di Chiara Di Paola
Nel quartiere più innovativo di Milano, SIX Restaurant Club è il nuovo nuovo hub creativo, che unisce design, fine dining, mixology, live music e performance, firmando un’eclettica offerta per tutto il giorno a cui da poco si è aggiunta una versione di nightlife personale, capace di distinguersi nel panorama milanese e di conquistare locals e non.
Un locale contemporaneo, dalle molte anime
SIX Restaurant Club è un ristorante e modern bar dallo spirito anticonformista e chic, capace di coniugare un’attenzione tutta italiana per il design con uno stile d’intrattenimento americano e un’offerta di fine dining e cocktail bar dal timbro internazionale. Erede del precedente locale, aperto nel 2017 sui Navigli dall’imprenditore Mauro Orlandelli (fondatore del primo studio di audio mastering in Italia e oggi a capo di Forest Design, società di consulenza per architettura e progettazione di interni), il nuovo SIX ne riflette le molte passioni e punta a creare un’atmosfera capace di conquistare tutti e 5 i sensi, e a declinare l’offerta in modo da soddisfare una clientela metropolitana eterogenea, a tutte le ore del giorno (e fino a tarda notte).
Il risultato è uno spazio multifunzionale, al tempo stesso sede della Forest Design, galleria (dove quasi tutto è acquistabile), ristorante chic e anticonformista, lounge bar, teatro di eventi privati e palcoscenico di performance artistiche e musicali dal vivo sempre diverse, pensate per offrire un intrattenimento trasversale.
Un’atmosfera tra design e natura
SIX Restaurant Club è un luogo inedito: un piccolo tempio del design in cui tutto, dalla suddivisione degli ambienti all’illuminazione teatrale, dalle sedute all’oggettistica e alla mise en place è studiato per trasmettere un senso di accoglienza, oltre che di eleganza e sofisticatezza. Ospitato all’interno di un ampio spazio in stile industrial, con soffitti alti e grandi vetrate che si affacciano su un’area della città in evoluzione (divisa tra l’anima storica di Isola e quella contemporanea di Piazza Gae Aulenti con i suoi palazzi avveniristici), senza apparente soluzione di continuità tra interni ed esterni.
L’arredo degli interni (firmato da Francesco Rota) ha il suo punto focale nello scenografico bancone di 15 metri in pietra lavica posto al centro della sala, con alle spalle un’imponente bottigliera retroilluminata e un tunnel rivestito in legno di cedro che conduce al caveau in cui sono custoditi vini, distillati e sigari pregiati. Di fronte sono disposte una serie di isole con sedie e piani d’appoggio di forme e dimensioni differenti, pensate per adattarsi a varie occasioni d’uso, separate da scaffalature eteree e circondate da un’importante presenza dell’elemento vegetale: il terrarium (una vasca con erbe aromatiche e spezie usate in cucina e dietro al bancone) e piante di grandi dimensioni, volutamente “fuori scala” per confondere i confini tra dentro e fuori.
L’interessante progetto green, affidato a architetto paesaggista Francesca Scalise si esprime a pieno nell’accogliente dehors, arredato con sedute, ombrelloni e grandi vasi disegnati dallo stesso Rota e popolato da specie tropicali, che nella bella stagione permettono agli ospiti di sentirsi in un giardino esotico, creando un’oasi di tranquillità nel cuore della città, senza tuttavia compromettere il mood urbano che ne caratterizza il contesto.
La cucina: internazionale e da condividere
L’offerta culinaria di SIX Restaurant Club, strutturata con la consulenza di Andrea Colombo e gestita nel quotidiano da Jacopo Calcagnile, è affidata all’estro di chef Marco Culeddu (reggiano classe 1991) che qui si esprime in un’offerta seducente, contemporanea e internazionale, ma con un occhio di riguardo per la tradizione mediterranea e un’attenzione speciale per i prodotti del mare. Il menù è frutto di grande ricerca, sia dal punto di vista della tecnica che degli ingredienti, e spazia dai crudi di pesce alla Tartare di manzo argentino “come un Rossini” (con foie gras, pane tostato e tartufo), dai Ravioli di zucca con scampo, tè nero affumicato e caviale alla Cotoletta di rombo “come un risotto alla milanese” (con gremolada e sugo all’ossobuco) e al Tentacolo di polpo alla galiziana (con paprika e peperone del piquillo). Ma non mancano piatti più conviviali, pensati per essere condivisi come il Ceviche di ricciola con yogurt, bietoline ripassate e guacamole, i Mini hot dog di gambero rosso, cavolo viola marinato, quinoa croccante, salicornia e curry verde e i Tacos di mais, tartare di salmone e le sue uova, stracciatella, mango, lime e coriandolo.
A completare l’esperienza gustativa ci sono i dessert firmati dal Pastry Chef Marco Giardullo (26enne originario di Avellino), ciascuno dei quali è pensato per evocare memorie ed emozioni passate attraverso sapori autentici e riconoscibili, ma anche per raccontare una storia nuova e accompagnare gli ospiti attraverso la piacevole conclusione di un’esperienza sensoriale capace di sorprendere (con il Limone bruciato, tè nero e lemongrass e una selezione di piccola pasticceria che include tartellette, krapfen, cheesecake, tenerine al cioccolato, financier, cubi Operà e cubi Sacher, oltre a bignè, croquembouche e -quando è periodo- zeppoline).
L’arte del drink.. e del live show
Dietro al bancone di SIX Restaurant Club c’è Gabriele Dodi, responsabile della “direzione artistica” del cocktail bar e autore di una selezione di miscelati (tra twist sui grandi classici e nuove proposte), basati su un sapiente uso di fermentazioni, infusioni e tecniche ispirate alla cucina molecolare (come il fat washing) e capaci di integrarsi perfettamente con la proposta food ma anche di offrire il perfetto accompagnamento all’intrattenimento live offerto da musicisti, cantanti e artisti di vario genere che periodicamente si alternano sul metaforico palcoscenico del SIX. Il calendario delle performance è sempre in fieri, ma ogni appuntamento offre l’occasione per immergersi in una dimensione “altra” in cui abbandonarsi per fuggire temporaneamente dalla città che, pure, al di là delle imponenti vetrate continua a vivere… e appare bellissima.