di Chiara Di Paola
Moda da bere e da indossare in Irpinia protagonisti di una serata sotto le stelle in un vigneto, con vino e tante eccellenze del territorio da degustare e un rito propiziatorio che si ripete ogni anno nella notte di San Giovanni (quella tra il 23 al 24 giugno) con l’acqua in cui vengono messi fiori e erbe di campo, che viene lasciata esposta alla rugiada affinché assuma le sue presunte proprietà miracolose, e poi viene utilizzata il mattino seguente per lavarsi viso, occhi e corpo. È in questa cornice magico-bucolica che, a Paternopoli in provincia di Avellino, sono state presentate congiuntamente la nuova capsule collection di Essedue Eyewear e le etichette di Cantina Tecce a cui ciascuno dei tre modelli limited edition è ispirato. Un evento che è la dimostrazione tangibile di come territorio, passione, identità, creatività e tradizione siano trasversali, variamente declinabili e capaci di dare origine a idee creative destinate a incontrarsi, interagire tra loro e alimentarsi l’un l’altra.
Un viticoltore che ispira una nuova simbiosi tra vino e territorio
Luigi Tecce classe ’71 e vignaiolo dal 1997, rappresenta la quarta generazione di una famiglia di viticoltori campani, che insieme all’arte e alla passione vitivinicola ha ereditato quella filosofia enoica che vede nel vino il risultato di un prezioso equilibrio tra materia prima, buon senso e tempo.
Pertanto nella sua azienda (situata in contrada Trinità a Paternopoli, nell’areale della DOCG del Taurasi, dalla quale il vignaiolo è uscito volontariamente nel 2018) tra vigneti di famiglia, in cui si trovano anche piante secolari, porta avanti forme di allevamento originarie di questa zona come la tecnica lo “starsete” o “alberata taurasina” (in cui a dare supporto alla pianta, vengono utilizzati pali o alberi, in modo da tenerne sollevato il fogliame dal terreno e poter coltivare quest’ultimo a ortaggi) e metodi di viticoltura tradizionali e rispettosi delle uve e del territorio, che rifuggono delle moderne tecnologie enologiche e puntano a fare il vino come 1000 anni fa, nella maniera più naturale possibile, rinunciando alla chimica e alle macchine. In più ai vini è dato il tempo di evolversi naturalmente, di diventare autentica espressione della terra e di acquisire una propria energia e personalità, che nel caso di Luigi Tecce divengono diretta emanazione dell’identità e dell’anima di chi lo ha prodotto.
Il “poeta dell’Aglianico” in Irpinia
I vini della Cantina Tecce sono un omaggio alla varietà Aglianico, colonna portante della denominazione Taurasi DOCG, caratterizzate da profondità, complessità, forza, eleganza ed ecletticità contemporanea, ma anche da una grande capacità di invecchiamento dal momento che, grazie all’assenza di tutte le componenti soggette a degradazione, si mantengono intatte e inalterate per anni. La produzione annuale limitata è coerente con pratiche sostenibili che valorizzano il rapporto tra uomo e natura, nonché con una ricerca focalizzata sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Ogni bottiglia è l’espressione della passione e della dedizione del vignaiolo verso il suo lavoro e ogni sorso di vino è un racconto sorprendente di personalità e umanità, di riconoscimento del ruolo primordiale della terra, coraggio a rifiutare le convenzioni e capacità di esprimere un talento che sovrasta ogni tecnologia.
Tre opere da bere… e da indossare!
Tra i capolavori prodotti da Luigi Tecce che offrono un’esperienza sensoriale unica e indimenticabile ci sono tre vini d’ispirazione mitologica: il Poliphemo (un rosso intenso, complesso, ma anche estremamente fine ed elegante, ispirato alla figura del ciclope omerico, cui si richiama l’occhio nel logo dell’Azienda, inteso non come emblema di forza bensì come monito a colui che non sa bere e cede deplorevolmente all’ubriachezza); il Calipso (un rosato dedicato all’omonima ninfa, figlia di Atlante, che coniuga la potenza caratteristica del vitigno con la delicatezza conferitagli dalla mano di Luigi Tecce); il Mamam dedicato alla mamma Filomena Memmolo (un bianco macerato composto da Greco di Tufo 45%, Fiano 25%, Coda di Volpe 25%, Moscato 5%, con sentori di frutta e agrumi che bilanciano grassezza e morbidezze di un vino di grande spessore e aereo al tempo stesso.
Proprio a queste etichette è ispirata la nuova Capsule Limited Edition appena lanciata da Essedue Eyewear, marchio fondato nel 2012 da Stefano Scauzillo e rinomato nel mondo dell’occhialeria del Made in Italy, che con questo progetto ha dato vita a tre modelli esclusivi dedicati all’unicità dei prodotti di Luigi Tecce e capaci di ribadire l’attenzione del proprio brand per la qualità e il design. La varietà cromatica dei tre vini è stata tradotta dai designer di Essedue in altrettante tonalità di colori dell’acetato color “havana” delle montature e tre colori di lenti corrispondenti, per un totale di soli 200 pezzi (disponibili sull’e-commerce dell’azienda) pensati non solo come “accessori”, ma come veri e propri status symbol adatti a chi cerca l’eccellenza in ogni aspetto della propria vita.
Due realtà artigianali, una stessa passione e dedizione
La collaborazione tra le due aziende nasce dalla stima e dall’amicizia tra persone che portano avanti un modo di fare impresa simile e ugualmente radicato nel territorio. Infatti proprio come i vini della Cantina Tecce, gli occhiali di Essedue sono frutto della fusione di tecnologia all’avanguardia e maestria artigiana e di un meticoloso processo di produzione che comprende circa 72 fasi di lavorazione (120 ore) e 40 giorni di impegno artigianale. Ogni montatura è pensata per garantire un comfort e una bellezza raffinata, senza compromessi e senza tempo, grazie a una linea disegnata con passione e alla magistrale cura di ogni dettaglio.
Ad accomunare questa produzione a quella dei vini Tecce c’è una filosofia che porta a concepire gli occhiali non solo come oggetti bensì come compagni delle attività quotidiane e intermediari di relazioni sociali, nati dall’intreccio di mani e idee e destinati non a un semplice cliente bensì al membro di una comunità. Così il risultato del proprio “fare” diventa qualcosa di più di un semplice prodotto da commerciare: un pretesto per interessarsi a coloro che ne godranno, alle loro emozioni e al loro viaggio attraverso la vita, la bellezza, l’alchimia delle situazioni. Un modo per restare in contatto, per creare o rinnovare una connessione, proprio come quando si gusta un buon vino.