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Nel cuore della capitale europea del riso, Vercelli ospiterà a maggio la prima Italy Sushi Cup, selezionando il campione italiano che volerà a Tokyo per rappresentare il tricolore nella prestigiosa World Sushi Cup. Un ponte culinario tra culture millenarie, dove l’arte del sushi diventa ambasciatrice di pace in un’epoca di conflitti. Sotto l’occhio attento di maestri leggendari come Hirotoshi Ogawa e Minoru Hirazawa, l’Italia celebra la maturità raggiunta nella cucina nipponica, trasformando grani di riso in potenti messaggi di armonia internazionale

di M.L.Andreis

Come un dashi perfettamente bilanciato, l’essenza della tradizione culinaria giapponese si diffonde in Italia con intensità e delicatezza. A Milano, nel raffinato scenario del ristorante “Shiro”, è stata presentata la prima edizione dell’Italy Sushi Cup, competizione che decreterà chi avrà l’onore di rappresentare l’Italia nella World Sushi Cup di Tokyo. Alla presenza del maestro Hirotoshi Ogawa (nella foto di apertura), vera “divinità” del firmamento gastronomico nipponico, l’evento ha segnato un momento storico per la cucina giapponese nel nostro paese.

Il riso come ponte tra culture millenarie
Non è casuale la scelta di Vercelli come sede dell’evento. La “Capitale europea del riso” diventa il teatro perfetto per questo incontro tra tradizioni, simile a un matrimonio tra due ingredienti apparentemente distanti che insieme creano un sapore nuovo e sorprendente. Come il wasabi che incontra il pescato fresco, così la tradizione risicola italiana abbraccia l’arte del sushi, creando un legame che trascende i confini geografici e culturali.

La World Sushi Cup, nata nel 2014, è una competizione di respiro internazionale che premia il miglior sushiman non giapponese del mondo. Come un maestro che custodisce gelosamente le tecniche di affettatura del pesce, la manifestazione è sostenuta dal Ministero giapponese di Agricoltura, silvicoltura e pesca, e promossa dall’Ajsa – All Japan Sushi Association e dal World Sushi Skill Institute. L’obiettivo del Wssi è preservare e diffondere la tradizione del sushi nel mondo, formando chef professionisti e certificandone le competenze attraverso esami rigorosi come lame di coltello perfettamente affilate.

Un percorso di preparazione meticoloso (come la pulizia di un pregiato tonno)
Per partecipare alla Sushi Cup, ogni candidato deve superare il corso di formazione base del Wssi, dimostrando di padroneggiare le tecniche fondamentali del sushi. Come un apprendista che impara a dosare perfettamente l’aceto nel riso, gli chef devono unire la conoscenza delle antiche pratiche tradizionali a un’estrema attenzione per l’igiene.

La fase di selezione italiana è organizzata da Airg (Associazione italiana ristoratori giapponesi) e vedrà sfidarsi alcuni tra gli chef più esperti e rinomati nell’arte del sushi in Italia. Al vincitore spetterà l’onore di rappresentare per la prima volta il tricolore nelle finali mondiali del World Sushi Cup ad agosto 2025 a Tokyo. Un riconoscimento che, come una perla nascosta in un’ostrica, testimonia la maturità e l’eccellenza della proposta gastronomica giapponese in Italia.

Le tre prove: preparazione allestimento e creazione
La competizione si svolgerà come una danza di precisione e creatività. I partecipanti dovranno affrontare tre prove: la preparazione del pesce e degli ingredienti per sushi e sashimi; l’allestimento di una composizione di Edomae-sushi tradizionale; e la creazione di una composizione di Sushi Creativo. Come un maestro che bilancia umami, dolcezza e acidità, i giudici valuteranno le competenze tecniche, la conoscenza degli stili tradizionali e la presentazione dello stile personale, senza dimenticare l’attenzione all’igiene e alla sicurezza alimentare.

A giudicare gli chef sarà una giuria prestigiosa composta dai grandi nomi del sushi internazionale. Come shokunin che trasmettono la loro saggezza, la giuria vedrà la presenza dello chef Gentaro Yamazaki, docente emerito di Wssi, selezionato personalmente dal maestro Hirotoshi Ogawa, icona mondiale dell’alta cucina giapponese, Direttore WSSI e Goodwill Ambassador of Japanese Cuisine per il Ministero Giapponese.

Il pioniere che ha portato il Giappone in Italia
Fondamentale anche la presenza in giuria di Minoru Hirazawa, nome di spicco della gastronomia giapponese in Italia: un visionario che ha introdotto il verbo gastronomico del Sol Levante nel nostro paese, sin dal lontano 1972, anno in cui si è trasferito da Osaka a Roma. Come un seme di sesamo che, piantato in terra straniera, fiorisce e si diffonde, Hirazawa ha aperto nel 1989 il primo sushi bar italiano a Milano: il Poporoya, insegna storica, ancora oggi punto di riferimento per tutti i food lovers e gli appassionati di cultura nipponica.

