A due passi da Villa Borghese apre nhow, nuovo quattro stelle del gruppo Minor Hotels con 260 camere e un concept che fonde brutalismo architettonico e street art. Il ristorante Ludo propone una brasserie americana contaminata dal Sud Italia, mentre tra le suite spiccano camere con impianti audio professionali, cantine vini e un cocktail bar privato interno. Roma continua la sua espansione nel segmento hospitality
L’architettura (che) racconta storie metropolitane. Settembre 2025 segna l’arrivo di nhow a Roma, primo approdo nella Capitale per un brand già presente a Milano dal 2007. La location prescelta è Corso d’Italia, arteria che connette Villa Borghese e Via Veneto, storico salotto della Dolce Vita. L’edificio è un manifesto di architettura brutalista: vetro, metallo, cemento plasmati alla fine degli anni Sessanta in forme che oggi dialogano con sensibilità contemporanea.
Per decenni quello spazio ha ospitato lo storico Jolly Hotel, poi trasformato in NH, sempre sotto l’egida del gruppo Minor Hotels. La riconversione in nhow segna un cambio di registro: dai quattrord stelle convenzionali a un concept hotel dove design e identità territoriale diventano elementi distintivi. L’architetto Rafael de La-Hoz ha curato il progetto strutturale, mentre Emiliano Calderini ha firmato gli interni, creando un dialogo tra spazi pubblici e dimensione privata delle 260 camere.
Il format “New Old Times” rappresenta il filo rosso del progetto: passato e presente si contaminano senza gerarchie, Roma antica emerge attraverso citazioni pop, la tecnologia si fa discreta ma pervasiva. Non è nostalgia, è stratificazione consapevole.
Street art e memoria storica
David Zucker colora le pareti. La collaborazione con l’artista David Zucker porta dentro l’hotel il linguaggio della street art, già sperimentato nelle strutture di Francoforte e Amsterdam. Le opere non sono appendici decorative: dialogano con gli spazi, li ridefiniscono, creano punti focali che guidano lo sguardo degli ospiti.
Il risultato è un ambiente vivace nei colori, variegato nelle forme, dove Roma emerge non attraverso stereotipi cartolini ma con citazioni oblique, stranianti. La lobby diventa galleria temporanea, i corridoi raccontano storie metropolitane, le aree comuni si trasformano in palcoscenici dove l’antico incontra il contemporaneo senza conflitti.
Questo approccio rispecchia la filosofia nhow: ogni struttura del gruppo interpreta lo spirito della città ospitante con linguaggio coerente ma mai ripetitivo. A Roma il brutalismo dell’edificio originale diventa tela per una narrazione che abbraccia duemila anni senza prenderne il peso.
Suite con impianti audio e bar privati
Le camere sono studi di registrazione. Tra le 260 camere spiccano tre suite che ridefiniscono il concetto di hospitality. La nhow suite bacchus beats e la nhow junior suite veni vidi vino integrano impianti audio di ultima generazione: non semplici diffusori bluetooth, ma sistemi pensati per chi vuole vivere la musica con qualità professionale. A completare l’offerta, cantine vini che trasformano le suite in degusterie private.
Ma è l‘Imperial suite bar & beyond a rappresentare il vertice dell’innovazione: include un cocktail bar interno completo, con bancone attrezzato e selezione di spirits. Non è servizio in camera: è un vero bar privato dove l’ospite può sperimentare mixology o farsi preparare drink su misura senza muoversi dalla suite. Un’idea che ribalta la logica tradizionale dell’hotel, portando il pubblico nel privato e trasformando la camera in microcosmo autosufficiente.

Ludo, brasserie americana con anima del Sud
La ristorazione è aperta agli esterni. Il ristorante Ludo rappresenta il cuore gastronomico di nhow Roma. Il nome evoca un personaggio archetipico: giovane italiano che dopo un viaggio negli Stati Uniti torna a casa con spirito cosmopolita e un pezzo d’America nel cuore. È esattamente la filosofia del menu: contaminazione tra ricette del Sud Italia e influenze americane, senza dogmatismi né confini rigidi.
