In un’esclusiva serata milanese, il ristorante SACHI presso Palazzo Cordusio Gran Meliá e l’azienda giapponese Dassai hanno dato vita a una degustazione basata sul pairing tra piatti sopraffini e inaspettati sakè. Che non solo hanno conquistato il palato degli ospiti, ma si preparano ad andare nello spazio, con il produttore del Sol Levante che progetta di dar vita al primo “sakè lunare”, un’ambizione che supera i limiti terrestri
di Massimo L. Andreis
Letteralmente all’ombra della Madonnina (benché di notte), con vista sui marmi e le guglie lunari del Duomo che si stagliano verso il cielo scuro, il ristorante SACHI, gioiello culinario incastonato nel prestigioso Palazzo Cordusio Gran Meliá, ha ospitato un evento esclusivo: la prima Sake Dinner in collaborazione con Dassai, celebre marchio di sakè giapponese. La serata ha celebrato l’incontro tra l’eccellenza culinaria del locale e la tradizione millenaria della bevanda alcolica simbolo del Sol Levante, confermando il ristorante come una vera e propria “food & wine destination” meneghina e rivelando la grande versatilità varietà e qualità dei prodotti dell’azienda nipponica.
Mangiare e bere con vista sul Duomo
Dalla terrazza di SACHI, lo sguardo si perde sull’iconico Duomo di Milano, un connubio perfetto tra l’eleganza nipponica e la maestosità meneghina, un dialogo silenzioso tra due culture millenarie.
Aperto da poco più di un anno, il ristorante SACHI, con i suoi 60 coperti interni e altrettanti sulla splendida terrazza con vista inedita sulla cattedrale dedicata a “Maria nascente”, si prepara ad accogliere la Milano Design Week con un’offerta di aperitivi raffinati, mentre per la stagione estiva sono in programma serate con musica dal vivo e intrattenimento. Situato all’ultimo piano del Palazzo Cordusio Gran Meliá, il locale punta a creare un’atmosfera unica: “sachi” in giapponese significa “felicità”, un concetto che guida la mano dello chef Moon Kyung Soo, che attinge a rituali e tradizioni antiche per creare un percorso gastronomico indimenticabile.

Dassai: un ponte tra la terra e le stelle
Come un’antica danza di lontre lungo i fiumi, il sakè Dassai incanta i palati con la sua eleganza e complessità, un’arte liquida che si prepara a conquistare lo spazio.
Dassai, prodotto da Asahi Shuzo Co., azienda nata nel 1948, è un’icona del Giappone che incarna l’equilibrio perfetto tra tradizione artigianale e innovazione tecnologica. Fondato nel 1992, il marchio si distingue per il suo approccio audace, unendo metodi tradizionali a tecnologie d’avanguardia per creare 6 milioni di bottiglie di sakè di altissima qualità. “Tutte fatte a mano”, come precisa Leopoldo Puzielli, brand ambassador dell’azienda con sede nella prefettura di Yamaguch, che concentra la produzione in un’unica sede con 300 vasche. “Considerando che la domanda che arriva all’azienda è doppia rispetto alla produzione, secondo il mercato siamo molto al di sotto della nostra potenzialità di sviluppo…”, racconta Puzielli.
Per quale ragione proprio al SACHI questa degustazione, chiediamo al nostro anfitrione. La risposta è abbastanza scontata: “Ci sembrava la location ideale per portare alla vostra conoscenza, o meglio, a un livello di conoscenza più approfondito attraverso una degustazione guidata – in pairing con i piatti di un ristorante così illustre – questo prodotto, di cui in Italia si sa ancora poco tutto sommato”. Ed in effetti, Leopoldo ci ha davvero guidati in un viaggio sensoriale (espressione che sa molto di ChatGpt & soci ma che mai come in questo caso è veritiera, ndr) attraverso abbinamenti che hanno esaltato la complessità, la varietà, la versatilità di questa bevanda a base di riso, che al palato rivela declinazioni inaspettate, anche grazie a un menu studiato ad hoc. Ecco dunque un percorso in sei tappe con altrettanti piatti e bottiglie di sakè di questo “piccolo” produttore nel sud ovest del Paese del Sol Levante, che dà lavoro a 210 persone con una età media di 28 anni.

