In 11 anni Milano ha perso 1.651 bar ma guadagnato 2.340 ristoranti, ridisegnando il volto della ristorazione metropolitana. Dall’Expo 2015 al post-pandemia, la città vive una metamorfosi gastronomica dove il 50% dei locali chiude dopo 5 anni, schiacciato da affitti stellari e carenza di personale
In principio fu Expo, 2015 ovviamente: nel corso dei sei mesi della kermesse meneghina, i ristoranti superano numericamente i bar per la prima volta nella storia milanese. Un’inversione di tendenza che racconta l’evoluzione dei consumi urbani, dall’espresso veloce all’esperienza gastronomica prolungata. Il picco nel 2021 con 18.409 imprese attive, poi l’assestamento post-Covid a 17.438 realtà operative.
Metà dei locali non sopravvive
La mortalità è spietata: il 50% delle imprese chiude entro cinque anni dall’apertura. Milano punisce chi non regge la concorrenza feroce, gli affitti aumentati del 10% solo per inflazione, i costi energetici alle stelle. Servirebbero almeno mille lavoratori in più tra cuochi, camerieri e altre figure, ma il personale scarseggia e costa.
Turismo salva ma concentra il business
“Solo il turismo ci salva”, ammette Lino Stoppani, presidente Fipe ed Epam. Ma è un’arma a doppio taglio: compensa il calo dei consumi locali dovuto al carovita, però concentra il fatturato in poche zone privilegiate. Il risultato è la desertificazione commerciale di interi quartieri, privati dei servizi di prossimità essenziali.
Olimpiadi 2026: nuova benzina in arrivo
Le Olimpiadi invernali rappresentano l’orizzonte di speranza. Come Expo nel 2015, promettono di dare nuova linfa al settore con grandi eventi e flussi internazionali. Intanto Stoppani rilancia la proposta della cedolare secca per gli affitti commerciali e chiede riduzioni delle tasse locali per alleggerire il peso fiscale sui pubblici esercizi.
Highlights:
Le Olimpiadi invernali 2026 rappresentano la nuova speranza di crescita, sulla scia dell’effetto Expo che aveva dato impulso al settore nel 2015
In 11 anni Milano ha perso 1.651 bar ma guadagnato 2.340 ristoranti, con un’inversione di tendenza iniziata dopo Expo 2015 che ha ridisegnato la mappa gastronomica
Il 50% delle imprese di ristorazione chiude entro 5 anni dall’apertura, schiacciato da concorrenza spietata, affitti aumentati del 10% e costi energetici stellari
Dal 2014 al 2025 le imprese attive sono passate da 16.360 a 17.438, con un picco nel 2021 a 18.409 seguito da assestamento post-pandemia
Milano cerca disperatamente almeno 1.000 lavoratori tra cuochi, camerieri e altre figure professionali per coprire la carenza di personale nel settore
Il turismo compensa il calo dei consumi locali dovuto al carovita, ma concentra il business in poche zone creando desertificazione commerciale
Aumentano gli imprenditori stranieri (da 5.371 nel 2020 a 5.634 oggi) mentre calano donne e giovani nel settore della ristorazione milanese
Lino Stoppani chiede cedolare secca per gli affitti commerciali e riduzione tasse locali per alleggerire la pressione fiscale sui pubblici esercizi




