La Guida Michelin 2025 celebra la gastronomia aretina, confermando le stelle per Il Falconiere, Octavin,e Terramira. Tre ristoranti che incarnano tradizione, innovazione e un legame profondo con il territorio. La sostenibilità emerge come nuovo standard, mentre il futuro profuma di cambiamento: i fratelli Scapecchi annunciano la chiusura di Terramira a marzo 2025 per esplorare nuove avventure culinarie
La Rossa conferma la qualità della cucina aretina: una stella per tre ristoranti che fanno la storia: una grande conferma per la provincia di Arezzo, che continua a brillare sotto l’egida della prestigiosa Guida Michelin. Tre ristoranti sono riusciti a mantenere la loro stella, riconoscimento che li inserisce nell’elite della gastronomia toscana e italiana. Non ci sono nuovi ingressi, ma l’eccellenza resta salda: Il Falconiere, Octavin e Terramira sono i veri protagonisti di questo successo.
La provincia che fa tendenza (gastronomica)
Non è solo una questione di cucina, ma di visione, di rispetto per il territorio e per le tradizioni. La Guida Michelin 2025, che celebra il suo 70° anniversario, porta con sé una ventata di novità, ma anche tante conferme, tra cui quelle di questi tre locali aretini. La cucina, sempre più sostenibile e locale, è protagonista: i piatti sono il risultato di un’attenta ricerca di materie prime, scelte non solo per la loro qualità, ma anche per la loro provenienza. Il dinamismo della gastronomia toscana emerge forte e chiaro, e Arezzo, con i suoi ristoranti stellati, si conferma una delle province più affermate in questo campo.
Il Falconiere: un’icona della cucina toscana
Se Arezzo è sinonimo di qualità gastronomica, Il Falconiere ne è uno dei fari più luminosi. A pochi chilometri dalla città, tra i dolci colli di Cortona, il ristorante di Silvia Regi Baracchi è un rifugio esclusivo che celebra i sapori più autentici della Toscana. Qui, il legame con la terra è palpabile: i piatti sono realizzati con ingredienti freschi e genuini, provenienti dalle terre circostanti. La carne chianina, l’aglione, i pici sono protagonisti di una cucina che unisce le tradizioni locali a una visione contemporanea. La recente riqualificazione degli spazi esterni ha dato al Falconiere una nuova luce: ora è possibile godere della bellezza del panorama anche durante la stagione fredda, grazie alle ampie vetrate che racchiudono l’area, facendo della vista un piatto da gustare.
Octavin: il minimalismo che conquista il palato
C’è qualcosa di magico in quel piccolo angolo di Arezzo che risponde al nome di Octavin. Con la sua atmosfera sobria e curata, che mescola pietra, legno e ferro, Octavin è un ristorante che non fa rumore, ma lascia il segno. Con meno di venti coperti, l’ambiente accogliente e intimo fa da cornice a una cucina che è un omaggio alla provincia, ma anche una ricerca continua di nuove suggestioni. Chef Luca Fracassi ha creato una cucina che racconta il territorio, senza mai rinunciare all’innovazione. Il suo fegatello di maiale grigio del Casentino è uno dei piatti simbolo, una delizia che mischia tradizione e contemporaneità con un tocco di acidità, capace di sedurre anche i palati più esperti.
Terramira: un viaggio tra le stagioni che finisce. Per ricominciare…
Un altro angolo di Arezzo che continua a far parlare di sé è Terramira, il ristorante che, con la sua cucina precisa e raffinata, racconta la storia dei fratelli Lorenzo e Filippo Scapecchi. La loro proposta gastronomica è un viaggio tra i sapori stagionali, con piatti che esaltano la materia prima e i prodotti locali, ma anche un’oculata ricerca di tecniche moderne. Il piccione, uno dei piatti più apprezzati dagli ispettori Michelin, è un esempio di come la tradizione possa essere reinterpretata con eleganza e maestria. E tuttavia, mentre va celebrata la cucina del locale, che ha contribuito a scrivere un capitolo importante nella storia della gastronomia aretina, i fratelli Scapecchi hanno deciso di chiudere il ristorante per concentrarsi su nuovi progetti. Una scelta che segna la fine di un’era, ma che allo stesso tempo dà spazio a nuove avventure dopo l‘ultima cena che andrà in tavola nel marzo 2025. La gastronomia, si sa, è in continua evoluzione, e questa mossa potrebbe essere solo l’inizio di un’altra grande storia.
Sostenibilità e innovazione: la nuova frontiera della cucina stellata
Quello che emerge con forza dalla Guida Michelin 2025 è un trend che non può essere ignorato: la crescente attenzione alla sostenibilità. Gli chef sono sempre più orientati verso una cucina che rispetta il territorio e l’ambiente, selezionando ingredienti da piccoli produttori locali. La sostenibilità non è solo un valore aggiunto, ma diventa il motore che alimenta le cucine più innovative, quelle che sanno come combinare la tradizione con l’innovazione senza mai tradire il rispetto per la terra e i suoi frutti.
Conferme, novità, e una sempre crescente attenzione al rispetto del territorio: Arezzo dimostra di essere un punto di riferimento nella gastronomia toscana e italiana. Con i suoi ristoranti stellati, la provincia di Arezzo continua a dimostrare che l’eccellenza non è solo un obiettivo, ma una costante ricerca. Un viaggio attraverso sapori, tradizioni e nuove visioni culinarie che non smette mai di stupire.