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di M.L. Andreis

 

Si scrive vino ma dietro a questa generica definizione si cela una vera e propria icona enologica, tanto “potente” da far esclamare che questo rosso “Al buta me al feüg”, che in dialetto lombardo significa “Brucia come il fuoco”. Da qui il nome Buttafuoco che, essendo emblema di un lembo di Oltrepò Pavese e affondando-ci le proprie origini indietro nel tempo, non poteva che qualificarsi – meglio – come Storico. Che, in quel di Canneto Pavese (PV) ha da poco trovato dimora nella Casa del Buttafuoco. Ma con ordine…

Uno sperone e 22 comuni
Ottenuto dalla vinificazione congiunta di Croatina, Barbera, Uva Rara, Ughetta di Canneto o Vespolina, tutte uve autoctone, il Buttafuoco Storico nasce su un terroir che si estende su di una superficie soli di 22 ettari abbracciata da due torrenti – il Versa e lo Scuropasso – e compresa nei comuni di Canneto Pavese, Montescano, Castana e parte dei comuni di Broni, Stradella, Cigognola, Pietra de’ Giorgi in provincia di Pavia. E’ il cosiddetto Sperone di Stradella, una terra estremamente feconda e vocata alla produzione enologica. Una enclave particolarissima all’interno della denominazione Buttafuoco Doc, oggi tutelata dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese.

Oltre le convenzioni
Risultato: un vino che sfida le convenzioni e regala sapori intensi e complessi. La sua unicità risiede nel legame profondo con il terroir e nel rispetto delle antiche tradizioni vinicole che danno vita a un rosso unico, che raggiunge facilmente i 14/15 gradi, mantenendo sempre la sua complessa eleganza, incarnando l’essenza dell’Oltrepò Pavese, e distinguendosi per la sua alcolicità, acidità, nonché per tannino e corpo.

Il processo di produzione del Buttafuoco Storico è rigorosamente controllato, dalle pratiche colturali alla vinificazione congiunta delle diverse uve, fino all’affinamento in botti di rovere e nella storica bottiglia. Ogni annata di Buttafuoco viene valutata da una commissione esterna di Cantina e premiata con un numero di “fuochi” in base alla sua qualità, che varia da tre a sei fuochi.

L’unione fa la forza
Il Club del Buttafuoco Storico, fondato nel 1996, rappresenta oggi l’unità di 17 produttori impegnati a valorizzare e promuovere questo vino unico. Grazie alla collaborazione tra viticoltori, vinificatori ed imbottigliatori, il Club ha garantito negli anni una produzione di altissima qualità e ha contribuito a consolidare la reputazione di questo vino nel panorama enologico italiano.

Il carattere fiero e guerriero dei produttori di Buttafuoco Storico si riflette nelle circa 90.000 bottiglie prodotte ogni anno, ognuna portatrice di un pezzo di storia e tradizione. Grazie alla visione e all’impegno dei produttori, il Buttafuoco Storico rimane un simbolo di eccellenza enologica e un’opera d’arte in ogni singola bottiglia.

Il territorio del Buttafuoco Storico è caratterizzato da tre sottozone – Ghiaie, Arenarie e Argille – ciascuna con le proprie caratteristiche pedologiche che conferiscono al vino alcolicità, tannicità e corpo. Questa diversità di terreni si riflette nei profumi e nei sapori del vino, offrendo un’esperienza sensoriale unica e avvolgente.

Il Buttafuoco Storico è senza dubbio una gemma enologica che racchiude in sé la magia e la bellezza del territorio dell’Oltrepò Pavese. Ogni sorso è un viaggio alla scoperta delle tradizioni e della passione che animano i produttori di questo vino straordinario. Legandosi indissolubilmente alla terra e alla vigna da cui proviene, il Buttafuoco Storico è un’icona che brilla con luce propria nel panorama vinicolo italiano.

Massimo Piovani a sin e Davide Calvi a dx, presidente e vicepresidente del Club del Buttafuoco Storico

La bottiglia consortile
La bottiglia consortile “Vignaioli del Buttafuoco Storico” rappresenta la sintesi della passione e del savoir-faire di un gruppo di vignaioli uniti dalla stessa filosofia. Un marchio che sottolinea la qualità enologica della zona di produzione, la tenacia nella conservazione di un patrimonio tradizionale e l’identità della terra d’origine.

