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Con il progetto Le Pievi del Vino Nobile di Montepulciano presentato al ristorante Cortile Flora di Milano, il Consorzio toscano punta a valorizzare le storiche sottozone vitivinicole della denominazione, chiamate Pievi, che affondano le radici nell’epoca medievale. Obiettivo: dar vita a etichette premium attraverso il miglior Sangiovese. Una promozione del vino certo ma al contempo un racconto del territorio, della cultura e della storia di Montepulciano. Il debutto nel 2025 per un prodotto di eccellenza che cattura l’essenza di uno dei terroir più affascinanti d’Italia

di Massimo Andreis

Il Vino Nobile di Montepulciano è un simbolo della Toscana che resiste alla prova del tempo, un legame profondo con la tradizione che non teme di guardare al futuro. Ma per quanto il passato glorioso possa essere la cifra della sua identità, è la sua capacità di evolversi che lo rende ancora oggi un vino di eccellenza, ambito e rispettato. E in questo scenario di continui cambiamenti, nasce un progetto destinato a lasciare il segno: Le Pievi del Vino Nobile di Montepulciano.

Questo nuovo capitolo della storia del Nobile non si limita a celebrare l’antica tradizione, ma la rinnova, la rende contemporanea e, soprattutto, la prepara per le sfide del futuro. Un racconto che parte dal passato e si proietta, audacemente, verso il futuro, senza mai dimenticare da dove è nato.

I vini delle Pievi

Un progetto che riaccende la storia
La grande novità è arrivata sotto il segno di Le Pievi, un progetto che intende ridare vita alle storiche sottozone della denominazione, legate a quel territorio che da secoli affonda le sue radici nell’antica tradizione ecclesiastica e agricola della zona. È il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ad aver deciso  di dare una nuova veste a queste 12 sottozone storiche – chiamate Unità Geografiche Aggiuntive (UGA) – che segnavano, fin dall’epoca medievale, i confini delle parrocchie e delle pievi che punteggiavano la campagna poliziana. Inizialmente concepito come un ritorno alle origini, il progetto ha saputo fare un passo decisivo verso l’innovazione, affermando che il futuro del Vino Nobile non può prescindere dalla riscoperta del passato.
“Una terra di arte di storia e di vino dove gli enoturisti possono annusare non solo il profumo del vino ma anche quello della storia dei luoghi dove nasce e di cui è espressione”, dice Susanna Crociani, vicepresidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, presentando il progetto Le Pievi a Milano, nel ristorante Cortile Flora, in zona Moscova. La storicità di Montepulciano è infatti un valore che il consorzio desidera comunicare a livello globale, per far comprendere ai consumatori non solo la qualità, ma anche la profondità di ogni bottiglia di Vino Nobile.

La presentazione del progetto de Le Pievi al ristorante Cortile Flora di Milano

Ma cosa significa Pieve? Non si tratta di una semplice menzione geografica, bensì di un vero e proprio simbolo di continuità storica, un’etichetta che porta con sé un significato profondo. Ogni singola pieve di Montepulciano rappresenta un pezzo di storia, un capitolo del racconto che ha visto crescere e affermarsi il Vino Nobile fin dal 1350, quando le prime tracce documentate del vino venivano lasciate nei contratti di commercio. L’adozione dei nomi delle pievi, infatti, non è solo una scelta estetica o nostalgica, ma una volontà precisa di riportare alla luce una tradizione secolare, che affonda le sue radici nel Medioevo e che giunge intatta fino ai giorni nostri.
Un vino che rinnova la scommessa
Il progetto Le Pievi non si limita alla sola celebrazione storica, ma si propone di rinnovare l’identità del Vino Nobile di Montepulciano, preparandolo ad affrontare le sfide del mercato globale. Con l’annata 2021, 40 aziende vitivinicole hanno scelto di aderire al progetto, selezionando il miglior Nobile da destinare alla creazione di queste nuove etichette premium. Il debutto ufficiale avverrà nel 2025, ma le prime aspettative sono già alle stelle. Perché, se è vero che il Nobile è sempre stato un vino di qualità, oggi più che mai si è fatto spazio tra i grandi nomi del panorama vitivinicolo internazionale, grazie a una combinazione unica di territorio, tradizione e innovazione.
“I nostri vini vanno anche, anzi soprattutto a chi non è stato né presumibilmente verrà mai a Montepulciano“, afferma Crociani. “Dobbiamo far capire loro come si caratterizza ciascuno di questi vini, quello nato in una contrada piuttosto che in un’altra, attraverso il racconto del territorio”. È proprio attraverso il racconto che il progetto intende portare avanti l’eredità storica del Vino Nobile, facendo emergere la peculiarità di ciascuna sottozona e il legame profondo tra il vino e la terra che lo produce.

