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Nel cuore di Milano, le bollicine d’eccellenza della Val di Cembra incontrano l’arte e l’architettura meneghina in una degustazione in bilico tra radici profonde e slancio verso il futuro. La cantina trentina presenta la linea 1673 in una cornice aristocratica che riflette le proprie origini nobiliari, sottolineando come autenticità territoriale e bellezza si fondano in un racconto di eccellenza spumantistica italiana

di M.L. Andreis

Sono le mura medievali del Castello Sforzesco di Milano a spiegare che, per capire certe storie di eccellenza, occorre una cornice all’altezza. Nel cuore di Milano, tra cortili rinascimentali e torri che sfidano il tempo, Cesarini Sforza ha scelto di raccontare la propria eccellenza attraverso una degustazione che sa di storia e territorio. Un parallelo naturale emerge tra queste mura imponenti e la cantina trentina: entrambe portano nel nome un’eredità che parla di nobiltà, ma entrambe le realtà protagoniste di questo incontro nascondono origini diverse da quelle che il nome suggerirebbe.

Come il Castello, che tutti chiamano Sforzesco ma che fu in realtà voluto dai Visconti nel XIV secolo, anche Cesarini Sforza ha radici che affondano oltre i confini trentini: la nobile famiglia arrivò infatti nella città del Concilio solo duecento anni fa, trasferendo da Parma un blasone che si sarebbe poi fuso perfettamente con il terroir alpino.

Le radici parmigiane di un’eccellenza trentina

La storia inizia nei salotti aristocratici del Ducato di Parma, dove i Cesarini Sforza erano membri effettivi del governo. Due secoli fa, il trasferimento nel Principato Vescovile di Trento segnò l’inizio di una nuova epoca: il conte Filippo assunse il ruolo di Podestà, la guida suprema della città, inserendosi in un contesto rurale dove le nobili casate contribuivano all’economia locale attraverso i propri possedimenti viticoli.

Fu Lamberto Cesarini Sforza, nel 1974, a trasformare questa eredità familiare in un progetto imprenditoriale ambizioso. Insieme ad alcuni amici, fondò l’azienda che avrebbe portato il prestigioso casato nel panorama spumantistico italiano, ponendosi l’obiettivo di conquistare palati educati e mercati internazionali con bollicine di altissima qualità.

Val di Cembra: un terroir d’altura per bollicine uniche

Come un pittore sceglie la tela più pregiata per il proprio capolavoro, Cesarini Sforza ha individuato nella Val di Cembra il territorio ideale per dare vita alle proprie creazioni. Questa valle si snoda a nord di Trento, percorsa dal torrente Avisio, dove i vigneti si arrampicano tra i 300 e gli 800 metri di altitudine, sostenuti da terrazzamenti delimitati da muretti a secco che si sviluppano per oltre settecento chilometri.

I terreni prevalentemente sabbiosi di origine porfirica, accarezzati dai venti della Valle dei Laghi, creano microclimi perfetti per Chardonnay e Pinot Nero. Qui, dove la marcata escursione termica tra giorno e notte preserva l’acidità dei grappoli, nascono uve destinate a diventare spumanti di grande longevità e complessità.

Innovazione e sostenibilità: un futuro con radici antiche

La tradizione sposa l’innovazione negli investimenti che dal 2019 hanno trasformato la struttura produttiva. Macchinari di ultima generazione garantiscono la costante salvaguardia della qualità, mentre l’efficientamento dei processi guarda alla sostenibilità ambientale. Nel 2024, l’installazione di un impianto fotovoltaico da 150,41 KW ha segnato un passo concreto verso l’autosufficienza energetica, riducendo l’impronta carbonica di oltre 68.000 kg di CO2 equivalente annui.

Anche il processo produttivo riflette questa filosofia di rispetto: dal liquido di origine vegetale utilizzato per la refrigerazione nel congelamento del collo (GREEN ICE) alla vendemmia esclusivamente manuale, ogni dettaglio racconta di un’attenzione che va oltre la semplice produzione.

1673: quattro interpretazioni di un territorio

La linea 1673 rappresenta il cuore pulsante della produzione Cesarini Sforza, quattro etichette che come note di una sinfonia esprimono sfaccettature diverse dello stesso terroir d’eccezione. Il numero che dà il nome alla linea richiama la storia millenaria di questi luoghi, dove ogni bottiglia racchiude l’energia dei vigneti d’altura e la sapienza di chi sa trasformare l’uva in emozione.

Riserva: l’eleganza che sa aspettare

Il 1673 Riserva nasce da Chardonnay in purezza dopo oltre settanta mesi di paziente affinamento sui lieviti. Bollicine fini come seta accarezzano il palato con note fruttate che si intrecciano a una mineralità persistente, eredità diretta dei terreni porfirici. Un equilibrio delicato che trova nella sapidità il proprio tratto distintivo, perfetto compagno di serate estive raffinate.

