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Una cantina avveniristica e sostenibile, un’accoglienza “familiare” nella “casa” dell’azienda e i piatti gourmet abbinati alle  proprie etichette al ristorante Ostaia: Lvnae amplia le sue attività ed esalta vini, prodotti e pietanze dei Colli Luni nel Levante ligure

 

di Massimo Luigi Andreis

 

 

Un territorio: quello dei Colli di Luni nel Levante ligure. Un vitigno: il Vermentino. E un’idea: quella a cui Paolo Bosoni, dividendosi tra impiego in fabbrica (così volevano i genitori e i tempi che – allora – correvano) e la sua vera passione per la terra, fin dagli anni ’60, con concretezza e lungimiranza, non ha mai rinunciato: valorizzare l’eccellenza e unicità di questo angolo di Levante ligure e dei suoi frutti. Facendone un business. Che oggi ha trovato una moderna e futuribile casa produttiva nella nuova cantina di Lvnae, una dimora dedita alla migliore accoglienza in Ca’ Lvnae e un’osteria (ma) con proposte gourmet con il ristorante Ostaia.

Partiamo dalla cantina. Di cosa parliamo? Intanto di un esempio perfetto di come conciliare le esigenze produttive di una azienda vitivinicola con un design moderno e all’avanguardia, dove bellezza e sostenibilità vanno a braccetto. Frutto di investimento di 8 milioni di euro, la modernissima struttura è stata realizzata non solo per celebrare il rapporto tra terra e uomo, ma anche per essere un omaggio al Vermentino e ai Colli di Luni.

Un connubio di design e funzionalità sostenibile

Diego Bosoni, figlio del fondatore Paolo Bosoni e oggi motore dell’azienda, racconta: “Volevamo ottenere spazi idonei, con flussi operativi organici, in grado di accogliere tecnologie contemporanee e pratiche enologiche tradizionali. Abbiamo realizzato un’area di ricezione uve in grado di poter avviare alla fermentazione le differenti tipologie di raccolto provenienti dalle differenti zone di produzione, preservando l’integrità dei grappoli e operando un’attenta selezione degli acini”.

La zona principale di vinificazione è costituita da vasche in acciaio a temperatura controllata, mentre ulteriori ambienti sotterranei sono dedicati all’affinamento in vetro e legno. La bottaia comprende botti di rovere da 20 e 30 hl, barrique e anfore in ceramica per nuove esperienze di fermentazione e affinamento. La cantina è stata progettata con l’intento di avere spazi per la ricerca e l’esplorazione di nuovi progetti enologici come lo spumante metodo classico, Cuvée Lvnae, e la valorizzazione di altri vitigni autoctoni della zona.

Operativa dalla vendemmia del 2019 e inaugurata ufficialmente a giugno del 2023, la nuova cantina di Lunae a Castelnuovo Magra è un capolavoro di design e funzionalità. Progettata da Andrea Del Sere e dagli architetti di AT Studio, la struttura combina la riqualificazione della vecchia cantina con la costruzione di un nuovo edificio, creando un’armonia tra architettura e paesaggio naturale.

“La visione esterna è priva di volumi architettonici evidenti, si presenta come un totemico spalto verde, un unico piano inclinato lungo tutta l’estensione della struttura, specchio dei terrazzamenti e dei pendii delle Apuane, quinte limitrofe naturali,” spiega Del Sere. Questa descrizione sottolinea come il progetto non solo rispetti, ma anche esalti, la bellezza naturale del territorio circostante.

Pensata sin dal principio per essere sostenibile, la cantina utilizza strutture in cemento prefabbricato con tetto in legno lamellare e pannelli di cemento ad alto coefficiente termico. L’energia necessaria viene in gran parte autoprodotta con sistemi geotermici e fotovoltaici, e la restante parte proviene esclusivamente da fonti rinnovabili. Un manto verde ricopre il fronte esterno per mantenere naturalmente la temperatura costante e le vasche di recupero raccolgono le acque piovane.

La cantina non è solo funzionale, ma anche esteticamente sorprendente. Semi-interrata e mimetizzata nel paesaggio, è circondata da un vigneto giardino che riassume tutte le varietà presenti in azienda. Vetrate, quinte scorrevoli, volumi arditi e materiali inattesi accompagnano il visitatore alla scoperta del processo di produzione dei vini di Lvnae, fino alla loro degustazione.

La nuova cantina Lvnae è l’interprete della filosofia più intima della famiglia Bosoni. “Abbiamo il dovere di usare un linguaggio contemporaneo, di dare spazio alla bellezza e di continuare ad essere visionari,” spiega Diego Bosoni. “I vini devono essere il riflesso della loro epoca: bisogna saper ascoltare i vigneti ma anche il mondo e avere il coraggio di mettersi in discussione e osare.”

