Skip to main content
Dopo un’accurata ristrutturazione, ha riaperto Casa Charleston, gioiello culinario della Sicilia e storico tempio della cucina palermitana. Un nuovo inizio all’insegna di un’esperienza gastronomica unica e innovativa, come se si trattasse di un debutto, frutto dell’impegno della terza generazione della famiglia Glorioso, che ha voluto il restyling iniziato alcuni mesi fa, con l’obiettivo di portare nel capoluogo della Trinacria una formula più contemporanea di all day dining.


Detto, fatto: Casa Charleston riapre come vero e proprio salotto cittadino del bel vivere, con un’articolata gamma di attività e proposte culinarie, che spazia dal Caffè al Bistrot, dal Cocktail bar fino al Ristorante fine dining, il tutto in un’atmosfera informale ma al contempo elegante, con una speciale attenzione all’arredo e al design.

A fare la differenza a Casa Charleston sono i dettagli, dalla progettazione all’arredo, elementi fondamentali della nuova Casa Charleston. Non a caso a firmare gli spazi rinnovati è stato il designer Sergio Colantuoni, lifestyler che ha plasmato gli ambienti con elementi di modernità e richiami del passato: “Mi sono ispirato alla memoria del luogo, all’eredità del Charleston, studiando la stratificazione di stili, per dare nuova identità al luogo, per cui troverete la carta da parati di inizio secolo scorso e gli stucchi in tutto il locale, ma utilizzati in chiave innovativa”, spiega il designer.


Ecco perché sono le mani sapienti degli artigiani del luogo ad aver plasmato ogni singola componente del locale, creando, restaurando e reinventando ogni pezzo d’arredo, dalle tappezzerie agli stucchi, tutto rigorosamente hand made, in modo sartoriale. Come nel caso delle creazioni in legno, realizzate dal maestro restauratore Silvio Palumbo.

Grande attenzione è stata dedicata ai materiali naturali o di recupero: dai legni ai marmi, dalle ceramiche agli ottoni. Un esempio emblematico è il tavolo-scultura in cocciopesto, trattato e spazzolato, abbinato al divano a fagiolo, con il tavolo disegnato dalla designer Elena Pelosi e poi realizzato dal laboratorio artigiano Cipriani Design di Reggio Emilia.


Risultato: il Charleston è un caleidoscopio di ambienti che rappresentano le diverse anime del luogo, ciascuno dedicato a differenti momenti della giornata.

Si parte dal Caffè al piano terra, che accoglie i clienti con tre proposte diverse per una colazione d’autore ricca e internazionale, una linea di pasticceria e la business lunch; si passa al Bistrot, che ripropone i grandi classici del ristorante, come l’Involtino di pesce spada e la Melanzana Charleston. Nel pomeriggio arriva l’ora dell’afternoon tea, che precede al Cocktail Bar la mixology ideata dal bartender Flavio Giamporcaro.
Infine, al primo piano dell’edificio ecco il nuovo tempio palermitano del fine dining, il Ristorante Charleston, cuore pulsante del progetto, guidato dal giovane executive chef Gaetano Verde. Palermitano, classe 1995, è qui che il cuoco propone una versione rinnovata dell’alta cucina italiana, con un accento territoriale. Lo chef vanta un importante curriculum e una tecnica consolidata nonostante la giovane età, grazie al percorso culinario che l’ha visto operare nelle cucine di Taverna Estia, due stelle MICHELIN a Napoli e poi a Londra, al due stelle Lebury, 14° nella classifica dei The 50 Best Restaurants, per poi approdare al Ritz di Parigi, dove Verde ha toccato con mano il senso e le dinamiche della grande ristorazione d’hotel. Dopo gli anni di formazione trascorsi nella Ville Lumiere, e la partecipazione a un Master in Management della ristorazione alla Mad Accademy di Copenaghen, Verde si è avvicinato a casa, lavorando prima da Organika, in Toscana, per rientrare quindi a Palermo, dove approda al Charleston.


Una cucina istintuale, dinamica e essenziale la sua, che parla del territorio in modo nuovo e stimolante, con il prodotto è al centro, protagonista assoluto di ricette nella cui preparazione lo chef non deve interpretare la tradizione ma esprimere la sua identità̀.

Ecco allora tre menu degustazione proposti al ristorante fine dining creati in base alla stagionalità̀ degli ingredienti e legati alla pesca del momento. La scelta è tra cinque portate, sette portate e uno alla carta. Ne scaturisce una proposta intrigante, frutto del viaggio personale dello chef alla scoperta dei produttori del territorio, che lo hanno portato a elaborare piatti che evidenziano la complessa semplicità̀ della sua cucina. Passione, professionalità̀, senso di appartenenza e innovazione, questa è la ricetta che rende speciale l’alta gastronomia del Charleston, un luogo vincente, un progetto ambizioso che ha le radici nel passato ma guarda al futuro.

css.php