Minoru Hirazawa al centro della foto in piedi

Il maestro Hirazawa è anche fondatore e presidente di Airg, associazione con la quale dal 2003 promuove la conoscenza dell’autentica cucina giapponese attraverso attività, corsi, eventi e degustazioni. Come un brodo dashi che lentamente estrae i sapori umami dai suoi ingredienti, l’Airg ha lavorato pazientemente per diffondere la cultura gastronomica nipponica in Italia.

Un concorso aperto a chef con esperienza e certificazione
La competizione è aperta a chef che abbiano maturato un’esperienza di almeno cinque anni come sushiman. I candidati devono risiedere e lavorare in Italia, oppure, se lavorano all’estero, devono avere cittadinanza italiana. Come il riso che deve essere lavato con cura prima della cottura, è indispensabile essere in possesso del Sushi Proficiency Certificate, documento rilasciato dalla National Association of Commercial Health and Sanitation Industry Associations, necessario per attestare la conoscenza delle nozioni base fondamentali per un sushiman.

Sushi: un dialogo tra culture e popoli
In un mondo attraversato da conflitti e tensioni, la cucina giapponese si erge come un faro di pace e comprensione culturale. Come i delicati petali di sakura che annunciano la primavera dopo il freddo inverno, il sushi diventa simbolo di rinascita e dialogo tra popoli. L’arte culinaria giapponese, con la sua ricerca dell’armonia e dell’equilibrio, rappresenta un potente strumento di diplomazia culturale, capace di unire dove le parole dividono.

Tra i principali partner e sostenitori dell’Italy Sushi Cup troviamo il riso New Kenji, della vercellese Mundi Riso; il pesce Copromar; Hasegawa per gli strumenti professionali; Yamasa per la salsa di soia; Mizkan per i condimenti; Kinjirushi per il wasabi; Foodex come importatore di prodotti giapponesi; JFC International, leader europeo nel mercato alimentare asiatico. Come ingredienti che si fondono in un nigiri perfetto, questi partner contribuiscono a creare un evento di eccellenza, ponte tra tradizioni e culture diverse.

HIGHLIGHTS

L’Italy Sushi Cup si terrà a Vercelli, capitale europea del riso, creando un simbolico ponte tra la tradizione risicola italiana e l’arte del sushi giapponese, un incontro di culture unite dall’amore per lo stesso ingrediente.

Come un maestro che affila con precisione il suo coltello, la World Sushi Cup seleziona dal 2014 il miglior sushiman non giapponese, diffondendo la cultura nipponica nel mondo attraverso i suoi ambasciatori gastronomici.

La partecipazione italiana al World Sushi Cup rappresenta un riconoscimento della straordinaria maturità raggiunta dai nostri chef nel padroneggiare l’arte del sushi, trasformando l’Italia in un avamposto della cucina giapponese.

Minoru Hirazawa, pioniere della cucina giapponese in Italia dal 1972, siede in giuria come custode della tradizione, avendo piantato il seme del sushi nel nostro paese che oggi fiorisce in eccellenze riconosciute a livello mondiale.

La competizione richiede ai partecipanti un equilibrio perfetto tra tradizione e innovazione, come un brodo dashi che bilancia umami e delicatezza, attraverso tre prove che testano tecnica, rispetto per la tradizione e creatività.

La giuria internazionale, guidata dal maestro Gentaro Yamazaki, rappresenta l’eccellenza mondiale del sushi, garantendo che il vincitore italiano incarni i valori di precisione, rispetto per gli ingredienti e armonia tipici della cucina giapponese.

L’Airg dal 2003 promuove l’autentica cucina giapponese in Italia, come un maestro che pazientemente insegna ai suoi discepoli, diffondendo i valori di accoglienza, cura e qualità propri della cultura nipponica.

In un’epoca di conflitti e tensioni globali, la cucina giapponese si erge come ambasciatrice di pace, unendo culture diverse attraverso il linguaggio universale del cibo, più efficace di qualsiasi trattato diplomatico.

Il sushi, con la sua semplicità apparente che nasconde una complessità di tecniche, rappresenta la filosofia giapponese dell’armonia e dell’equilibrio, valori di cui il mondo contemporaneo ha disperatamente bisogno.

Come il wasabi che deve essere dosato con precisione per non sopraffare gli altri sapori, così la competizione insegna il valore del rispetto e dell’equilibrio, principi fondamentali sia nella cucina che nelle relazioni internazionali.

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