L’atmosfera del DryMilano si è trasformata in un palcoscenico gastronomico dove lo stellato Paolo Griffa e Lorenzo Sirabella hanno dato vita a una sinfonia di sapori. Un incontro che ha unito la raffinatezza della cucina del Caffè Nazionale di Aosta alla contemporaneità milanese, in un dialogo continuo tra tecniche tradizionali e visioni innovative. Sei portate accompagnate da cocktail d’autore hanno disegnato un percorso in cui l’eleganza si è sposata con il gioco, trasformando ogni boccone in una scoperta. Un evento che inaugura il format “DryMilano Connexion – Chef edition”, promettendo nuovi incontri tra mondi culinari – solo – apparentemente distanti
di Massimo L. Andreis
Inaspettato come un colpo di dadi fortunato, l’incontro tra Paolo Griffa, chef stellato del ristorante Al Caffè Nazionale di Aosta, e Lorenzo Sirabella di DryMilano ha dato vita a una serata da ricordare. I due artisti del gusto hanno trasformato la location di Via Solferino in un laboratorio di creatività culinaria, inaugurando il nuovo format “DryMilano Connexion – Chef edition”. Come in un grande gioco di costruzioni, i due chef hanno assemblato ingredienti, tecniche e filosofie diverse per creare un’esperienza gastronomica che ha superato ogni aspettativa.

Il menu come un percorso ludico
Sorprendente come l’apertura di una scatola magica, il percorso gastronomico ha preso avvio con un impasto a vapore fritto accompagnato da riduzione di arancia, cerfoglio e anguilla affumicata. Un inizio che ha subito rivelato l’intento ludico della serata, con Griffa che ha portato a Milano il suo approccio “rigor-gioc-oso” alla gastronomia, fatto cioè di tecnica sopraffina e gusto per il divertismant, trasformando ingredienti tradizionali in composizioni inattese. L’abbinamento con l’Old Venezuelan (Rum Santa Teresa 1796, cordiale alla menta, Franciacorta Berlucchi ’61 brut) ha creato un contrappunto perfetto, dimostrando come anche l’arte della mixology potesse entrare in questo dialogo creativo orchestrato da Edris Al Malat.

Secondo atto: un palcoscenico di sapori audaci
Irriverente la terrina di fegato grasso con gelatina di oca al Madeira ha rappresentato il secondo momento di questa rappresentazione culinaria. Un incanto la fusione di grassezza e dolcezza, con una nota amaricante che ha riequilibrato ogni boccone, quasi come una mossa strategica in un gioco di abilità. Questo piatto ha dimostrato la maestria di Griffa nel maneggiare ingredienti pregiati, rispettandone l’essenza ma spingendoli verso nuovi orizzonti gustativi, proprio come fa abitualmente nel suo ristorante aostano.
Pizza e alta cucina: una danza che conquista
Audacia e sperimentazione si sono incontrate nella tartare di cervo con cipollotto, zest di limone, polvere di capperi, nocciola, erbette e fonduta si è rivelata una delle interpretazioni più riuscite della serata. Servita su un trancio di pizza, ha rappresentato la perfetta sintesi tra l’arte di Sirabella e la visione di Griffa. Come in un gioco di incastri perfetti, ogni componente ha trovato il suo posto in un equilibrio sorprendente, accompagnato dal cocktail DryQuiri (Rum Santa Teresa 1796, cioccolato fondente, acido d’arancia) che con la sua nota golosa di cioccolato ha completato un’esperienza sensoriale memorabile.

