Una cantina storica nel cuore delle Langhe proiettata nel futuro: la gamma di cru di Barolo di Poderi Luigi Einaudi si arricchisce, con la vendemmia 2019, di una nuova sfumatura, il Barolo Docg Villero
“È con grande orgoglio che presentiamo il quinto cru del nostro progetto Barolo”: così Matteo Sardagna Einaudi, oggi alla guida dell’azienda vitivinicola Poderi Luigi Einaudi, nel cuore delle Langhe.
Dopo aver messo a fuoco negli anni le espressioni di Terlo, Cannubi, Bussia e Monvigliero (nato con l’annata 2018), la ricerca di “voci” di eccellenza non si è fermata.: “A Castiglione Falletto, e precisamente a Villero, siamo stati conquistati da un terroir unico, caratterizzato da un terreno marnoso-calcareo e ricco di sabbia, che ci dà la possibilità di creare un vino di grande classe, capace di essere ulteriore ambasciatore delle nostre amate Langhe”. È così che nasce il Barolo DOCG Vollero, spiega il patron della storica cantina. Che ha ben 125 anni di vita alle spalle: è dalla fine dell’800 che Poderi Luigi Einaudi è infatti sinonimo di vini piemontesi. E di storia, non solo enologica: era il 1897 quando l’allora 23enne Luigi Einaudi, che nel 1948 sarebbe stato eletto primo presidente della Repubblica Italiana (preceduto dal 1946 da Enrico De Nicola, capo provvisorio dello Stato rinascente sulle ceneri della seconda guerra mondiale, del fascismo e della guerra civile), acquistava villa San Giacomo a Dogliani, dando inizio a una tradizione vinicola che abbraccia dunque ben tre secoli.
In quel di Dogliani, il borgo che ha dato fama al Dolcetto, l’azienda vitivinicola si estende oggi su 70 ettari, abbracciando diverse aree, tra cui Barolo e Barbaresco. Guidata da Matteo Sardagna Einaudi, discendente diretto di Luigi, la cantina mantiene saldo il legame con la terra e le tradizioni di famiglia.
Le terre di Poderi Luigi Einaudi sono un vero e proprio mosaico, con una ricca diversità di terroir che danno vita a vini pregiati: sei diverse proprietà, ciascuna con caratteristiche uniche. I vigneti di Dogliani producono principalmente Dolcetto, mentre a Barolo e Barbaresco si coltiva Nebbiolo di altissima qualità. I vigneti Terlo, Cannubi, Bussia, Monvigliero e Villero portano i nomi di cru prestigiosi. In particolare, le terre di Monvigliero, producono un Barolo di straordinaria eleganza e personalità.
Matteo Sardagna Einaudi guida dunque con passione e coraggio la Poderi Luigi Einaudi, con l’obiettivo di mantenere vive le tradizioni di famiglia e dare nuova linfa alla storica cantina. La cui produzione si concentra su due protagoniste indiscusse: Dogliani e Barolo. Il Dogliani Docg Poderi Luigi Einaudi è un vino di grande piacevolezza, con profumi fruttati e un finale ammandorlato. Il Barolo, invece, è declinato in quattro cru di prestigio: Terlo, Cannubi, Bussia e Monvigliero, ognuno con caratteristiche uniche.
La cantina di Poderi Luigi Einaudi, moderna e all’avanguardia, si trova nella collina di Madonna delle Grazie, dove si vinificano le uve provenienti dai diversi terroir dell’azienda. Come tutte le cantine storiche dei poderi, si trova appena sotto il pavimento del casale. A volerla, con visione innovativa al tempo, fu Luigi Einaudi in persona, il quale, già nel 1915, era convinto che, per un’azienda agricola, fosse più interessante trasformare le proprie uve piuttosto che venderle. Quel piccolo gioiello di lavoro e immaginazione è ancora operativo: sotto le volte di mattoni, tra luci soffuse, riposano porzioni di vino in botti grandi e barrique.
Spiega Matteo Sardagna Einaudi: “Stiamo portando avanti un coraggioso progetto dedicato all’eccellenza che si esplicita in un percorso di acquisizioni dei migliori cru nei migliori territori, Barolo in primis. L’obiettivo non è quello di collezionare ettari, ma di valorizzarli il più possibile”.
Dogliani Poderi Luigi Einaudi nasce già nel 1897 e da allora non ha mai mancato neanche una vendemmia. Con le sue 150mila bottiglie prodotte di media ogni anno è il vino a maggior tiratura dei Poderi. l Dogliani Superiore Docg Tecc era il fiore all’occhiello di Einaudi vignaiolo ed è forse l’etichetta dell’azienda più conosciuta: molti lo chiamano tutt’ora “Il Vino del Presidente”.