Un viaggio sensoriale in sei piatti e sei sakè (2 inediti in Italia)
Un’orchestra di sapori, un’armonia di note fruttate e floreali: la degustazione ha svelato la complessità e la versatilità del sakè Dassai, un’esperienza che ha deliziato i sensi e stimolato la curiosità.
Gli ospiti hanno avuto l’opportunità di degustare alcune delle etichette più iconiche, tra cui il raffinato Dassai 23, il complesso Dassai 39 e il raro ed esclusivo Dassai Beyond. Due etichette, il Dassai 45 DEX e il Dassai 23 Bisui, “vengono presentate per la prima volta in Italia”, ha spiegato Silvestre. Che spiega poi come il 60% della produzione venga esportata all’estero, con USA e Cina come principali mercati seguiti da Hong Kong e Singapore. In Italia Dassai è presente da 10 anni, oltre che in alcuni ristoranti esclusivi, anche attraverso eventi spot come a Fondazione Prada e, non da ultimo, al ristorante SACHI del Melià Cordusio.
L’eccellenza in ogni dettaglio, un’arte che tende alla perfezione
Dalla selezione del riso alla fermentazione, ogni fase del processo produttivo è curata nei minimi dettagli, per un sakè di ineguagliabile qualità, un’opera d’arte liquida che racchiude secoli di tradizione e innovazione.
La filosofia di Dassai si basa sull’eccellenza nella semplicità: solo sakè Junmai Daiginjo, la categoria più pregiata, ottenuto con la massima cura nella selezione del riso, nella sua raffinazione estrema e in un processo produttivo meticoloso. L’azienda utilizza solo acqua purissima delle sorgenti di Yamaguchi e riso Yamada Nishiki lucidato fino a livelli quasi impensabili, arrivando anche al 23% del chicco originale. “La cifra che manca ad arrivare a 100, esprime la percentuale di massa che il chicco di riso alla base della produzione di sakè ha perso durante la lavorazione“, ha spiegato Puzielli. Così il Dassai 23 ha perso il 77% del chicco, il Dassai 39 il 61% e così via, trasformando ogni etichetta in un racconto di precisione e artigianalità.

Un pairing inedito, un’esperienza unica
Come un’opera d’arte, ogni piatto è stato studiato per esaltare le sfumature del sakè Dassai, creando un’esperienza gastronomica unica, un’armonia di sapori che ha deliziato i palati più esigenti.
Il menu della serata è stato studiato nei minimi dettagli per valorizzare ogni etichetta selezionata. Si è iniziato con un’Amuse Bouche in abbinamento al Dassai 23, con Crispy Sushi al tartare di tonno e Crispy Sushi al tartare di salmone. A seguire, il primo piatto prevedeva Polpo cotto a bassa temperatura con maionese allo yuzu e foglie di shiso, abbinato al Dassai 39. Il secondo piatto proponeva una selezione di nigiri e Enoki Maki con aglio nero e funghi shiitake, accompagnati dal Dassai 45. Il terzo piatto, servito con il Dassai 45 DEX, presentava il pregiato Black Cod con hajikami e cetriolo amazu. A seguire, il Dassai 23 Bisui è stato accostato a una Wagyu Steak con verdure in salamoia e sale affumicato. La serata si è conclusa con un Matcha Tiramisu, accompagnato dal Dassai Nigori 45 Sparkling, e un tè al gelsomino giapponese servito con petit fours.

