Il grande fotografo Ferdinando Cioffi ha voluto riprodurre con il suo obiettivo la passione di sette piccole produttrici di Champagne. Il risultato è sorprendente.
Des Femmes de coeur, des vigneronnes de talent: ovvero, Les Fa’Bulleuses de Champagne, riprese dal magico obiettivo di Ferdinando Cioffi, il celebre ritrattista di grandi chef di tutto il mondo. Ogni Fa’Bulleuse proviene da un villaggio diverso, ognuna ha una sua propria storia molto particolare… ma quello che le unisce e ne fa una entità unica è l’amore appassionato e totale verso la vigna e le sue potenzialità. In un sistema in cui tutti parlano di “terroir”, queste sette signore del vino dimostrano concretamente che è solo con l’impegno quotidiano che si possono ottenere grandi risultati. “Le nostre nonne erano già alla testa di piccole aziende vinicole, accanto ai loro padri, fratelli o mariti, in Champagne. Una presenza femminile discreta, non invadente, ma fattiva sotto l’aspetto del lavoro e dei risultati. In Champagne come altrove, in Francia e nel mondo, le donne svolgono un ruolo primario. Nei vigneti e in tutte le tappe della vinificazione, si può contare sulla loro abilità, ma anche sulla loro passione e sul loro coinvolgimento totale. Ma non fanno quasi mai parlare di loro e, a parte rare eccezioni, lavorano nel silenzio…”. Così esordisce Sophie Milesi, che è succeduta alla madre nella conduzione dell’azienda vitivinicola di famiglia, situa ta nel cuore del parco regionale della “Montagne de Reims”. Fiera di questa eredità importante, Sophie ha fondato nel 2014, con sei altre giovani vignaiole, l’associazione delle Fa’Bulleuses. Charlotte, Claire, Florence, Hélene, Laureen, Mathilde, Sophie: hanno tra i 24 e i 44 anni e ciascuna ha seguito un proprio percorso. Ma hanno anche in comune delle solide radici nella regione della Champagne, insieme ad una autentica passione per questo vino mitico che interpreta vitigni importanti, come lo Chardonnay e i Pinot Noir e Meuniere, per realizzare un prodotto che da sempre simboleggia lusso estremo e alta raffinatezza. Fu un incontro fra Claire ed Hélène, due anni fa, all’inaugurazione di una mostra dedicata al celebre vino, che diede il “la” a questa avventura. Dialogando e confrontandosi, hanno fatto germogliare l’idea di un “cerchio” di sole donne, destinate per affinità elettive a condividere gli stessi valori e ad avere le stesse aspettative. Responsabili del controllo di proprietà più o meno vaste, lavorano insieme all’elaborazione dei lor o vini, curando personalmente lo sviluppo della vite in vigna fino alla vinificazione in cantina, senza dimenticare le tappe intermedie del marketing e quella, finale, della commercializzazione. Lavorare unite per promuovere il proprio territorio e la qualità dei prodotti che ne scaturiscono: questo è l’obiettivo delle sette Fa’Bulleuses. Lo Champagne, simbolo del celebre French Touch e invitato permanente a tutti gli eventi festaioli più esclusivi, probabilmente, non ha bisogno di ulteriore fama: la sua immagine di prodotto luxury è talmente consolidata da non avere più bisogno di promozione o marketing. Ma per le Fa’Bulleuses la ricchezza della Champagne non può limitarsi al blasone di alcune grandi maison internazionalmente riconosciute, anzi ha il dovere di presentare anche quanti producono Champagne magari meno blasonati, ma che esprimono al meglio la realtà di piccole aziende votate all’alta qualità. E, per farcela, hanno deciso di mettere l’accento sulla loro femminilità, per troppo tempo considerata un punto debole: “Perché essere donna in un mondo vitivinicolo da sempre declinato al maschile non è propriamente un’impresa facile”, sottolinea Sophie Milesi. Tutte hanno dovuto dimostrare che potevano fare molto bene, se non meglio, appoggiandosi in modo intelligente e non opportunistico ai processi produttivi e tecnici più avanzati, al fine di alleggerire le procedure produttive. Le vignaiole hanno così messo in evidenza