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Un raffinato salotto del gusto, anche “en plein air”, a un passo da via Cola di Rienzo, iconica strada dello shopping e arteria di uno dei principali distretti del business nel cuore Roma: è Argot Prati, deliziosa insegna che si presenta come un cocktail bar con ristorante, “regno” della miscelazione e della buona cucina.
I proprietari Gianluca Melfa e Francesco Bolla, del resto, sono gli stessi del celebre “secret bar” Argot di via dei Cappellari, storico indirizzo di riferimento per gli intenditori della mixology e che ora raddoppia, aprendosi anche alla ristorazione, e con due nuovi soci: Ivano Gambacorta e Sirio Di Francesco. Da Argot Prati, aperto tutti i giorni dalle ore 18:00 alle ore 2:00, mentre la domenica si può anche pranzare con un gustoso brunch, si va a fare l’aperitivo, si cena e si resta per il dopocena, tra prelibatezze enogastronomiche che seguono la stagionalità e vantano soluzioni “veg friendly”, e intriganti drink preparati ad arte, tutti da abbinare con il “cocktail pairing” ai piatti della carta, o anche ai “Bites”, venti invitanti bocconi che sposano la tradizione italiana a tavola e la filosofia culinaria dello chef.

Protagonista della scena, da Argot Prati, è il bancone con bottiglieria, realizzato da un sapiente artigiano come Gianluca Bolla, artista e artefice anche dei décor di Argot. Spiegano i titolari: “Questo nuovo progetto vede la fusione di tutto quel bagaglio culturale che individualmente ognuno di noi si è portato dietro. Dal mondo dell’alta miscelazione a quello del whisky, fino ad arrivare al mondo della fermentazione e della birra artigianale, il tutto con l’affiancamento di una cucina che ne vada ad esaltarne la loro qualità, anche con formule più veloci e snelle come quella dei Bites. Ne vedremo delle belle”, promettono i proprietari. 

Al bar come a casa
Da Argot Prati il servizio è accurato ma informale, per far sentire i clienti come se fossero nel proprio salotto di casa, dove il tempo trascorre all’insegna della convivialità più raffinata, grazie agli arredi artigianali di ispirazione vintage, con pezzi di modernariato di recupero unici. Varcando la soglia di ingresso del locale ci si immerge, infatti, in spazi pensati per dare una nuova vita a degli oggetti che hanno già un passato: il bancone è un patchwork di legno con inserti insoliti, come un seggiolino di legno, un antico telefono, un dipinto e persino una sega. Alle pareti ecco invece un filatoio, ma anche una sezione di bicicletta, una testiera di un letto riadattate a fioriere, due mani modulabili di legno che spuntano da una colonna, come se fossero quelle di un barman, tanto che tra le dita tengono un jigger e uno spoon, due attrezzi “must have” del mondo del bar e, infine, un papillon, a richiamare l’iconico “baffetto” di Argot. E non mancano nei vari corner uno scrittoio con clarinetto e spartiti, un attizzatoio e un pendolo, mentre i tavoli hanno una mise en place con tovagliette ricamate e preziose maniglie d’appoggio alle posate. Nel dehors esterno e al primo livello, invece, gli arredi sono minimal ma ricercati, con sedute in ferro e pezzi vintage, che dal crepuscolo si riempiono d’atmosfera grazie alla illuminazione calda che accende la scena.

Da Argot Prati la mixology diventa protagonista della scena con i twist on classic di Argot Prati, drink storici, riletti e miscelati con tecniche e strumenti moderni al bancone bar. Un “counter” che vanta una bottiglieria tirata su tra tondini per i muri di cemento armato, specchi e scaffali di legno, che ricordano quello di Argot, e dove gli sciroppi naturali sono custoditi in un lustrascarpe e i drink sono anche “à porter”, grazie a una lattinatrice che imbottiglia per l’asporto di cocktail e birra.

La cucina di Argot Prati
A dirigere la brigata di cucina di Argot Prati, c’è Andrea Quaranta, trentino di origine ma con un papà calabrese e una mamma ligure, e a Roma da 20 anni. Una storia familiare che ha influenzato la cucina dello chef, basata sull’esaltazione della tradizione italiana, resa moderna con le tecniche di cottura e le contaminazioni culinarie.
Sono cresciuto professionalmente grazie a chef Andrea Fusco, con cui ho lavorato per quasi 10 anni. Da lui ho imparato come si sta in cucina, il rigore e la dedizione al mestiere, ma anche il modo di trattare la materia prima, e il piacere nello sperimentare sempre. Da qui nasce il menu di Argot Prati, un incontro gastronomico di tutti questi fattori, rafforzati da una maturità professionale raggiunta dopo tanti anni di mestiere”, spiega Andrea.

Nel locale, infatti, attraverso il menu, si vuole raccontare l’Italia di oggi, tra tradizione e modernità, prendendo come spunto le basi della nostra cucina regionale e giocando con le consistenze e avvicinando sapori e preparazioni di altri Paesi, come quelli asiatici, che hanno sempre affascinato lo chef. Nel menu, nello “Spaghettone Burro e parmigiana” il piatto è stato alleggerito senza che perdesse però il sapore finale: troviamo il burro di bufala e parmigiano reggiano 24 mesi, e la crema di melanzane affumicate (anziché fritte) con la salsa di pomodoro bruciato. Ancora: nel “Picchiapò” lo chef ha modificato la doppia cottura lunga tradizionale del vitello con una cottura a bassa temperatura, aggiungendo in busta del succo di pomodoro per insaporire la carne, coperta poi sul piatto con un’altra crema al pomodoro leggermente acidula, e a completare una tartare di vitello, purea di pastinaca e curcuma e dello scalogno arrosto. Spazio poi ai dessert, ma mai troppo dolci: in carta si trova “Pere e foie gras”, con una mousse ghiacciata di foie gras, mousse di pere, sorbetto al finocchio e croccante di noci.

Il Brunch
Argot Prati propone un’interessante formula di brunch. Disponibile la domenica, prevede una scelta ampia, tra proposte al buffet all’insegna dei prodotti di qualità e di stagione, con anche portate vegetariane e un corner che trabocca di squisiti dolci fatti in casa. Sul tavolo, ecco allora, a seconda del periodo dell’anno: le Torte rustiche spinaci e cavolfiore (veg), il Carpaccio di salmone marinato con zucchine alla scapece, le  Polpette cacio e ova al sugo (veg), le  Frittelle di bieta con alici marinate, i Fiori di zucca ripieni al forno ricotta  e guanciale, la Lasagna bianca broccoli salsiccia e pecorino,  Pasta e patate, Riso nero salmone avocado (bowl), Riso nero stracciatella (bowl), Cosciotto di maialino al forno, Trancio di salmone scottato, Cavolo rosso marinato, Scarola olive e pinoli e Insalata di finocchi e arance. Il brunch prevede una formula “open” dalle ore 12:00 fino alle ore 16:00 della domenica, al costo di 25 euro bevande escluse.

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