Il quinto elemento
Un’alchimia di elementi, un’essenza di passione: il sakè, nato da cinque ingredienti, si eleva ora verso l’infinito, sfidando la gravità e conquistando le stelle.
Quali sono gli ingredienti del sakè abbiamo chiesto alla nostra guida in questo viaggio culinario. “Cinque” la risposta che in apparenza potrebbe sorprendere le “cinture nere” esperte della bevanda giapponese, che affonda le radici in un passato lontanissimo e nebuloso, essendo datata la sua nascita in un periodo lunghissimo compreso tra 300 avanti e dopo Cristo, quando il cereale arrivò dalla Cina in Giappone: “Acqua, koji (una muffa nobile) e lieviti”, ci risponde Leopoldo, per poi aggiungere: “Tradizionalmente ci vogliono circa due mesi per ottenere il prodotto finito e si passa attraverso una serie di step precisi, che coinvolgono, tra gli altri, la cottura a vapore e la fermentazione. “Ma il quinto elemento?”, incalziamo pensando a un errore o a una dimenticanza. Nient’affatto, alla luce della replica: “La passione”. Una passione tanto grande, da sfidare ora persino il cielo, anzi lo spazio.

La conquista dello spazio, ultima frontiera di un sogno
Come un’astronave che solca l’infinito, Dassai si prepara a conquistare nuovi orizzonti, portando il suo sakè nello spazio, un’avventura che sfida i limiti della gravità e dell’immaginazione.
Sì perché – come ci racconta Leopoldo, è proprio lo spazio la nuova, ultima frontiera per il sakè Dassai. Asahi Shuzo sta programmando di andare dove nessun produttore di sake è mai stato prima. Un inedito viaggio sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). “La differenza di gravità potrebbe influenzare il modo in cui il calore abitualmente ‘penetra’ nel fluido, avanzando un processo di fermentazione diverso da quello terrestre”, ha affermato Puzielli. Ma l’obiettivo finale (solo un sogno?) è ancora più ambizioso, se non visionario: quello di produrre sakè sulla Luna. “In un futuro dove gli esseri umani possono liberamente viaggiare tra la Luna e la Terra, alcuni visiteranno il nostro satellite come turisti. Questo progetto mira a creare un sakè che possa essere gustato proprio lì, permettendo ai visitatori dello spazio di trascorrere momenti deliziosi, sorseggiando sakè”, ha affermato Souya Uetsuki, il birraio responsabile del progetto. Peraltro, “non c’è garanzia di successo al 100% per i test di fermentazione”, ha precisato. Ma se funzionerà, solo una bottiglia da 100 ml prodotta in orbita sarà venduta sulla Terra per 100 milioni di yen. Che in dollari suonano come 653.000.
Sarà una estrazione speciale a decretare chi tra i potenziali acquirenti avrà il privilegio di fare suo questo “nettare stellare”.
(Chissà se potrebbe interessare anche a uno come Elon Musk, che si proietta già ben oltre la Luna, verso Marte… Ma questa è DECISAMENTE un’altra storia…).
Highlights
• SACHI Milano ha ospitato la prima Sake Dinner in collaborazione con Dassai.
• La Sakè Dinner ha presentato sei etichette Dassai, tra cui due inedite in Italia
• Il menu kappo ryori ha valorizzato ogni sfumatura del sakè attraverso pairing studiati ad hoc
• Dassai produce sei milioni di bottiglie all’anno, esportando il 60% della sua produzione
• Ogni bottiglia indica la percentuale di riso rimasto dopo la lavorazione, segno distintivo del brand
• La produzione di sakè Dassai prevede un meticoloso processo di polverizzazione e fermentazione del riso Yamada Nishiki
• Il Dassai 23 Bisui e il Dassai 45 DEX sono stati presentati per la prima volta sul mercato italiano
• Asahi Shuzo sta lavorando alla produzione di un sakè nello spazio, segnando una svolta epocale nel settore
• Il ristorante SACHI offre un’esperienza immersiva tra cucina kappo, sakè d’autore e un panorama unico su Milano
• L’evento ha rappresentato un momento chiave per la diffusione della cultura del sakè in Italia