La proposta si presenta come brasserie informale ma curata, dove la colazione sfuma nel brunch, il pranzo anticipa l’aperitivo e la cena si prolunga con DJ set e live music. Ludo funziona come speakeasy integrato nell’hotel ma accessibile a chi non pernotta: un luogo dove la distinzione tra ospite e romano si dissolve davanti a un cocktail o un piatto.
Grande attenzione viene riservata alla mixology: la carta dei drink dialoga con il menu food creando percorsi trasversali. La musica non è sottofondo ma elemento strutturale dell’esperienza, con performance che attraversano tutta la giornata secondo palinsesti studiati.
Mordi e fuggi addio: Roma capitale dell’hospitality
La città continua ad attrarre investimenti. L’apertura di nhow si inserisce in una fase di espansione straordinaria del settore alberghiero romano. Nei prossimi mesi sono attese quattordici nuove strutture a cinque stelle, per un totale di millecinquecento camere e investimenti superiori ai quattrocento milioni di euro.
Anche la permanenza media dei turisti cresce: Roma supera le quattro notti, quasi raddoppiando la media storica e posizionandosi ben oltre la soglia nazionale di tre notti. Il dato segnala un cambiamento qualitativo: non più mordi e fuggi tra Colosseo e Fontana di Trevi, ma soggiorni più lunghi che permettono di esplorare quartieri, vivere esperienze, scoprire una città stratificata.
Progetti come nhow intercettano questa evoluzione proponendo un’idea di hospitality dove l’hotel non è semplice base d’appoggio ma destinazione in sé. Con il ristorante aperto agli esterni, le suite spettacolari e un design che fa parlare di sé, nhow Roma punta a diventare riferimento non solo per chi cerca un letto ma per chi vuole vivere la Capitale da prospettive inedite.
Highlights
Nhow Hotel Roma inaugura a settembre 2025 in un edificio brutalista di Corso d’Italia, a pochi passi da Villa Borghese e Via Veneto. La struttura quattro stelle conta 260 camere e segna il debutto del brand nella Capitale.
Il concept “New Old Times” fonde Roma antica e design contemporaneo attraverso citazioni pop e tecnologia discreta. L’architetto Rafael de La-Hoz e l’interior designer Emiliano Calderini firmano il progetto complessivo.
L’artista David Zucker porta la street art dentro l’hotel con opere che dialogano con gli spazi comuni, trasformando lobby e corridoi in gallerie temporanee dove antico e moderno si contaminano senza conflitti.
Tre suite ridefiniscono il lusso contemporaneo: bacchus beats e veni vidi vino integrano impianti audio professionali e cantine vini private, mentre l’Imperial suite include un vero cocktail bar interno completo di bancone attrezzato.
Il ristorante Ludo propone una brasserie americana contaminata dalle ricette del Sud Italia. Il locale è aperto anche agli esterni e funziona come speakeasy integrato nell’hotel, con musica live e DJ set durante tutta la giornata.
La musica è elemento strutturale dell’esperienza nhow: non semplice sottofondo ma componente architettonica che attraversa tutti gli spazi, dalle suite equipaggiate per l’ascolto hi-fi fino alle performance live nel ristorante.
Nhow si inserisce nell’espansione straordinaria dell’hospitality romana: quattordici nuovi hotel cinque stelle in arrivo, millecinquecento camere totali e oltre quattrocento milioni di investimenti nei prossimi mesi.
Roma registra permanenza media superiore alle quattro notti, quasi il doppio della media storica. Il dato indica turismo più consapevole, attento alle esperienze e interessato a esplorare la città oltre i monumenti canonici.
Il gruppo Minor Hotels è già presente a Milano dal 2007 con nhow in via Tortona, in un ex edificio industriale. L’apertura romana conferma la strategia di presidiare location urbane con forte identità architettonica.
Nhow Roma punta a diventare destinazione in sé, non semplice base d’appoggio. Con ristorante accessibile agli esterni, suite spettacolari e design distintivo, l’hotel intercetta l’evoluzione qualitativa del turismo capitolino.




