di M.L.Andreis
Dopo Roma, un nuovo tempio della cucina giapponese va alla conquista del cuore più antico della città della Madonnina: laddove sorgeva il (trascurato) museo dei Navigli oggi, nel rispetto della storicità del luogo, ha spalancato le sue porte in una location suggestiva da cui trasuda odore di storia meneghina Domò Sushi Milano.
Siamo per la precisione in Via San Marco, zona Brera-Solferino, ed è qui che, al termine della realizzazione di un audace progetto di interior design curato da Naos Design, nei 1500 mq su due piani di questo nuovo e/ma innovativo ristorante giapponese è arrivata una proposta gastronomica inedita, che lo candida a diventare una tappa imprescindibile per gli amanti del sushi e non solo. In un’epoca in cui la ristorazione giapponese si reinventa, Domò Sushi Milano si distingue per la sua visione unica e trasversale. Il frutto del lavoro e delle sinergie create da un team giovane, dinamico e determinato: guidati dall’imprenditore Massimo Sun, già noto per il successo del locale Domò Roma, è insieme a Flaminia Ceccarini e Antonio Dai che Domò Sushi Milano promette di stupire e conquistare il pubblico milanese, con la sua proposta culinaria e il fascino di ambienti suggestivi, trasformati in un’oasi di design contemporaneo.
Domò Sushi Milano nasce infatti sulle ceneri del Museo dei Navigli, trasformato con grande maestria in uno spazio non solo ristrutturato ma restaurato da Neos Design, rinnovando gli ambienti storici per farne una scenografia moderna e internazionale, come spiega l’architetto Dario Alessi, che ha coniugato due epoche dentro la stessa location, amalgamate dalle atmosfere chiaro-scure delle luci, dal fascino del glamour e dall’esclusività dell’arredo. Ecco allora che l’atmosfera di Domò Sushi Milano è suggestiva fin dall’ingresso. L’atrio lussuoso, le vele scenografiche e le curve sinuose dei divani creano un clima accogliente e d’impatto. L’uso sapiente di materiali naturali come il legno e il travertino, insieme alle tonalità calde, conferisce al locale un’eleganza senza tempo.
In una cornice tanto incantevole, il cuore di Domò Sushi Milano è senza dubbio la proposta gastronomica, che si contraddistingue per versatilità e originalità, spaziando dalla cucina giapponese tradizionale alla fusion con influenze sudamericane ed europee. Qui l’ordinazione avviene a blocchi di 10 piatti per commensale, permettendo agli ospiti di assaggiare una vasta gamma di sapori e creare il proprio percorso gastronomico. Risultato: una carta che sembra infinita, con materie prime di primissima qualità: i piatti (raffinate ceramiche orientali contemporanee) si scelgono quindi di 10 in 10 sull’iPad, così l’ordine va diretto alle cucine, mentre il personale, giovane e scattante, si prende cura di ciascun tavolo e degli ospiti, proponendo il beverage di accompagnamento. Un pairing che si caratterizza per il mistery cocktail, creato dal barman ascoltando i gusti dell’ospite: un’ulteriore sorpresa che si aggiunge alla sequenza dei pietanze che arrivano in tavola: dai classici edamame (lisci, speziati o con tartufo) ai gyoza (crispy, niku, ebi o yasai); si assaggiano i morbidi bun ripieni di pollo o wagyu, o la tako-su, insalata di polpo e basilico, si assaporano nigiri con Patanegra, o nigiri aburi, scenograficamente scottati con il cannello al tavolo. E ancora i roll con burrata e gamberi di Mazara, oppure con avocado e nachos tex-mex, i maki nikkei e quelli tiki, fino al tataki di manzo con puntarelle e capperi. Una voce a sé i dessert, golosi, per chiudere il viaggio in dolcezza.
Il team del locale è composto da uno stuolo di professionisti, esperti e appassionati: un piccolo, grande esercito di 80 persone tra chi si occupa della sala (oltre 30 tra hostess, camerieri e bartender) e la brigata di cucina (17 sushi-man, 2 ai tempura, 2 chef, 1 alla piastra, 1 alla vaporiera, 1 friggitrice, 5 alle preparazioni e 11 lavapiatti), che prepara e porta in tavola una varietà di 80 piatti per un massimo di 200 commensali distribuiti nei diversi ambienti della location.
Al vertice di questo composito organigramma Massim Sun: classe 1992, nato a Roma, liceo scientifico e poi Economia e gestione aziendale a La Sapienza, è l’emblema dell’eclettismo culinario, da sempre combattuto tra carbonara e tataki di tonno come piatto preferito. Dopo alcune prime esperienze nella ristorazione, apre il suo locale nella Capitale nel 2017: Domò Roma, 300 coperti nel quartiere Trieste, accanto ai Parioli. Al suo fianco, Flaminia Ceccarini, classe 1997, sudi in Marketing e un master in Food & Beverage management presso la Luiss Business School di Milano, dal 2019 general manager di Domò, e Antonio Dai, classe 1996, chef con esperienze internazionali a Londra, Parigi e Tokyo, cintura nera nella preparazione anche estetica dei piatti.
In definitiva, Domò Sushi Milano non è solo un ristorante, ma un luogo di incontro per tutti coloro che amano la buona cucina giapponese e fusion e le atmosfere raffinate. Con il suo mix di eleganza, dinamicità e divertimento, Domò Sushi Milano si candida a diventare una tappa irrinunciabile nel panorama gastronomico milanese.