Skip to main content

????????????????????????????????????

Non tragga in inganno l’insegna di questo albergo con annesso 3 corone 3 cervelliristorante, nel cuore della campagna fra la Bassa Veronese e le province di Vicenza a nord e Rovigo a sud (ma qui siamo “sotto” Padova): il nome non si rifà al celebre statista ucciso dalle Brigate Rosse nel lontano 1978, bensì si ispira al fondatore della struttura di ospitalità. D’altronde, Moro qui è un cognome molto diffuso. A Montagnana, paese medioevale ingentilito dalle mura che ne cingono il centro storico, non ti aspetteresti un luogo come questo. O meglio, mai penseresti di trovare un talento emergente della “nuova cucina contemporanea”, Silvia Moro, giovanissima e curiosa, appassionata e amante delle tecniche, che è stata capace di creare con entusiasmo un polo di alta cucina in questo lembo della sonnecchiante campagna veneta, i cui abitanti sono più avvezzi a frequentare trattorie tipiche che luoghi gourmet. Dobbiamo ringraziare Luigi Cremona, che ce la fece conoscere a un concorso culinario dedicato ai giovani chef, ma anche Riccardo Penzo, giornalista vicentino attivo nella ricerca di nuove stelle, se siamo venuti qui a provare la sua cucina. Silvia, prescelta come candidata per l’edizione Sparkling Menù 2017 di Villa Franciacorta (quest’anno declinato al femminile), si è ritrovata, una sera di maggio, ad essere “valutata” da una giuria di importanti giornalisti enogastronomici: che sono usciti dall’esperienza soddisfatti e rinfrancati, una volta tanto più inclini alla lode che alla dura critica. Sì, i giovani che in cucina hanno voglia di fare, e di crescere, e di raggiungere risultati coerenti, esistono ancora. Evviva. Silvia Moro (meno di trent’anni) ha proposto alcuni suoi piatti “signature” che si affiancano, in carta, ad altri percorsi gastronomici, più legati alla tradizione.  Il menù “creativo” di Silvia, invece, prevede portate di notevole impegno, sia nella ideazione che nella preparazione che, ovviamente, nella presentazione. E le ingenuità che spesso sono frequenti nell’attività di tanti giovani ancora senza lunga esperienza di cucina, nel caso di Silvia sono ridotte al minimo. Il ristorante propone una carta “territoriale”, con specialità venete e locali, ma è – come dicevamo – dal menù creativo di Silvia che vengono le proposte più entusiasmanti.  “Illusione”, il piatto con cui ha voluto aprire la sua cena, ha colpito per la incredibile freschezza degli ingredienti: cavolo rapa, spuma di patata, gambero rosso, erba Luigia, polvere di prosciutto veneto “Berico Euganeo” Dop, lime e erba cipollina. Ben dosati, senza rischi di prevalenza o sopraffazione, gli elementi hanno concorso alla definizione di un piatto dal gusto molto pulito. Un’altra proposta meritevole di nota è “Essenza naturale”, ovvero: scampo, guanciale, mela, rosa turca, carota e pesca nettarina. Buono, anche se forse troppo permeato dalla contrastata dolcezza della frutta. Ma è con la portata successiva, “Evoluzione della pasta e fagioli”, che Silvia ha centrato l’obiettivo: gusto pieno, papille in godimento, armonia di sapori in perfetta coesistenza. Il piatto si compone di alcuni (quattro nella presentazione, concepita in questo caso come un assaggio) tortelli o ravioli quadrati ripieni di fagioli borlotti, asparagi, ravanelli, piselli e brodo al prosciutto: fresco, stagionale, pulito. Il secondo piatto, “Metamorfosi”, è un baccalà mantecato (siamo nella terra dello stoccafisso, Vicenza è poco distante), merluzzo, spuma di baccalà alla vicentina con chips di polenta croccante, pomodorini confit, arancia e polvere di olive mere. Perfetto, anche nell’abbinamento con le bollicine di Franciacorta della Cuvette. L’attento servizio di sala, guidato dal fratello di Silvia, l’eleganza del luogo (dall’atmosfera classica, forse un po’ datata, ma di estrema raffinatezza), l’onestà assoluta dei prezzi in menù (decisamente più bassi della media del segmento di offerta dell’alta ristorazione), l’attento e formidabile ricarico dei vini in carta, fanno del Ristorante Aldo Moro una meta interessante. Montagnana, pur essendo un po’ defilata dagli itinerari turistici più famosi, può comunque contare sulla bellezza del luogo, vicino ai Colli Euganei e comunque non distante da Verona, Padova e Venezia. Una visita a Montagnana è suggerita in modo particolare a chi avesse voglia di scoprire un territorio insolito, non fortemente connotato gastronomicamente (a parte l’ottimo prosciutto crudo, vanto di Montagnana, a cui è dedicata anche una grande manifestazione ogni anno), ma che consente di conoscere Silvia Moro, chef appassionata e curiosa, sempre alla ricerca di nuove idee che rendano indimenticabile l’esperienza dell’ospite. La famiglia Moro, molto conosciuta in zona, opera da anni nel campo dell’ospitalità e garantisce un’accoglienza di standard classico, insomma una destinazione sicura e con un price for value eccellente. Ultima nota positiva emerge dal listino prezzi dell’albergo: dai 70 fino ai 100€ per una camera doppia. Di Alberto P. Schieppati

www.hotelaldomoro.com

css.php