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Vi chiederete: ma perché mai diamo il coronacervellomassimo del nostro punteggio a questo ristorante, ubicato in un comune come Gaggiano (fra Milano e Abbiategrasso) che se fossimo in Francia sarebbe segnalato come centre gastronomique? Per svariati motivi, derivanti dalla caratterizzazione della cucina (bene evidenziata dalla qualità dei piatti) ma anche e soprattutto dalla autenticità del locale e della sua storica, immutata conduzione. Una trattoria, quella della Fratellanza, che non ha mai cambiato nulla della sua offerta, al punto tale da risultare “fuori tempo” o addirittura demodé. È vero, il mondo cambia alla velocità della luce ma non si capisce perché chi resta caparbiamente fedele alla propria impostazione debba essere il capro espiatorio della peggiore critica distruttiva. Anzi, dovrebbero dargli una medaglia, ai cugini De Lazzari. E noi di Artù gliela diamo…La Trattoria della Fratellanza, uguale da oltre mezzo secolo, è gestita dagli anni Settanta dai cugini Luigi (in cucina) e Ferdinando (in sala) De Lazzari: due personaggi che non hanno mai voluto esibire alcunché, se non la propria fedeltà alle tradizioni gastronomiche di questo lembo della Milano ovest, che vede riso, minestre, bolliti, pollo e salumi in pole position. I tempi sono cambiati, ma Luigi e Ferdinando non si sono mai asserviti alle mode o alle “rivisitazioni”: sono trattori, non chef e, in quanto tali, hanno giurato fedeltà alle origini. Abbastanza ignorati da quella critica gastronomica assai conformista che teme l’autonomia di giudizio in nome di una accettazione omologante da parte del sistema mediatico, non sufficientemente valorizzati da Tripadvisor e da altri motori di ricerca che spesso preferiscono fermarsi alle apparenze e fare audience in virtù dei decibel, Luigi e Ferdinando sono da ammirare per la loro essenziale semplicità. Un piatto come il “riso al salto con salsiccia” è di una bontà leggendaria, frutto di mezzo secolo di esperienza ai fornelli e di utilizzo di ingredienti dagli standard qualitativi elevati. Un piatto magistrale. Alla Fratellanza nulla è lasciato al caso, dal cotechino che non evoca nomi di produttori altisonanti ma che è uno dei migliori mai mangiati, alla zuppa di cipolle alla pavese fino alle semplicissime patate prezzemolate (un classico della mensa lombarda di un passato recente ormai dimenticato) che urlano la loro freschezza con un “erborin” verdissimo e quel filo di olio extravergine che le inumidisce al punto giusto. E che dire del cicorino, tagliato a mano dalle donne in cucina? Potente, fresco, croccante. La cotoletta è classica, non a orecchio di elefante (che non c’entra nulla con la tradizione lombarda), ma corretta, con compatta panatura che non si rompe al taglio e con vitello tenero e cotto al giusto rosa. L’ambiente retrò, di affascinante rusticità (come lo aveva definito il grande Veronelli nella sua Guida ai ristoranti d’Italia negli anni Ottanta), con sedie in legno antico e tavoli di spartana solidità, ispira la sosta prolungata, magari davanti a un calice di schietto vino rosso dell’Oltrepò, o a un bicchiere di Moscato che vada ad abbinarsi al salame di cioccolata (mitico) prodotto dalle mani antiche delle donne, in cucina. Nell’ultima visita, dopo anni di mia colpevole latitanza, ho ricordato con nostalgia esperienze del passato, con volti e voci che oggi non ci sono più, e ho pensato che – a parte il tempo che cancella e non perdona – qui nulla è cambiato, se non l’età dei presenti. Ho solo intravvisto una certa stanchezza, in Luigi e in Ferdinando: la stanchezza di due cugini che, dopo decenni di impegno continuativo e senza pause, forse sono un po’ delusi dai cambiamenti repentini del mondo, delle ipocrisie e della necessità imperante di essere “di moda”. Spero che questa stanchezza non preluda a imminenti abbandoni e, nel timore che ciò accada, mi permetto di dire: Luigi, Ferdinando, tenete duro! La Fratellanza deve continuare a vivere! A.P.S.

Trattoria della Fratellanza

Piazza Vittorio Veneto 5, Fraz. San Vito, 20083 Gaggiano (Mi)           Tel 02 9085287

© Artù

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