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#ragionevolezzacontroilvirus
Giuseppe Collesi di Fabbrica della Birra Tenute Collesi

Ha pensato a fare qualche attività di formazione in questo periodo con i suoi dipendenti? Ha dovuto prendere delle misure in tal senso? 
Anche in periodo di emergenza non ci siamo fermati, perché abbiamo continuato a rifornire la GDO e consegnare a chi acquistava online, due canali di distribuzione che ci hanno fatto tenere in un periodo di grave incertezza (soprattutto per l’Horeca). Così non abbiamo vissuto la situazione di sfruttare i tempi morti con attività formative o altre misure. Certamente abbiamo educato tutto il personale a rispettare costantemente sul posto di
lavoro le misure necessarie e adottare i dispositivi di protezione.

Ha pensato di istituire un servizio di e-commerce aggiuntivo o di potenziarlo per l’azienda? 
In questi due mesi abbiamo potenziato il nostro servizio e-commerce, attivo da oltre un anno con la vendita di tutti i nostri prodotti, progettando attività promozionali, campagne di web marketing e programmi di fidelizzazione come il “club Collesi” che dà diritto a sconti speciali a chi si iscrive. L’e-commerce è un canale che anche per effetto di questa crisi è cresciuto molto e sicuramente crescerà ancora. Nell’ultimo mese abbiamo registrato un volume di vendite online di oltre 30 mila euro, molto superiore a quanto eravamo abituati a vendere da questa piattaforma nello stesso arco temporale.

Cosa sta facendo ora?
Ci stiamo concentrando oltre che sull’online anche molto sulla GDO, che appunto è un altro canale molto importante: lo è sempre stato, ma ancora di più lo è adesso e lo sarà d’ora in avanti. Abbiamo da sempre creduto nella piattaforma distributiva multi-livello, cercando di presidiare non solo il canale Horeca e il retail, ma anche l’online, la grande distribuzione organizzata e l’estero, il tutto supportato dalla comunicazione. Proprio in
queste settimane è andata in onda la nostra campagna televisiva ad esempio, mentre continuiamo a investire nei canali digitali. Non è una situazione banale, soprattutto nel nostro settore, quello dei birrifici artigianali. Se poi vogliamo dirla tutta, stiamo lavorando anche per completare la nostra sala
sensoriale che accoglierà i visitatori (clienti e turisti) con un percorso emozionale unico, tutto concentrato sul mondo della birra Collesi, nel nostro stabilimento (sull’Appennino marchigiano, a 700 mt di altitudine). Vogliamo essere pronti anche per la ripresa del turismo, seppure di prossimità.

Cosa vorrebbe dire all’estero sull’ospitalità italiana?
L’ospitalità, come le produzioni artigianali, è un settore che in Italia abbiamo nelle corde, per nostra forma mentis, per cultura, per attitudine. Troveremo sicuramente i modi giusti per adattarci alla nuova situazione anche a livello di settore ricettivo. E saremo presto pronti per accogliere gli stranieri che amano il nostro Paese, per il suo bagaglio ineguagliabile di arte e cultura, cibo, stile, paesaggio, calore umano.

Che messaggio vuole inviare al mondo, considerata anche l’importanza che la clientela internazionale ha sempre avuto per voi? 
Le nostre birre all’estero sono da sempre considerate ambasciatrici dell’eccellenza artigianale italiana, dagli Stati Uniti a Singapore passando per l’Europa, per questo siamo molto legati alla clientela internazionale . A loro vogliamo dire che gli strumenti ci sono, per continuare a raggiungerli con i nostri prodotti. Nell’era del digitale, della comunicazione in tempo reale e della facilità del trasporto – non fosse più delle persone, almeno delle merci – non dobbiamo avere paura, dobbiamo trovare solo strade nuove per raggiungere come prima i consumatori.

Come pensa andrà il settore del turismo, della ristorazione e della birra e quali sono le azioni che il governo dovrebbe fare per aiutare il comparto? Quale dei tre pensa sia quello che supererà con maggiore facilità la crisi e quale meno?
Nel settore birra, forse assisteremo a un nuovo ridimensionamento, come già successo dopo l’esplosione dei microbirrifici artigianali. La mia visione è comunque ottimista, rispetto a tutto il comparto: in particolare, la birra artigianale ha ancora margini di crescita come già ha dimostrato finora.
Il turismo dovrà ritararsi: sarà molto più un turismo di prossimità – ormai è chiaro a tutti. Ne gioverà il settore para-alberghiero (agriturismi, b&b, appartamenti e case in affitto) per la privacy degli spazi sia al chiuso che all’aperto. Non vediamo bene, invece, il settore della ristorazione: i locali già devono adeguarsi alle disposizioni ministeriali, ma dovranno fare i conti anche il fattore psicologico:

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