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A Les Diablerets, tra le cime del Glacier 3000, sorge il nuovo ristorante progettato dall’architetto Mario Botta. La struttura, ricostruita dopo un incendio, rappresenta una fusione di design, sostenibilità e funzionalità. Durante l’inaugurazione, la ministra vodese Isabelle Moret ha promesso un’esperienza mozzafiato, sottolineando il valore del progetto nella strategia turistica del Canton Vaud. Un’architettura che non è solo uno spazio, ma un’esperienza a 3000 metri di quota

 

 

Simbolo di resistenza e innovazione tra le vette, il Glacier ha un nuovo gioiello architettonico. Distrutto da un incendio due anni fa, il ristorante d’alta quota Glacier 3000 non è solo stato ricostruito, ma reinventato. Mario Botta, maestro di forme e materiali, ha donato alla montagna un edificio che si fonde con l’ambiente e guarda al futuro. La ministra Isabelle Moret, presente all’inaugurazione, ha descritto la struttura come più moderna, funzionale e sostenibile rispetto alla precedente.

Design e paesaggio per un turismo a 4 stagioni
Visitare il nuovo ristorante sul Glacier 3000 non è semplicemente mangiare a 3000 metri: è un’immersione nel sublime. La terrazza panoramica offre una vista mozzafiato che unisce le Alpi svizzere in un solo sguardo, mentre il design firmato Botta valorizza ogni dettaglio, rendendo ogni momento un’esperienza. La ministra Moret ha sottolineato come questa nuova struttura rappresenti un fiore all’occhiello per il Canton Vaud, un simbolo della sua capacità di reinventarsi e attirare visitatori durante tutte le stagioni.

Non più solo sci e neve, ma un’offerta turistica pensata per tutto l’anno. Il Glacier 3000 è il cuore di questa strategia. Con attività che spaziano dalle escursioni estive alle degustazioni gourmet, la nuova struttura si inserisce in un contesto che guarda a un turismo sostenibile e diversificato. Les Diablerets non è più una meta, ma una destinazione che evolve con le stagioni.

L’arte e la tavola incontrano l’architettura
Come fa uno chef d’eccezione in cucina, Mario Botta non progetta edifici: crea esperienze. Il suo lavoro sul Glacier 3000 riflette una visione in cui il paesaggio naturale diventa protagonista, incorniciato da geometrie audaci e materiali rispettosi dell’ambiente. Un connubio perfetto tra innovazione e tradizione che celebra il legame tra uomo e natura e della natura e dell’uomo con il cibo.

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