di Massimo Andreis
La notte del 10 dicembre si è spenta a Milano improvvisamente una delle figure più iconiche dell’arte bianca italiana: Vincenzo Santoro, anima e cuore del brand Pasticceria Martesana dal 1966. Il Maestro pugliese ha dedicato la sua vita alla dolce arte, trasformando un sogno in una realtà riconosciuta a livello internazionale. La sua scomparsa lascia un vuoto immenso nel mondo dell’alta pasticceria, ma il suo lascito continuerà a ispirare generazioni di artigiani.
Ricordi dolci, ricordi amari
Nato in una famiglia umile di un piccolo paese della Puglia, Santoro si trasferì giovanissimo a Milano in cerca di un futuro migliore. Il destino lo portò quasi per caso nel mondo della pasticceria: vedendolo incantato dai panettoni dietro le vetrine del suo negozio, il titolare gli offrì un lavoro. Da semplice garzone, con sacrificio e determinazione, riuscì a mettersi in proprio, prima con la Pasticceria Santoro in zona Greco, e poi con Martesana, marchio attivo dal 1966 in via Cagliero a Milano, che rilevò trasformandolo in una maison rinomata. In anni più recenti, il via all’espansione con l’apertura di altre location meneghine in zona Sarpi, Sant’Agostino, Mercato Centrale e Porta Romana. Quindi, l’estate scorsa, l’approdo fuori dai confini cittadini, con un punto vendita nella centralissima piazza Volta di Como.
Ogni dolce creato da Santoro racchiudeva la sua storia, fatta di sacrifici, sogni e ambizioni. Le sue mani, abili e instancabili, hanno creato non solo prelibatezze, ma un intero universo di sapori che ha conquistato i palati milanesi e non solo.
L’espansione continua
Dal 2021, il marchio Martesana è sotto il controllo dei fondi Eagle Capital Ventures e Mega Holding, che hanno saputo raccogliere l’eredità del Maestro. Guidati dal desiderio di onorare la memoria di Santoro, certamente intendono proseguire sulla strada dello sviluppo e dell’innovazione.
La crescita del brand negli ultimi anni è stata inarrestabile: nuove aperture e un deciso investimento su e-commerce e B2B stanno ampliando il raggio d’azione di Martesana. Il sogno del Maestro di portare l’eccellenza artigianale italiana oltre i confini nazionali è più vivo che mai.
“Ogni passo arriva nel momento giusto” amava ripetere Santoro. Oggi, quelle parole risuonano come un viatico (e un monito) per chi continuerà ad accompagnare la crescita della sua “creatura”, con lo stesso amore, la stessa umiltà e la stessa dedizione che lui ha sempre messo in ogni gesto.
Un ricordo personale, nel segno del panettone
Forse non è un caso che Vincenzo sia mancato sotto Natale, la festa che lo vedeva impegnatissimo nella produzione dei suoi panettoni iconici, quelli dalla cui ammirazione di ragazzino davanti a una vetrina tutto aveva avuto iniziato.
In uno degli ultimi, sempre piacevoli – e certamente ispiratori – incontri con lui, Santoro aveva ripercorso, commosso, l’excursus che l’aveva portato, dalla terra natia, a soli 11 anni a Milano con uno dei 5 fratelli, letteralmente in certa di fortuna. “Stare in Puglia? A fare cosa! Già in quarta elementare, per racimolare qualche soldino, andavo a fare qualche lavoretto dai ricchi del paese: per comprarmi un panino”, raccontava commosso. La fortuna l’avrebbe sì trovata all’ombra della Madonnina, ma al prezzo di una gavetta, di sacrifici, di coraggio e di intraprendenza che rimangono, tanto quanto le sue creazioni, il lascito più bello del Maestro a tutti quelli che l’hanno conosciuto e incontrato, ammirati dall’aura che lo circondava, fatta di orgoglio per quanto realizzato certo, irriducibile voglia di fare anche, ma, e soprattutto, incredibile umiltà. Quella che gli faceva trascorrere ore a occuparsi di incartare dolci “dietro le quinte” di uno dei suoi negozi, se necessario: “La mano invisibile”, come dicevano i suoi collaboratori. Sui quali, invisibile, c’è da giurarci che continuerà a vegliare, come su tutte le sue creature, (i) dolci e non solo…