Il sublime giuoco delle consistenze
Ben bilanciato, lo gnocco di zucca e manzo alle prugne ha mostrato la capacità di Griffa di giocare con le consistenze e i contrasti. Come un abile giocoliere, lo chef stellato ha saputo mantenere in equilibrio la morbidezza della zucca con la profondità del manzo, creando un piatto che parlava di territorio e stagionalità ma con un linguaggio contemporaneo. A seguire, il trancio di pizza con Fontina DOP, verza, patate e pecora ha evidenziato la maestria di Sirabella nell’impasto: sapore rustico e leggerezza invidiabile, frutto di almeno 48 ore di lievitazione tra pre-impasto e prodotto finale.
Un saliscendi di sapori
Armonioso il drink Pane e Marmellata (Rum Santa Teresa 1796, Vermouth Mancino Sakura, bitter ai frutti rossi, pane fermentato) ha accompagnato queste proposte, dimostrando come anche la mixology potesse interpretare il tema del gioco gastronomico. Come in un altalena di sapori, il cocktail ha oscillato tra note dolci e amare, creando un’esperienza gustativa che ha amplificato le caratteristiche dei piatti serviti.

Finale con standing ovation
Chiusura all’insegna dell’eleganza con il soufflé Montebianco con impasto di castagne e timo, gelato al cioccolato e rum Santa Teresa 1796: un degno finale per una rappresentazione culinaria come quella andata in scena da Dry. Come nell’ultimo atto di un gioco ben orchestrato, il dolce ha riunito tutti gli elementi della serata: tecnica, creatività e un pizzico di audacia. Nonostante le sei portate e i tre cocktail, gli ospiti si sono sentiti sorprendentemente leggeri, segno evidente della sapienza dei due chef nel creare un menu equilibrato e armonioso.
Dietro le quinte di un successo annunziato
La partnership tra i due chef non è stata casuale. “Le collaborazioni più stimolanti nascono dall’incontro tra mondi culinari differenti”, aveva dichiarato Griffa prima dell’evento. “Con Lorenzo Sirabella costruiremo un percorso che intreccia tecnica e gioco. Dall’amuse-bouche alla pizza, fino al dolce, ogni piatto sarà una conversazione viva tra le nostre identità”. E così è stato: una serata di scambio dove la cucina stellata e la pizza gourmet hanno dialogato come pedine di uno stesso gioco, creando un’esperienza unica per i fortunati partecipanti che hanno investito 90 euro per questo viaggio gastronomico.

Una nuova stagione di contaminazioni
Il format DryMilano Connexion – Chef edition promette di diventare un appuntamento fisso per gli amanti della gastronomia milanese. Un progetto che celebra la contaminazione tra mondi culinari e l’incontro tra talenti del panorama gastronomico italiano. In un’epoca in cui le etichette sembrano sempre più limitanti, esperienze come quella vissuta con Griffa e Sirabella dimostrano come il vero valore stia proprio nel superamento dei confini, nell’incontro tra diverse filosofie che, come in un puzzle perfettamente composto, creano un’immagine nuova e sorprendente.
Highlights
Una serata da DryMilano che ha unito l’eleganza stellata di Paolo Griffa alla visione pop di Lorenzo Sirabella, in un dialogo gastronomico senza precedenti.
L’impasto della pizza di Sirabella, con 48 ore di lievitazione, ha stupito per la sua leggerezza, permettendo di apprezzare appieno il menu di sei portate.
La terrina di fegato grasso si è rivelata la vera stella della serata, fondendo il grasso e il dolce con una nota amaricante in modo sorprendentemente originale.
I cocktail firmati da Edris Al Malat non sono stati semplici accompagnamenti ma protagonisti del racconto gastronomico, in particolare il DryQuiri al cioccolato.
Ogni piatto ha rappresentato una “mossa” nel gioco gastronomico orchestrato dai due chef, in un crescendo di complessità e armonia di sapori.
La tartare di cervo su pizza ha incarnato perfettamente la filosofia dell’evento: l’incontro tra due mondi apparentemente distanti ma complementari.
I 90 euro del menu completo si sono rivelati un investimento equo per un’esperienza che ha saputo unire alta cucina, pizza gourmet e mixology d’autore.
Il format DryMilano Connexion si conferma un laboratorio di contaminazione culinaria dove tradizione e innovazione giocano alla pari.
Nonostante la complessità del menu, gli ospiti hanno apprezzato la leggerezza finale, segno di un percorso gastronomico sapientemente bilanciato.
L’evento ha inaugurato una nuova stagione di collaborazioni che promette di ridisegnare i confini tra le diverse espressioni della gastronomia italiana.Riprova