Un paradiso incontaminato baciato dal sole e dal mare, dove la natura regna sovrana e la biodiversità esplode in un tripudio di colori e profumi. E’ qui, su Gorgona, la più piccola isola dell’arcipelago toscano, che nasce un vino unico e inimitabile, frutto di un progetto nato dall’incontro tra l’eccellenza vinicola dei Marchesi Frescobaldi e l’impegno sociale verso il reinserimento dei detenuti.
Un terroir unico al mondo: solo due ettari di vigneti, coltivati su un terreno ricco di ferro e baciati dai venti salmastri del mare. Un terroir che dona vita a un Ansonico e un Vermentino di eccezionale qualità, capaci di raccontare l’anima selvaggia e incontaminata di quest’isola speciale.
Un vino che è simbolo di speranza e libertà: ogni anno, le etichette di Gorgona cambiano omaggiando la natura rigogliosa dell’ultima isola-carcere d’Italia. Per il 2022, protagoniste sono state le orchidee selvatiche, mentre per la vendemmia del 2023 si è scelto di celebrare i venti che accarezzano i vitigni. Un inno alla bellezza e alla forza dirompente di questa terra.
Un progetto di valore che va oltre il vino: dietro a Gorgona c’è un progetto sociale di grande valore. Tre detenuti lavorano regolarmente in vigna, affiancati dagli enologi Frescobaldi, imparando le tecniche di produzione e contribuendo alla creazione di un vino d’eccellenza. Un’occasione unica per riscatto e reinserimento, che ha già permesso ad alcuni di loro, una volta terminata la pena, di trovare un lavoro stabile nel mondo del vino.
Un esempio virtuoso di alta formazione in carcere: l’esperienza di Gorgona non è un caso isolato. In tutta Italia, sono numerose le iniziative che puntano a valorizzare le competenze enogastronomiche dei detenuti. Tra le più note, il ristorante “In Galera” all’interno del carcere di Milano Bollate, gestito dai detenuti in collaborazione con la cooperativa “Abc – La sapienza in tavola”. Un esempio di eccellenza che dimostra come il cibo possa essere un potente strumento di riscatto e reinserimento sociale.
“Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”: l’articolo 27 della Costituzione italiana parla chiaro. Così come fa Silvia Polleri (nella foto di apertura con i “suoi” ragazzi), presidente della cooperativa “ABC- La sapienza in tavola” di Bollate, che, partecipando all’iniziativa, in occasione della cena per la vendemmia che si è svolta sull’isola, ha ricordato come il carcere milanese adempia pienamente al mandato istituzionale: “Ha la recidiva più bassa e soprattutto colmiamo quel buco che genera la prigione nel curriculum di una persona. Così, quando loro escono, potranno spendere questi anni di reclusione utilizzati bene in un mestiere che è molto spendibile”.
Gorgona è un’isola speciale dove uomini e natura vivono in armonia: più che un semplice carcere, Gorgona è una comunità dove detenuti, operatori penitenziari e la signora Luisa Citti, unica residente stabile, convivono in un clima di rispetto e solidarietà. Un’isola dove il paesaggio incontaminato, gli animali selvatici e il lavoro nei campi creano un’atmosfera di pace e serenità.
Un modello da seguire: l’esperienza di Gorgona dimostra come sia possibile coniugare rigore e umanità all’interno del sistema carcerario. Un modello da seguire e valorizzare, per offrire ai detenuti una seconda opportunità e costruire un futuro migliore per tutti.
Un vino da assaporare e un messaggio da cogliere: Gorgona è un vino da assaporare lentamente, lasciandosi avvolgere dai suoi profumi intensi e dal suo gusto unico. Ma è anche un messaggio di speranza e di riscatto, un invito a credere nelle seconde possibilità e a non gettare mai la spugna. Un messaggio che ci ricorda che anche nei contesti più difficili, la forza di volontà e il desiderio di cambiamento possono fare la differenza.