Ogni anno, dal 2011, un enologo di fama internazionale viene selezionato per creare una cuvée speciale che rappresenta il territorio e l’anima del Buttafuoco Storico. Le quantità e le proporzioni dei vini utilizzati per la cuvée variano di anno in anno, a seconda della vendemmia e dell’estro dell’enologo, dando vita a un’opera d’arte unica e irripetibile. L’ultima annata in commercio, la 2018, è stata firmata da Jean-François Coquard, enologo francese di fama internazionale, che da anni collabora con aziende vitivinicole dell’Oltrepò Pavese.

Una nuova casa per il Buttafuoco
Immersa nella bellezza della Valle Versa, a pochi passi dalla storica sede del Club del Buttafuoco Storico, in Piazzetta del Buttafuoco Storico 1 a Canneto Pavese (PV) ha da poco aperto la Casa del Buttafuoco: un’oasi di gusto e di cultura dedicata al vino rosso più iconico dell’Oltrepò Pavese. Che ha trovato ospitalità in un edificio di design, perfettamente integrato nel contesto paesaggistico circostante. Dotata di ampie vetrate e un’atmosfera luminosa che creano un ambiente rilassante e piacevole, qui il fascino del vino si sposa con la modernità all’interno di un wine bar con enoteca dove gli appassionati possono degustare e acquistare il Buttafuoco Storico nelle sue diverse annate, oltre ad altri pregiati vini del territorio. La Casa del Buttafuoco non è infatti  solo un punto vendita, ma anche un luogo di incontro e di scoperta nella quale un team di esperti è a disposizione per accompagnare i visitatori in un viaggio sensoriale alla scoperta del Buttafuoco Storico e delle sue peculiarità.

La Casa del Buttafuoco organizza regolarmente eventi e degustazioni a tema, offrendo l’occasione di approfondire la conoscenza del vino e di abbinarlo a piatti tipici della tradizione locale.

Vigna Cà Padroni: la freschezza è servita
Detto, fatto, nel corso di una degustazione che si è appunto svolta nella Casa del Buttafuoco, tutti e 17 i produttori del Club hanno fatto assaggiare i loro vini. Tra di loro, Tommaso Cavalli, giovane proprietario di Azienda Agricola Piccolo Bacco dei Quaroni, ha portato il suo Buttafuoco Storico Vigna Cà Padroni 2020.

La vigna si trova nel comune di Castana ed è composto per il 50% da ceppi di croatina, 30% da barbera, 10% da uva rara e 10% di ughetta di canneto. Della storica azienda, rilevata nel 2000 dai genitori del milanese Tommaso – laurea in Agraria e una passione per il nettare di Bacco nata quando dopo una bocciatura il padre lo “punì” con un’estate passata in vigna che bastò a farlo innamorare di questo mondo – e da lui guidata dal 2017, fa parte anche un agriturismo e da maggio un piccolo B&B con tre camere, aperti da venerdì a domenica. 

Tommaso Cavalli

Quello di Vigna Cà Padroni è un vino giovane, di color granato lucente, che sprigiona profumi di mora e ribes croccanti, note resinate, balsamiche e floreali di viola e rosa. Un lieve sentore terroso ci riconduce alla compattezza del suolo delle argille. In bocca è succoso e caldo, con freschezza e tannino molto ben equilibrati. “Un vino beverino come piace a me: non potrei fare e vendere qualcosa che non soddisfa per prima cosa i miei gusti”, sottolinea Cavalli, che in passato si è sentito un po’ un alieno in questa terra di tradizioni forti (in tutti i sensi), che a lui piace provare a innovare, con il dialogo e il confronto. Tommaso, nella sua cantina si affida infatti alla tecnologia per le temperature controllate, le filtrazioni in assenza di ossigeno e ogni pratica che serva per limitare al massimo l’utilizzo di anidride solforosa e per preservare il più possibile gli aromi del vino.

Dalla Casa del Buttafuoco a quella dei vini dell’Azienda Agricola Piccolo Bacco dei Quaroni, l’occasione per assaggiare altre tre etichette: il riesling Sire (“E’ il re dei nostri 4 bianchi/rosati”, spiega Tommaso), La Fiocca (“Che nasce dal vitigno più a nord e deriva il nome da “fioca”, la neve, che compensa con la mineralità e la sapidità la scarsa presenza di idrocarburo”) e Mons Acutus, un bonarda che non poteva mancare essendo “il vino simbolo dell’Oltrepò” che nasce da un vitigno sull’omonimo Monteacuto.

Cavalli con le bottiglie di Sire, La Fiocca e Mons Acutus in degustazione alla cantina

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