50, 36, 2 e 1: è nei numeri l’alchimia (e la magia) di un vino Supertuscan frutto della passione, dell’amore, dell’amicizia e della collaborazione tra due aziende vitivinicole toscane: Avignonesi e Capannelle, che nel 1988 hanno dato vita a 50&50, frutto dell’ unione paritaria di uve Sangiovese e Merlot
di Massimo Andreis
La storia del 50&50 inizia con un brindisi, una risata e una sfida amichevole tra viticoltori. Bisogna tornare indietro al 1988, quando due produttori di vino, Avignonesi e Capannelle, entrambi stabiliti in Toscana negli anni ’70, danno vita a una delle collaborazioni più iconiche del panorama enologico italiano.
Un vino nato un po’ per sfida e un po’ per gioco
Galeotta una cena svoltasi 36 anni fa, durante la quale, tra un bicchiere di vino e un boccone di buon cibo, Raffaele Rossetti, alla guida di Capannelle, e Ettore Falvo, timoniere di Avignonesi, ciascuno accompagnando il pasto in comune con il proprio vino, rispettivamente Sangiovese e Merlot, un po’ per sfida e un po’ per gioco, decidono di unire le loro due bevande in un solo bicchiere. Il risultato? Sorprende entrambi, tanto che, tornando con maggiore lucidità nei giorni successivi su quella combinazione occasionale (e provvidenziale), capiscono che hanno creato qualcosa di straordinario, che potrebbe, anzi, potrà piacere anche ad altri. Ecco che allora, sulla base di un accordo preciso e della voglia di sperimentare, mescolando i loro prodotti le due cantine ri-creano nei mesi successivi, in forma più “industriale”, un blend 50% Sangiovese e 50% Merlot che mettono sul mercato. Il gradimento del pubblico è immediato tanto che la partnership diventa una costante, rinnovandosi di anno in anno. Come chiamare questo nettare di Bacco bifronte? Provvisoriamente, si pensa a 50&50, il nome con il quale questo connubio vitivinicolo continua a essere conosciuto anche oggi.
Un rigore che diventa tradizione. E mito
Vendemmia dopo vendemmia, i produttori di Avignonesi e Capannelle affinano il loro metodo. Ciascuna delle due aziende continua a coltivare e vinificare il proprio vino separatamente, che sono quindi uniti una volta maturi, pronti a ri-trovarsi per diventare un prodotto solo; di più: un’unica anima. Questa pratica rigorosa permette di mantenere l’identità di ciascun vitigno, pur esaltando l’armonia della loro fusione. Con il tempo, il 50&50 non è più solo un vino, ma un simbolo di rispetto reciproco e di passione per il territorio dove nasce.
Con il passare degli anni, Avignonesi e Capannelle vanno incontro a dei cambiamenti. Capannelle passa nelle mani della famiglia Sherwood, mentre Avignonesi viene rilevata da Virginie Saverys. Nonostante le transizioni, il progetto del 50&50 si rinnova nel tempo: entrambe le proprietà mantengono viva la collaborazione, confermando l’importanza di questo vino nel panorama dei Supertuscan. Con lo stesso rigore e la stessa dedizione, la partnership si rinnova dunque, dando vita ad annate che presentano caratteristiche e sfumature sempre diverse.
Alchimia e magia in tavola
Alcuni dei vini 50&50 sono stati protagonisti di un pranzo degustazione presso il ristorante Sant’Ambroeus di Milano, icona della cucina milanese. Alla presenza dei massimi rappresentanti delle due aziende vitivinicole, Matteo Giustiniani, CEO di Avignonesi e Manuele Verdelli, CEO di Capanelle, sono andati in scena, pardon, in tavola, alcune chicche della produzione congiunta, che ogni anno è pari a 100mila bottiglie, equamente divise tra Avignonesi e Capannelle. Prodotte ad anni alterni nelle cantine delle due aziende, sono il frutto di una alchimia e una magia allo stesso tempo: quella di far incontrare due realtà concorrenti in nome dell’amore e della passione per il vino e quella di mantenere in vita da 36 anni una joint venture di successo!

Il menu: cibo, vini e abbinamenti del pranzo al Sant’Ambroeus di Milano
50&50 Rosato Toscana I.G.T.: un inno alla spensieratezza
Nel 2023 poi, il 50&50 si “tinge di rosa”: nasce il Rosato Toscana I.G.T., un vino che celebra la gioia di vivere. Il blend, che unisce il gusto della “Dolce vita” alla raffinatezza della “Vie en rose”, è una festa per i sensi. Con il suo bouquet di pompelmo, rosa canina e sfumature di cocco, questa etichetta invita a vivere la vita con leggerezza, celebrando i piccoli piaceri e l’arte della condivisione.
Il 2020: eleganza e complessità in bottiglia
Il 50&50 Toscana I.G.T. 2020 è invece un esempio di equilibrio. In un’annata caratterizzata da un clima mite e piogge abbondanti, il terreno argilloso ha permesso di preservare l’acidità delle uve utilizzate per produrre le uve alla base del 50&50, donando al vino una struttura armoniosa. Il risultato è un rosso rubino intenso, con note di piccoli frutti rossi, spezie dolci e un tocco balsamico di menta e timo. Il finale setoso e lungo testimonia l’eccellenza di questa vendemmia.

VITELLA ARROSTO
Le vecchie annate: il fascino del tempo
L’annata 1999 del 50&50 è un omaggio alla potenza e alla profondità del vino toscano. Il suo blend di Sangiovese e Merlot offre aromi intensi di frutti rossi maturi, tabacco e cioccolato, mentre al palato si rivela strutturato e persistente, con tannini ben integrati e un’acidità equilibrata. Un vino che promette grande longevità e che affascina chi cerca complessità e intensità.

RISOTTO E PORCINI
Il 1993: eleganza e leggerezza
Se il 1999 si distingue per la sua potenza, l’annata 1993 affascina per la sua eleganza. Le temperature più fresche di quell’anno hanno regalato un vino più delicato e fresco, con note di frutti rossi, cuoio e sottobosco. I tannini morbidi e vellutati conferiscono un’armonia perfetta, facendo del 1993 un’annata perfetta per chi ama la raffinatezza e la finezza.

ANATRA
Un’icona del Supertuscan
Il 50&50 è molto più di un vino. È la testimonianza di una collaborazione unica, nata dall’amicizia e dalla passione per la terra toscana. È un simbolo di equilibrio tra due mondi diversi che si incontrano a metà strada, creando una leggenda in bottiglia. Una storia che continua a emozionare e che ha segnato per sempre il panorama enologico italiano.