La famiglia del Barolo Docg comprende quattro cru e una tradizionale etichetta, il Barolo Ludo, che unisce le varie parcelle con uno sguardo olistico. Contrariamente al nome giocoso, il Barolo Ludo è un vino classico di grande serietà, con un carattere espressivo, austero e vellutato. Questo vino è composto da uve provenienti dai vigneti di Terlo, Cannubi, Bussia e, a partire dal 2017, anche Monvigliero. Ognuno di questi vigneti si esprime individualmente in edizioni limitate.
Il Barolo Terlo Vigna Costa Grimaldi è la prima vigna di Barolo dell’azienda, le cui viti, ora mature, sono state progressivamente reimpiantate. La vinificazione avviene in tini di cemento, seguita da circa trenta mesi di maturazione in botti grandi e tonneaux, che plasmano delicatamente la struttura del vino. Questo Barolo è l’emblema dell’equilibrio.
Il Barolo Cannubi è rinomato e il suo “certificato di nascita” lo attesta. Le radici del Nebbiolo si immergono in suoli preziosi e antichi, noti per la loro struttura robusta ma morbida, che conferisce al vino una pienezza vellutata. Poderi Luigi Einaudi possiede 2 ettari di questi vigneti nella parte centrale della collina. La vinificazione avviene in acciaio e cemento, seguita da mesi di maturazione in botti di rovere e un lungo riposo in bottiglia, garanzia di grande eleganza.
Il Barolo Bussia, concepito e progettato da Matteo Sardagna Einaudi, rappresenta “la voce della potenza”. I suoi filari, circa 4 ettari, si trovano nella parte centrale e superiore della collina, con viti tra i 25 e i 40 anni. Qui, i suoli minerali danno una caratteristica distintiva. Le uve vengono vinificate in acciaio e cemento con una lunga macerazione a temperatura controllata. Segue una lunga maturazione in botti di rovere di grandi dimensioni e tonneaux, quindi dall’affinamento in bottiglia deriva l’eleganza della struttura.
Nel 2018 è stato introdotto il Barolo cru Monvigliero, con meno di 1,5 ettari situati nel nord della denominazione, a Verduno. La combinazione di suoli profondi, altitudine e esposizione a sud lo rendono un Barolo contemporaneo, profumato, intenso e verticale.
Infine, con la vendemmia 2019 è stato presentato il cru Barolo Villero, coltivato a 250 metri sul livello del mare in pochi filari nell’omonimo vigneto a Castiglion Falletto. I suoli marnoso-calcarei e sabbiosi conferiscono al vino una grande classe.
Il Barolo Monvigliero, che ha debuttato in occasione del 125º anniversario, è stato dedicato anche all’arte contemporanea: ecco perché Stefano Arienti, artista mantovano di fama internazionale, ha creato un’etichetta che ritrae un etereo cavallo, simbolo di forza e connessione con la terra. L’opera, intitolata “Cavalli su colonne, omaggio a Giulio Romano (2021)”, è stata riprodotta in 10 diverse versioni su 8.500 bottiglie, con una tiratura limitata di sole 250 Magnum autografate e numerate. Questa etichetta diventa un oggetto di collezione, un tributo a storia e prospettiva dei Poderi Luigi Einaudi.
Oltre a Dogliani e Barolo, l’azienda presenta una gamma diversificata che celebra le eccellenze delle Langhe. Tra le etichette spiccano il Langhe Doc Luigi Einaudi, un blend di Cabernet, Nebbiolo, Barbera e Merlot, e il Roero Arneis Donna Ida, dedicato all’amata moglie di Luigi Einaudi.
Quando Luigi Einaudi acquistò San Giacomo, racconta Matteo Sardagna Einaudi, “aveva fiducia nelle sue capacità e nel territorio”, e c’è da credere che anche questo faccia parte del dna di famiglia. D’altronde il nonno di Matteo, Roberto, è stato ingegnere visionario ma anche viticoltore appassionato, mentre lo zio Giulio ha fondato la casa editrice omonima, uno dei pilastri della cultura italiana del ‘900. Il figlio Ludovico Einaudi, a sua volta, è compositore e pianista di fama mondiale.
Una famiglia baciata dal successo in molti campi, dalla politica alla scienza, dalla editoria alla musica, che trova in Matteo Sardagna Einaudi, architetto milanese ormai langarolo e vignaiolo a tempo pieno, da oltre venti anni alla guida dei Poderi, l’epigono capace di implementare valore e qualità della produzione dell’azienda di famiglia, portandola a nuovi traguardi.
Non solo vino: sulla collina del vigneto Madonna delle Grazie, che è il cuore operativo dei Poderi, non ha sede solo la cantina ma anche il Relais dei Poderi, che ha preso il posto dell’antica casa di vacanza degli Einaudi. Si tratta di un’elegante struttura che offre ai visitatori l’opportunità di vivere un’esperienza di relax immersi nei suggestivi paesaggi delle Langhe. La struttura ospita camere e suite che uniscono tradizione e modernità, offrendo un ambiente di grande bellezza e sobria eleganza.