un’altra carta vincente: la loro polivalenza. Una componente tipicamente femminile che consente di essere presenti nell’azienda in tutte le situazioni in cui è necessario, sia per quanto riguarda la gestione del prodotto, sia per gli aspetti legati alla comunicazione, due settori nei quali tradizionalmente le donne eccellono. Ed è a questo punto che le Fa’Bulleuses entrano in scena: combinando fascino e dinamismo, offrono un biglietto da visita inedito, di cui la Champagne può andare fiera! Ma queste ambasciatrici dello sparkling rivendicano anche un nuovo approccio al mondo del vino: “Le donne danno prova di grande umiltà, forse perché hanno imparato ciò che oggi sanno sul tema-vino grazie alla loro serietà e allo stare perennemente nell’ombra, oscurate dal potere maschile”, dicono all’unisono le Fa’Bulleuses. E aggiungono, spiritosamente: “Il nostro approccio verso l’universo vinicolo è più semplice e, dunque, più accessibile ai neofiti. Quando parliamo di enologia e di vinificazione, constatiamo che i nostri interlocutori si sentono a loro agio, fanno domande che mai farebbero a un uomo, forse perché noi donne siamo sempre pronte ad ammettere i nostri limiti, a riconoscere le nostre ignoranze e, grazie a questa trasparenza, chiediamo volentieri consiglio e aiuto. Noi donne siamo più disponibili allo scambio e alla condivisione delle informazioni”. Questo spirito di condivisione si concretizza in diversi modi: per esempio, con Anna, la chef del ristorante Anna S., La table amoreuse, hanno studiato originali abbinamenti di Champagne con grandi piatti della cucina regionale. Ancora, hanno creato un lussuoso Coffret in edizione limitata che riunisce sette bottiglie selezionate fra le preziose Cuvèe di ogni Maison. Una meravigliosa opportunità per scoprire nuove sfaccettature di un vino che continua a riservare grandi sorprese. La grandi Cuvèe prodotte dalle Fa’Bulleuses sono: la Cuvée di Charlotte-Champagne de Sousa, 100% Chardonnay, un Brut Reserve con bollicine finissime e un perlage delicato, che riserva uno spiccato equilibrio e una grande persistenza. Segue la Cuvèe di Florence-Champagne Florence Duchéne, o Kalikasan, una produzione “confidenziale”, limitata a 1000 bottiglie all’anno, che nasce dall’assemblaggio fra Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier. Elegante e strutturato, questo Champagne è perfetto come aperitivo, anche con le ostriche e i frutti di mare. È poi la volta della Cuvée di Helene-Champagne Beaugrand: il Carte Blanche Brut nature è Chardonnay al 100% offre golosi aromi di frutta esotica e fiori bianchi. Si abbina in modo ottimale ad antipasti di pesce, salmone fresco, formaggi di pasta dura tipo Gruyére o Comté. La Cuvée de Laureen, a sua volta, rappresenta un bell’equilibrio fra i tre vitigni che danno vita a questo Champagne Baillette Prudhomme, millesimo 2008, leggermente agrumato: un vino per tutte le occasioni, versatile ed eclettico, dal profilo aromatico che ben si affianca a grandi piatti di pesce e a crostacei. Un altro Chardonnay 100%, la Cuvée di Mathilde-Champagne Rochet, Bocart: con il suo naso espressivo, combina note di frutti bianchi (come la pesca o la pera) ad una spiccata mineralità. Questo Blanc de Blancs si abbina perfettamente a formaggi di capra ma anche a un buon risotto alla milanese. Lo Champagne Mary Sessile, a sua volta, denominato l’Inattendue Extra Brut, è la Cuvèe di Claire: 100% Pinot Meunier, è l’apoteosi della freschezza. Fruttato e ricco di struttura, questo Champagne si abbina perfettamente a piatti sushi, ma anche a foie gras e dessert al cioccolato. La Cuvée di Sophie- Champagne Gui Mea, per concludere, è un assemblaggio di Chardonnay e Pinot Noir che, con i suoi riflessi dorati, seduce subito lo sguardo di chi vi si accosta, per l’estrema finezza delle sue bollicine. Sarà il compagno ideale di un piatto di ostriche, o di gamberi rossi, o di un’aragosta al forno o di un Sampietro al cartoccio.
© Artù