Diego Bosoni ha seguito passo dopo passo la costruzione della nuova cantina, che è stata immaginata come un’opera d’arte. “Abbiamo flirtato con la bellezza senza dimenticare la tecnica, coniugando l’artigianalità alla sfera intellettuale, cercando l’unicità in ogni elemento compositivo, l’originalità e l’approccio creativo in ogni dettaglio,” spiega Del Sere prima che Paolo Bosoni concluda: “Un buon progetto richiede l’alleanza appassionata di due persone: un rappresentante dell’utopia, il progettista, e un rappresentante del mondo reale, l’imprenditore. Nella nostra nuova cantina questo incontro c’è stato e noi abbiamo cercato di fare al meglio la nostra parte.”

Un passo indietro… nel territorio

Nel comune di Luni, ultimo lembo di Liguria al confine con la Toscana,  secoli fa, dove oggi crescono rigogliose viti, erano ancorate triremi e velieri. Portus Lvnae, da cui l’azienda ha tratto il nome, era una ricca colonia romana, un porto fiorente da cui partivano i celebri vini dell’entroterra alla volta di Roma. Plinio il Vecchio scriveva nel 65 d.C.: “Etruriae Luna palma habet” (dell’Etruria, quello di Luni ha la palma). Oggi, tra case e filari, affiorano reperti preziosi che raccontano di quel passato glorioso.

Come allora, le colline intorno a Portus Lunae – oggi Colli di Luni – si innalzano verso le Alpi Apuane e i loro marmi, offrendo suoli variegati e un clima favorevole. Le vette aguzze proteggono l’area dai venti freddi del nord, mentre il mare mitiga le stagioni con brezze costanti. I Colli di Luni si dividono in tre fasce: pianeggiante, pedecollinare e montana. La linea di demarcazione tra la prima e le altre due è l’Aurelia, antica arteria romana. A sud della strada, i suoli sono sabbiosi, chiari, sciolti. Qui, il vento salmastro e le brezze serali ristorano le piante. È la terra dei vini Liguria di Levante IGT.

Oltre l’Aurelia, il suolo diventa più complesso. Qui inizia la DOC dei Colli di Luni. I primi vigneti pedecollinari, su dolci declivi, godono di suoli di medio impasto con ciottoli di pietra arenaria. Più in alto, i vigneti si conquistano spazio tra terrazze scoscese, su suoli drenanti e ricchi di pietre come argilliti e macigno. L’aria è fine, il vento leggero, il silenzio avvolgente.

Su questo paesaggio unico si distribuisce il parco vitato di Lvnae: oltre 40 parcelle di vigneto sparse tra l’antico anfiteatro di Luni e i vigneti più elevati. Un dedalo di stradine collega le parcelle, consumate da generazioni di contadini. “Queste strade sono state percorse dai miei nonni,” racconta Diego Bosoni. La sua famiglia ha acquisito i vigneti nel corso degli anni, con 65 ettari scelti per la loro personalità. A queste vigne si aggiungono vigneti in affitto e numerosi conferitori, collaboratori storici dell’azienda. Il parco vitato conta circa 80 ettari, con il Vermentino che occupa il 70% della superficie. Da non dimenticare che l’Albarola e il Ciliegiolo sono gli ambasciatori storici del territorio, mentre vitigni autoctoni come il Vermentino Nero, la Pollera Nera e la Massareta rappresentano un’interessante tavolozza di sfumature. Altri vitigni presenti sono Albarossa, Alicante, Greco, Malvasia, Sangiovese, Canaiolo e Merlot, coltivati qui da generazioni. L’età media dei vigneti è di circa 25 anni, con parcelle che arrivano a 50 anni.

“Ogni vigna è diversa,” spiega Diego Bosoni. “Questa parcellizzazione ci ha imposto una conoscenza capillare del territorio. Ogni appezzamento è come il tasto di un pianoforte, e solo nell’insieme sentiamo l’armonia dei Colli di Luni.” Le parole chiave sono ricerca, autenticità, passione, contemporaneità, esperienza e visione.

La “cura verde” dei vigneti

Circa 30 ettari di vigneti sono ora coltivati in modo biologico. Questo importante cambiamento è stato reso possibile grazie alla collaborazione con l’agronomo Ruggero Mazzili. “La proprietà è talmente grande e frazionata, che il percorso di conversione totale avrà una durata abbastanza lunga” spiega il produttore. “In ogni caso, nel momento che abbiamo portato alla coerenza biologica finale questo primo corpo di vigneti ci siamo accorti che la gestione del resto del parco non si differenziava poi molto: noi la chiamiamo ‘cura’”.

Ogni vigneto è seguito singolarmente nel corso delle stagioni, con tutte le parcelle accudite manualmente. La concimazione è naturale, i terreni non conoscono diserbanti e, ovviamente, al momento della vendemmia i grappoli sono raccolti a mano. Questa attenzione ai dettagli è ciò che distingue il nostro impegno verso la sostenibilità e la qualità.

I vigneti sono spesso circondati da boschi e oliveti, in un contesto ambientale dove la biodiversità è un patrimonio intatto e un valore imprescindibile. L’attenzione è sempre la stessa: trovare l’equilibrio e portare in cantina grappoli rispettando la loro identità e qualità. Questo equilibrio tra natura e coltivazione è il segreto per produrre vini che riflettono la purezza del territorio.

