#ragionevolezzacontroilvirus
l’intervista a Sabrina Tedeschi di Tedeschi Wine
di Camilla Rocca
Hai pensato a fare qualche attività di formazione in questo periodo con i tuoi dipendenti? Hai dovuto prendere delle misure in tal senso?
I collaboratori aziendali sono stati informati fin da subito delle misure di sicurezza da adottare. Gli spazi in azienda sono abbastanza grandi da assicurare la distanza sociale tra i collaboratori. Abbiamo avuto anche un controllo da parte dell’ente Spisal, che ci ha fornito alcuni accorgimenti da adottare, ma tutto era in regola secondo le norme emanate dal Governo.
Hai pensato di istituire un servizio di e-commerce aggiuntivo o di potenziarlo per l’azienda vinicola?
Abbiamo aperto un nuovo servizio di e-commerce: un’offerta proposta ai clienti che normalmente acquistavano presso il nostro negozio, rimasto chiuso per parecchie settimane. Abbiamo poi cercato di potenziare le vendite online tramite canali già presenti sul mercato, con risultati di vendite più immediate rispetto al canale online aziendale.
La cantina è rimasta aperta ? Come vi siete organizzati per dare continuità all’attività?
La cantina è rimasta aperta anche per svolgere tutte le attività nel vigneto: i collaboratori aziendali sono stati trasferiti a svolgere le attività in campagna riducendo in tal modo l’intervento da parte di aziende terziste, normalmente coinvolte in alcune attività, come per esempio la potatura. Per il resto abbiamo continuato a interagire con i nostri clienti ed importatori anche tramite webinars. Dal punto di vista comunicativo, tramite la nostra agenzia di comunicazione abbiamo fin da subito sostituito gli incontri con i giornalisti, programmati nel corso delle fiere, con incontri digitali. Poche le dirette, molti gli “webinar su misura”, tramite invio di una campionatura ed assaggio insieme pur a distanza. Sicuramente ci siamo dedicati reciprocamente molto più tempo rispetto agli incontri fatti durante le fiere.
Cosa hai fatto in questo periodo a casa?
Praticamente non sono mai rimasta a casa, ho la fortuna di vivere a due chilometri dalla sede aziendale e ho cercato di svolgere tutte le attività direttamente in azienda: anche per gestire con i miei fratelli l’emergenza del momento su più aspetti. Abbiamo preferito lasciare a casa, alcuni lavorando in smart working, i nostri collaboratori, evitando rischi di contagio con spostamenti.
Comunque in questo periodo sono diventato un esperto di video con montaggi, modifiche audio e titoli.
Cosa vorresti dire all’estero sull’ospitalità italiana?
L’ospitalità italiana rimane sicura e ricca di proposte: abbiamo un’offerta di turismo enogastronomico ricco e prezioso che completa la proposta culturale, altrettanto ricco di storia millenaria. Non dimentichiamo le mostre e i teatri con tutte le rappresentazioni anche all’aperto, come la proposta culturale dell’Arena di Verona.
Che messaggio vuoi inviare al mondo, considerata anche l’importanza che la clientela internazionale ha sempre avuto per voi?
L’Italia ha una grande storia da raccontare e continuerà a farlo. Il vino italiano è forte della nostra ricchezza culturale e colturale/varietale, saremo ben lieti di essere parte della convivialità nel mondo forti di una nostra identità.
Come pensi andrà il settore del turismo, della ristorazione e del vino e quali sono le azioni che il governo dovrebbe fare per aiutare il comparto? Quale pensi dei tre sia quello che supererà con maggiore facilità la crisi e quale meno?
Sicuramente il governo deve sostenere progetti di sviluppo dei settori indicati, pianificare attività di promozioni del paese Italia all’estero. Forse meglio attendere con attività promozionali, in attesa di tempi migliori. Tanti paesi sono ancora in modalità lockdown, sarebbe uno spreco di energia e potremo avere risultati opposti. Se riparte il turismo di conseguenza anche la ristorazione potrà beneficiare e così anche il mondo del vino. Il settore vitivinicolo forse rimane meno esposto degli altri settori, soprattutto per aziende strutturate e già organizzate con l’esportazione capillare nel mondo (la frammentazione del nostro mondo ahimè non aiuta in situazioni come queste). E’ difficile comunque rispondere con certezza a questa domanda.