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Nel cuore della Brianza, a Lesmo, una villa d’epoca del Novecento ospita Lait A.Mare, ristorante dove la cucina di mare incontra l’innovazione dello chef Emilio Solano. Alessandro Perego, patron e anima del progetto, ha creato un luogo dove tradizione e creatività si fondono in un’esperienza gastronomica raffinata. Dall’elegante conservatory si aprono orizzonti mediterranei inaspettati

di M.L.Andreis

L’acqua si rispecchia negli occhi. Una giornata uggiosa di fine settembre si trasforma in apertura verso dimensioni acquatiche quando si varca la soglia della villa del Novecento che a Lesmo, provincia di Monza e Brianza, ospita Lait A.Mare. Lo straniamento è immediato, piacevole, necessario: la geografia scompare, rimane solo l’essenza. Dove la Brianza si attenderebbe terre e nebbie, ecco il Mediterraneo farsi strada tra i piatti, le luci, gli spazi che dialogano con un giardino generoso. La conservatory in stile provenzale diventa approdo, punto d’osservazione privilegiato su un paesaggio che sa di futuro.

Il manifesto della leggerezza

Alessandro Perego sceglie una parola come bandiera. “Lait” – la trascrizione italiana dell’inglese “light” – non è solo un nome, è una dichiarazione d’intenti. Leggerezza non come vacuità ma come sapienza nel dare peso giusto alle cose, come insegna chi di letteratura se ne intende. Un cliente Lait non indossa necessariamente l’abito da sera ma porta con sé giovinezza d’animo, curiosità verso il bello e il buono, desiderio di ambienti dove stile e cortesia precedono ogni portata. La famiglia Perego, storicamente radicata nella ristorazione brianzola, ha costruito con passione un progetto che oggi conta tre location: Lesmo, Arcore e Monza.

La squadra dietro l’esperienza

Alessandro Perego guida con dedizione questa perla. Affiancato dalla moglie Federica Sala, ha saputo comprendere che il pubblico brianzolo ama la tradizione ma non disdegna l’evoluzione. “La freschezza delle materie prime è il nostro punto di partenza irrinunciabile”, spiega. “Ma abbiamo voluto aggiungere una dimensione che parlasse anche a chi cerca emozioni nuove, senza mai tradire le radici che ci rendono riconoscibili”. Per questo ha chiamato Emilio Solano come executive chef, con il compito di introdurre tecniche contemporanee e proposte creative che arricchiscono senza sovrastare.

L’alchimia tra tradizione e audacia

Nasce così una doppia anima perfettamente integrata. Da un lato la cucina diretta, comprensibile, che Perego propone con istinto sicuro: quella che entra nel cuore di una clientela desiderosa di punti fermi. Dall’altro l’interpretazione di Emilio Solano, che dello stesso mare fa lettura diversa, più sperimentale. “Vogliamo regalare un viaggio sensoriale”, racconta lo chef. “La solidità della tradizione si fonde con l‘ispirazione dell’innovazione, creando un’esperienza gastronomica unica, raffinata ed emozionante”. Il risultato è un menu che sa soddisfare e sorprendere simultaneamente.

Dal menu à la carte…

Il menu unisce Mediterraneo e Oriente, Puglia e Calabria, Cantabrico e Giappone in proposte che raccontano storie di mare e terra senza mai perdere coerenza narrativa né equilibrio gustativo.

Pasta, sfarinati, pane, grissini, cracker e sfogliati nascono tutti nelle cucine del ristorante, garantendo controllo completo su qualità e freschezza di ogni elemento che compone i piatti.

Con i Modeghili vanno al mare le polpette di pesce, maionese allo zafferano e gremolada riscrivono in chiave ittica una ricetta meneghina storica, accanto alla classica ma mai scontata Insalata di Astice.

Un grande ristorante di mare non esclude, anzi. Ecco allora accanto ai protagonisti ittici, Lait A.Mare propone portate vegetali e di carne: i piatti iconici pensati per chi il pesce non lo ama ma desidera comunque partecipare all’esperienza. Pasta, sfarinati, pane, grissini, cracker, sfogliati nascono tutti nelle cucine del locale. La valorizzazione del territorio – il caprino di Montevecchia ne è esempio – si accompagna alla ricerca di eccellenze lontane, dall’alici del Cantabrico al tonno rosso giapponese.

… al percorso dello chef

Ma è con il menu “guidato dello chef” che il viaggio diventa completo. Dopo l’“entrata” finger food davvero da livello (stellato, si può dire?…), si parte con il Velo di Calamaro alla Dalì (calamaro trasparente, caprino di Montevecchia, datterini al forno, crema di alici del Cantabrico, stick al nero che disegnano geometrie surrealiste nel piatto), si prosegue con La Bianca e il Nero (che gioca con contrasti cromatici e di sapore: capasanta, beurre blanc e caviale Baikal compongono una sinfonia delicata), si attraversa il Polpo d’Estate per approdare al Raviolo di Riccio e Nduja, che unisce il mare di Puglia al fuoco calabrese: riccio, ricotta pugliese, bisque alla nduja, emulsione di aglio nero.

Ecco quindi la Ventresca, che celebra il tonno rosso giapponese Grade (saku otoro scottato al carbone, sua riduzione, pak choi stufato, daikon marinato, maionese al miso) e conclude la parte salata prima del grande finale: il gelato raffreddato ad azoto liquido, preparato al momento in show cooking. Fresca polpa di frutta al naturale si trasforma in texture vellutata sotto gli occhi degli ospiti, chiusura leggera – ancora quella parola – che lascia memoria più che peso.