Rosé: quando il pinot nero si veste di rosa antico

Il colore rosa antico delicato tradisce subito la nobiltà del 1673 Rosé, dove piccolissime partite di Pinot Nero riposano sessanta mesi sui lieviti. Il perlage finissimo anticipa un bouquet che sa di frutti di bosco maturi, completato da freschi guizzi di rosa canina e ciliegia. Una setosità raffinata che trova nei crudi di mare e nei primi piatti leggeri la propria dimensione ideale.

Noir nature: l’essenza pura senza compromessi

A dosaggio zero, il 1673 Noir Nature esalta l’autenticità del Pinot Nero vinificato in bianco. Quarantotto mesi di affinamento sui lieviti donano a questo spumante grintoso una personalità graffiante ed elegante, dove acidità e salinità si sposano con sensazioni calde e speziate. Frutti rossi e pepe nero definiscono un carattere che non teme il confronto con piatti strutturati.

Millesimato: l’arte dell’assemblaggio perfetto

Unica referenza della linea a nascere dall’uvaggio, il 1673 Millesimato unisce la finezza aromatica dello Chardonnay al corpo del Pinot Nero. Trentasei mesi di affinamento regalano un giallo paglierino con riflessi ramati e un perlage cremoso. Note di mela Golden e pesca bianca si completano con delicate sfumature di crosta di pane, creando una complessità armoniosa sostenuta da un’acidità piacevole.

Una eredità antica che guarda al futuro

Con una produzione di circa un milione di bottiglie annuali, Cesarini Sforza rappresenta oggi uno dei pilastri del Trentodoc, quella denominazione che insieme a Franciacorta, Alta Langa e Oltrepò pavese costituisce la spina dorsale del metodo classico italiano. Un successo che affonda le radici nella visione lungimirante di Lamberto Cesarini Sforza e nella capacità di coniugare rispetto del territorio, innovazione tecnologica e passione per l’eccellenza.

Come le mura del Castello Sforzesco continuano a raccontare storie di grandezza attraverso i secoli, così le bollicine Cesarini Sforza portano avanti un’eredità di nobiltà che sa reinventarsi senza perdere la propria autenticità. Nelle sale affrescate di Milano come nei vigneti terrazzati della Val di Cembra, l’eccellenza trova sempre il modo di esprimersi, creando connessioni profonde tra passato e futuro, tra arte e sapori, tra tradizione e innovazione.


Highlights

La presentazione delle bollicine Trentodoc al Castello Sforzesco crea un parallelo suggestivo tra l’architettura rinascimentale milanese e l’arte spumantistica trentina, unendo in un unico racconto bellezza artistica ed eccellenza enologica in una cornice di straordinaria nobiltà.

I Cesarini Sforza, originari di Parma e trasferitisi in Trentino solo duecento anni fa, rispecchiano la storia del Castello che li ospita: entrambi portano nel nome un’eredità che nasconde origini diverse da quelle che il toponimo suggerirebbe, creando una suggestiva analogia storica.

La Val di Cembra si rivela terroir d’eccellenza con i suoi vigneti tra 300 e 800 metri di altitudine, terreni porfirici e microclimi perfetti per Chardonnay e Pinot Nero, dove oltre settecento chilometri di muretti a secco sostengono le viti in un paesaggio di rara bellezza alpina.

Dal 2019 Cesarini Sforza ha avviato importanti investimenti tecnologici culminati nel 2024 con l’installazione di un impianto fotovoltaico da 150 KW, simbolo dell’impegno verso la sostenibilità ambientale e l’autosufficienza energetica per una produzione rispettosa dell’ambiente.

La linea 1673 Riserva, con oltre settanta mesi di affinamento sui lieviti, esprime l’essenza dello Chardonnay trentino attraverso bollicine fini e mineralità persistente, rappresentando una delle migliori sintesi che il Metodo Classico italiano possa offrire agli intenditori più esigenti.

Il 1673 Rosé conquista per il suo rosa antico delicato e il perlage finissimo, frutto di piccolissime partite di Pinot Nero affinate sessanta mesi sui lieviti, regalando intense note di frutti di bosco e una pienezza palatale di straordinaria eleganza e versatilità gastronomica.

Il 1673 Noir Nature, proposto a dosaggio zero per esaltare l’autenticità del terroir, rappresenta l’essenza più pura del Pinot Nero vinificato in bianco, con quarantotto mesi di affinamento che donano carattere grintoso e personalità graffiante senza compromessi qualitativi.

Il 1673 Millesimato nasce dall’arte dell’assemblaggio tra Chardonnay e Pinot Nero, dove la finezza aromatica del primo si sposa al corpo strutturato del secondo, creando dopo trentasei mesi di affinamento una cuvée ricca ed equilibrata di straordinaria complessità.

La cantina Cesarini Sforza produce oggi circa un milione di bottiglie annuali, affermandosi come pilastro del Trentodoc e contribuendo a quella denominazione che rappresenta l’eccellenza del metodo classico italiano insieme a Franciacorta, Alta Langa e Oltrepò pavese nel panorama spumantistico nazionale.

L’evento milanese sottolinea come tradizione e innovazione si fondano nell’approccio Cesarini Sforza, dove il rispetto del territorio montano si coniuga con tecnologie all’avanguardia e sostenibilità ambientale, creando un modello di eccellenza per la spumantistica italiana del futuro.

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