Vista su Montepulciano e il suo terroir

Il disciplinare che regola il Vino Nobile di Montepulciano Pieve è rigoroso e definito, con un focus sulla qualità che non lascia nulla al caso. Il Sangiovese (Prugnolo Gentile), che rappresenta il cuore della denominazione, deve essere presente almeno per l’85% nel vino, e la resa massima per ettaro è fissata a 70 quintali, garantendo un prodotto di estrema concentrazione e intensità. Il periodo di affinamento, che deve essere di almeno 36 mesi, di cui 12 in legno, assicura che il Vino Nobile Pieve si esprima con tutta la sua complessità, con sentori di amarena, pepe nero e la tipica nota di viola appassita, che ne caratterizzano il profilo aromatico.
La rivoluzione che nasce dal territorio
Il Vino Nobile di Montepulciano Le Pievi è prima di tutto un vino di territorio. La Toscana, con le sue colline, i suoi borghi medievali, i suoi paesaggi mozzafiato, è il palcoscenico naturale per questo grande progetto. E Montepulciano, con la sua storia e la sua tradizione enologica, è il motore di questa iniziativa che unisce passato e futuro, conservazione e innovazione.
Le 12 sottozone, ora ufficialmente riconosciute dal disciplinare, raccontano ciascuna una storia a sé. Il toponimo delle pievi non è solo evocativo, ma porta con sé il richiamo alla storia ecclesiastica di Montepulciano, che fin dal Medioevo era suddivisa in territori legati alle chiese parrocchiali, vere e proprie unità di misura per il vino prodotto in queste terre. Alcuni di questi toponimi si trovano anche nel catasto Leopoldino del XIX secolo, confermando come la tradizione, pur con le sue evoluzioni, abbia sempre mantenuto un forte legame con il territorio.

La mappe delle Pievi

Il progetto del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano vuole esaltare questa connessione, rendendo omaggio a un paesaggio che è cambiato poco nel corso dei secoli. Ogni zona, ogni vigna, ogni pieve ha la sua unicità, che trova nel vino il suo massimo compimento. E questo legame profondo con il territorio è ciò che rende il Vino Nobile di Montepulciano un prodotto non solo di alta qualità, ma anche autentico e vero, capace di raccontare la storia di una terra che, pur nel cambiamento, conserva gelosamente la sua memoria.

Una bottiglie del Consorzio in… buona compagnia al Cortile Flora di Milano

Un’occasione per ri-scoprire Montepulciano
Il progetto Le Pievi non è solo un’opportunità per il vino, ma anche per il turismo, per la cultura e per l’intero territorio di Montepulciano. Ogni bottiglia che uscirà dalle cantine delle aziende che aderiscono al progetto diventerà un ambasciatore di una terra straordinaria, capace di attrarre non solo gli amanti del vino, ma anche coloro che vogliono immergersi in una Toscana autentica, lontana dalle rotte turistiche più battute, ma altrettanto ricca di fascino e storia.
Oltre al valore storico, il Vino Nobile Le Pievi ha anche una missione più moderna: quella di consolidare la presenza di Montepulciano sui mercati internazionali, con un prodotto di alta gamma, capace di competere con le migliori denominazioni del mondo. Con un’attenzione particolare alla qualità e alla tipicità, questo nuovo progetto potrebbe diventare una delle leve più potenti per il rilancio del Vino Nobile e del suo territorio.

Il Vino Nobile di Montepulciano Le Pievi non è solo una novità ma è un atto di coraggio, un salto nel futuro che non dimentica mai le proprie radici. “Non c’è futuro senza passato”, come affermato dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano per cui la tradizione, se adeguatamente rielaborata, può essere la migliore guida per affrontare le sfide di un mercato in continua evoluzione.

Montepulciano e i suoi dintorni in tutto il loro splendore

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