La cantina e il bicchiere giusto

La carta vini sorprende per ampiezza e onestà. Grandi case si affiancano a piccoli produttori che vivono a contatto quotidiano con la natura, ciascuno con la propria storia da raccontare. Il sommelier Gianluca Casella cura gli abbinamenti del percorso degustazione: tre calici scelti per dialogare con i piatti dello chef, valorizzandone caratteristiche e contrasti. Chi preferisce i distillati trova selezione accurata, da gustare lisci o reinterpretati nei cocktail del barman. La Cigar room al piano superiore completa l’offerta per chi cerca momento contemplativo dopo cena.

Gli spazi che incantano

La villa d’epoca parla di Novecento. I suoi ambienti sono stati pensati per far sentire l’ospite accolto, come a casa propria ma con quella cura del dettaglio che trasforma la quotidianità in evento. La grande sala vetrata spalanca lo sguardo sul verde: pareti trasparenti che dissolvono i confini tra interno ed esterno, creando continuità visiva inaspettata. L’ingresso accoglie con marmo sfarzoso, promessa di eleganza che poi si traduce in scelte più contemporanee nella sala principale. Qui dominano tavoli rotondi senza tovaglia, ricoperti da vetro che riflette luci e conversazioni. L’arredo mantiene semplicità calibrata: sedie e allestimenti da tavola che non gridano ma sussurrano qualità. I pannelli fonoassorbenti del soffitto tentano di contenere l’energia acustica di un locale che vive di presenze, voci, vita. Quando la sala si riempie – e si riempie spesso – il brusio diventa colonna sonora inevitabile, testimonianza di successo che a volte sfida la conversazione intima. La musica si aggiunge al coro, creando quella vibrazione tipica dei luoghi amati e frequentati.

Al piano superiore, uno spazio riservato accoglie fino a trenta persone attorno a un unico grande tavolo: eventi privati con staff e menu dedicati. La zona relax offre divani in pelle, camino, schermo da settanta pollici. Il giardino visibile dalla conservatory invita alla sosta, alla conversazione che si prolunga oltre l’ultima portata.

Il futuro in… lievitazione

Il progetto non si ferma. A breve, Lait A.Mare proporrà il panettone artigianale nato dalla collaborazione tra il pasticcere di casa e maestri esperti della lievitazione. Ancora una volta, tradizione e ricerca si incontrano: il dolce milanese per eccellenza reinterpretato con quella stessa attenzione alle materie prime e ai processi che caratterizza ogni aspetto dell’offerta. “Ore di passione e impegno si celano dietro ogni ricetta”, sottolinea Emilio Solano. “Ma questo è un segreto che rimane nelle nostre cucine. Per gli ospiti, tutto deve sembrare naturale, leggero appunto“.

Merita la deviazione, anzi il viaggio

A pochi minuti da Milano, Lait A.Mare merita un (breve) viaggio. Lontano dalla frenesia cittadina, immerso nel verde brianzolo, questo ristorante rappresenta il culto del buono e del bello con uno sguardo costante al futuro. In una provincia dove emergere richiede sforzi doppi, chi ci riesce diventa riferimento duraturo. Lait A.Mare lo è già diventato: locale sussurrato da clientela fedele, ora pronto per ampliare la propria notorietà. Un ristorante che merita non la semplice deviazione ma una visita intenzionale, quello che si pianifica sapendo che materie prime di elevata qualità e cucina curata attendono dall’altra parte della porta.


Highlights

Villa d’epoca e mare immaginato: La conservatory in stile provenzale crea un effetto straniamento che trasporta gli ospiti dalla Brianza verso dimensioni lacustri, dove il Mediterraneo diventa protagonista inaspettato dell’esperienza gastronomica.

Doppia anima perfettamente integrata: Alessandro Perego mantiene viva la tradizione amata dal pubblico brianzolo mentre Emilio Solano introduce tecniche moderne e creatività, creando equilibrio tra solidità e innovazione senza fratture.

Materie prime come manifesto: Dalla freschezza del pescato alle eccellenze territoriali come il caprino di Montevecchia, ogni ingrediente viene selezionato con cura maniacale e trattato con rispetto profondo per esprimerne l’essenza.

Piatti che attraversano geografie: Il menu unisce Mediterraneo e Oriente, Puglia e Calabria, Cantabrico e Giappone in proposte che raccontano storie di mare e terra senza mai perdere coerenza narrativa né equilibrio gustativo.

Show cooking come teatro: Il gelato raffreddato ad azoto liquido viene preparato davanti agli ospiti, trasformando la chiusura del pasto in momento spettacolare che coinvolge vista e palato contemporaneamente con texture vellutata.

Inclusività senza compromessi: Accanto ai protagonisti ittici, portate vegetali e di carne garantiscono che ogni ospite possa partecipare all’esperienza del fine dining mediterraneo secondo le proprie preferenze e necessità alimentari.

Produzione interna totale: Pasta, sfarinati, pane, grissini, cracker e sfogliati nascono tutti nelle cucine del ristorante, garantendo controllo completo su qualità e freschezza di ogni elemento che compone i piatti.

Carta vini tra onestà e ricerca: Grandi maison e piccoli produttori artigianali convivono in una selezione curata che privilegia il rapporto qualità-prezzo onesto e la capacità di raccontare territori attraverso il bicchiere.

Spazi per ogni occasione: Dal piano superiore con tavolo unico per trenta persone agli ambienti intimi della sala principale, dalla zona relax con camino alla Cigar room, ogni momento trova il proprio scenario ideale.

Leggerezza come filosofia profonda: Il nome Lait non indica superficialità ma sapienza nel dare peso giusto alle cose, creando atmosfera accogliente dove eleganza e informalità si bilanciano in equilibrio contemporaneo perfetto.


Lait A.Mare
Piazza Roma 1, Lesmo
Tel. 039 6064482
info@laitamare.it

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