Si aprono le porte del nuovo ristorante di Marc Lanteri a Castagnito d’Alba, in provincia di Cuneo, tra le Langhe e Roero: ed è subito spettacolo. Non solo per la location scelta dal cuoco francese e dalla moglie italoamericana, Amy Bellotti, grandi vetrate che circondano la sala a 180° enfatizzando la vista panoramica sulle colline patrimonio dell’Unesco, ma per la proposta in tavola dello chef nato a Tenda, sul versante transalpino della Valle Roya. Che, dopo aver lasciato nel 2022 il ristorante Al Castello di Grinzane Cavour (1 stella Michelin fino al 2020), fa la sua rentrée da patron con una proposta in cui si mescolano con sapienza i sapori della terra natìa e di quella d’adozione, in un delicato equlibrio tra cucina d’Oltralpe, piemontese e italiana più in generale.
A tutta natura
Insomma, quella che Lanteri ha appena iniziato è una nuova avventura, in una nuova casa, per un nuovo inizio: un progetto di ristorazione di cucina francese con solide radici italiane. Obiettivo: offrire agli ospiti un’esperienza più autentica, leggera, legata al territorio e, naturalmente, alle persone che conoscono e amano la cucina di Lanteri, così come a quelle che vorranno sperimentarla, immersi in questa oasi di tranquillità. Esaltata, nella sua bellezza paesaggistica e naturalistica, dal design scelto per la nuova location, che invita la natura circostanza ad entrare in sala, dove l’arredamento è minimalista, fatto di manifattura locale e di materiali naturali, per riportare in evidenza la centralità della cucina.
Dall’orto alla tavola
Una cucina che, come anticipato, vuole sintetizzare la tipicità piemontese con l’esprit francese, sempre con un’interpretazione leggera e moderna. Detto, fatto: ecco un menu con piatti capaci di esaltare la freschezza e la qualità delle materie prime. Al menu si affianca una carta dei vini risultato di un’accurata selezione da parte di Amy Bellotti e Alessandro Corsini, sommelier di Alba, che ha portato in carta al piccoli produttori e grandi aziende. Senza trascurare etichette naturali e bio, ça va sans dire.
Una scelta rivolta verso il futuro, che rispetta la tradizione, con una particolare attenzione ai produttori locali, perché la sostenibilità è il pilastro di tutto il progetto del nuovo ristorante dello chef. “I cambiamenti naturali che stanno avvenendo ci portano a fare scelte sempre più consapevoli con un maggior controllo dell’origine della materia prima e dei materiali di consumo”, spiega Marc Lanteri. Le coordinate del nuovo progetto determinano la natura dell’esperienza che lo chef francese insieme ad Amy vogliono offrire al pubblico con questo nuovo inizio. “Il nostro desiderio è di fornire un servizio in cucina ed in sala professionale, attento ai piccoli dettagli, cercando di fare vivere un’esperienza memorabile”, sottolinea Amy Bellotti.
La Francia incontra l’Italia
Una cucina di frontiera si è detto, dove lo chef continuerà a sperimentare le tecniche culinarie francesi senza tralasciare le tradizioni piemontesi, fiore all’occhiello della gastronomia italiana. Ecco dunque comporsi il trittico tecnica/territorio, sostenibilità anche in cantina, incursioni nella cucina di pesce. Immancabili, nel menu, il plin al vitello tonnato, il tartufo e i tajarin, senza trascurare le proposte vegetali, realizzate attingendo a piene mani dall’orto che Marc e Amy hanno realizzato nel giardino di una villa poco distante dal ristorante, che curano personalmente. Ingredienti che rappresentano la cucina di Marc Lanteri anche in questa nuova avventura, così come lo chef non rinuncia ai suoi cavalli di battaglia, o forse sarebbe più corretto dire alle sue radici e alla sua evoluzione in cucina: il foie gras perché rappresenta la Francia, la Fassona e gli agnolotti, magari di ricotta e erbette, perché rivelano il suo attaccamento al Piemonte. Non solo: il binomio Italia-Francia, così spesso in competizione, da Lanteri si amalgama e si intreccia, producendo piatti nei quali – come ammette lo chef – la Francia è più presente nella tecnica, soprattutto delle salse o dei dolci, ed è struttura, approccio, metodo, mentre l’Italia è tutta nei prodotti, nelle materie prime, nella passione per il territorio.
Ricchissimo anche il carrello dei formaggi, dove naturalmente si riapre il confronto-incontro tra specialità transalpine e tricolori. Quali le migliori? Al cliente di Marc l’ardua (ma piacevolissim) sentenza!