La vendemmia inizia generalmente nelle ultime settimane di agosto e prosegue, spesso senza sosta, fino a fine settembre. Ogni parcella è tenuta sotto stretto controllo, e la raccolta si pianifica giorno dopo giorno in base alle analisi di laboratorio e, soprattutto, all’assaggio degli acini. Questa precisione garantisce che solo i grappoli migliori raggiungano la cantina, assicurando vini di qualità superiore.

I vini

Il risultato di questa “cura” si traduce per Lunae in una gamma articolata e in costante evoluzione, che ruota intorno ad alcuni temi centrali: i Vermentino dei Colli di Luni, i rossi dedicati a Niccolò V e gli autoctoni in purezza e dal 2018, un Brut Metodo Classico.

La gamma di Vermentino si declina in cinque etichette. Il tris di Labianca, Etichetta Grigia ed Etichetta Nera che leggono il territorio dal punto di vista altimetrico; Cavagino espressione di un singolo vigneto e infine Numero Chiuso che esplora le potenzialità del tempo.

Labianca IGT Liguria di Levante è un inno alla freschezza e alla gioia di vivere. Nato nel 2019 dai vigneti costieri, il Vermentino si arricchisce di Malvasia per esaltare profumi estivi, sapidità e note marine. Fermentazione in acciaio a temperatura controllata e breve affinamento sui lieviti. Labianca è l’anima autentica di Luni, un sorso che racchiude la bellezza di questa terra baciata dal sole.

Grigia Colli di Luni Vermentino DOC è l’etichetta “pioniera”. Nato nel 1977, è il primo Vermentino in purezza di Lunae, Etichetta Grigia è un inno all’innovazione e alla tradizione. Nasce dai vigneti pedemontani e regala un’intensa espressione del Vermentino di Luni: fresco, equilibrato, con un affinamento in acciaio sulle fecce fini fino a febbraio. Un classico senza tempo.

Etichetta Nera Colli di Luni Vermentino DOC esprime l’eleganza mediterranea che sfida il tempo. Dal 1992, l’Etichetta Nera rappresenta l’eccellenza di Lunae. Vermentino proveniente dai vigneti più alti e sassosi, regala complessità affilata e una straordinaria longevità. Affinamento in acciaio e in barrique per un capolavoro di eleganza mediterranea.

Ca’ Lvnae, la casa dei Bosoni

A breve distanza dalla nuova cantina, si trova Ca’ Lvnae: un antico complesso rurale lunigiano risalente nelle sue parti più antiche al 700, affacciato sulla Via Aurelia e ristrutturato con cura. Questo luogo è un centro vivace per la valorizzazione e la cultura del vino, nato e sviluppato nel tempo come un microcosmo di ospitalità e operosità, in perfetta armonia con lo spirito di Lvnae. Paolo Bosoni lo descrive come “un luogo concepito come casa della propria idea di vita, lavoro e natura”.

E’ qui che la figlia del patron e sorella di Diego, Debora Bosoni, accoglie i visitatori con un sorriso caloroso, creando immediatamente un’atmosfera di amicizia. È lei a coordinare con grazia e creatività vino, gastronomia e arte, assicurando che ognuno di questi elementi valorizzi gli altri.

La grande Enoteca di Ca’ Lvnae offre ai visitatori una vasta gamma di vini e una selezione curata di prodotti gastronomici, tra cui sughi, pasta, salumi e molto altro. Questo spazio, che ricorda un raffinato negozio d’altri tempi, è il più grande e animato del complesso. Nella sala degustazione, i visitatori possono assaggiare i vini, prenotare tasting articolati e gustare interi menu o semplici merende gastronomiche. Durante la bella stagione, è possibile godere di queste esperienze anche nel cortile interno, seduti ai tavolini all’aperto. Nella struttura è ospitata anche una distilleria per la produzione artigianali (con tanto di ricette segrete) di liquori e il “Museo della Cultura Materiale del Vino”, dove fare un tuffo nel passato della viticoltura del territorio attraverso 5 stanze: La Terra, La Vendemmia, L’Artigiano, La Cantina e Il vino.

Infine, oltre ai vini, Lvnae produce anche un Olio EVO, chiamato non a caso D’Oro, che nasce dalle varietà di Leccino, Moraiolo e Razzola (varietà autoctona), che si vedono un po’ ovunque circondare i vigneti.

Last but not least, all’interno di Ca’ Lunae ha aperto a marzo L’ Ostaia – vino con cucina, una moderna osteria che rivisita con passione e maestria le ricette della tradizione. Qui lo chef Matteo Domenichini utilizza solo ingredienti locali e stagionali, reinterpretando i sapori del mare e delle colline con un tocco innovativo.

Aperta dal martedì al sabato dalle 12 alle 15.30, 8 tavoli per 26 sedute,  L’Ostaia invita a vivere un’esperienza enogastronomica completa, offrendo due menu degustazione dove ogni piatto è abbinato a un calice di vino. Consigliata la prenotazione ma/e, soprattutto, la visita per i gourmand che capitano o si recano in zona.

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