa e tre in America Latina attraverso aeroporti in continua espansione.
Menu che racconta il territorio: lo chef Aaron Felipe Velazquez Campos al Moebius di Milano ha cucinato tra l’ altro tostada de ceviche estilo Barra de Navidad e pozole, con birria alla jericalla. Ogni piatto celebra l’anima gastronomica dello Jalisco.
Dodici Pueblos Mágicos preservano autenticità: borghi incantati come Tequila, Mazamitla, Tapalpa e San Sebastián del Oeste dove il tempo ha cristallizzato bellezza e tradizioni in equilibrio perfetto con la modernità.
Calendario eventi di respiro internazionale: dall’Incontro Internazionale del Mariachi alla Fiera del Libro, dal Festival del Cinema al WTA 500K Guadalajara, fino all’Ultra Trail Mont Blanc Puerto Vallarta, lo stato è palcoscenico mondiale.




