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02 Roberto ContiIl ristorante milanese del gruppo Trussardi si veste di una nuova immagine che vuole esaltare il concetto di “lusso discreto” e di eleganza rilassata, lontano da esibizioni e forzature. Il restyling va di pari passo con la presentazione del nuovo executive chef, Roberto Conti, già presente in brigata come “secondo”: passione ed esperienza sono alla base del suo lavoro. Ora è arrivato il suo grande momento.

La presentazione del nuovo Trussardi Alla Scala avviene alla vigilia di un Expo più annunciata che spiegata. Nell’attesa del “grande evento”, del quale certamente si saprà di più quando leggerete queste righe, ci consoliamo con questa notizia di metà aprile, certa, sicuramente incoraggiante, che vede una nuova guida a capo del ristorante milanese, in un contesto ambientale che è stato semplificato in nome di quel “lusso accessibile” e di quella “eleganza rilassata” che sono poi valori caratterizzanti il marchio del Levriero. L’ambiente ora è meno freddo ed è più accogliente grazie a interventi mirati a renderlo più simile a un salotto di casa. L’illuminazione si è arricchita con lampade a muro e piantane vintage in vetro e ottone che creano un’atmosfera raffinata, grazie anche all’inserimento nell’arredo di nuove sedute: divani con struttura in ottone brunito e rivestimenti in morbida pelle avio con schienale e seduta capitonnè. Piante ornamentali, oggetti della collezione personale di f01 ristorante7amiglia, mobili antichi di casa Trussardi , decorano l’ambiente rendendo reale l’esperienza di essere invitati in una sorta di spazio di famiglia, dove è possibile respirare appieno i valori e il lifestyle del mondo Trussardi. Accolti da due professionisti del calibro di Luca Chinacchi e Simone Dimitri (il primo è celebre per la sua elegante professionalità, già ampiamente valutata al Trussardi Caffè, al piano terra del palazzo della casa di moda; il secondo per la sua capacità di sintonizzarsi coi clienti ai tavoli del ristorante), scopriamo che il “secondo” di cucina, a suo tempo sous chef di star della cucina, è ora, a sua volta, executive chef del Trussardi Alla Scala. È un giovane talento lombardo, Roberto Conti, da sei anni presente in azienda, ad avere ora le redini (e la grande responsabilità) della correttezza, della genialità e della unicità di una ristorazione che, per definizione, deve essere ai massimi livelli. Una grande passione per la cucina, quella di Roberto, nata sin dall’infanzia e coltivata nel tempo, a partire dalle scelte formative. Un’esperienza maturata nel corso degli anni al fianco di chef del calibro di Maurizio Bosotti, Pietro Leemann, Andrea Berton, Luigi Taglienti: la sensazione è che la famiglia Trussardi abbia voluto andare sul sicuro, scegliendo un professionista giovane ma già di grande valore, capace di interpretare al me05 brigataglio quella linea di sobrietà elegante, ben consolidata a livello stilistico, trasferendola in una proposta di cucina capace di esprimere uno stile ben caratterizzato. I piatti che abbiamo degustato durante il lunch ci sono parsi ben sintonizzati con la filosofia di famiglia, che ha i suoi punti di forza nella essenzialità sorretta da una forte concretezza e da una impronta inconfondibile: quella del “lusso della semplicità” cui l’universo gourmet, peraltro, da sempre tende. Il menù propostoci conteneva vertici di gusto che restano nella memoria: un ottimo gambero rosso di Sicilia, asparagi bianchi e gelato al lardo di Colonnata, una lingua di vitello in salsa verde incomparabile, un risotto alla milanese con ossobuco in gremolada (cucinato secondo i criteri della milanesità più ortodossa, decisamente apprezzato dai critici più esigenti), una “cassoeula” di maialino iberico e verza che ha espresso livelli di creatività inconsueta. Ovviamente, anche dando uno sguardo al menù ufficiale del ristorante e leggendo le definizioni dei piatti in carta, emerge una profonda attenzione verso le materie prime, ma anche una dimestichezza con tecniche di cottura innovative: il che, dirà chi ci legge, è ormai una condizione necessaria se si vuole lavorare a certi livelli… Ma, non volendo da09 Risotto alla Milanese e ossobuco in gremolada 1re nulla per scontato, ci piace constatare che gli sforzi di famiglia, bene espressi dalla signora Maria Luisa Gavazzeni Trussardi, la “donna schiva dagli occhi blu” (come la aveva amabilmente descritta la giornalista del Corriere Lina Sotis), vanno proprio nella direzione giusta: recuperare grandi piatti della tradizione, reinterpretarli con intelligenza e innovazione, dare spazio a uno staff giovane ma già con esperienza consolidata. Le premesse per l’affermazione del “nuovo Trussardi” pare che ci siano davvero tutte, a cominciare dall’impegno imprenditoriale che ha seguito una strada lineare e coerente. “La scelta di Roberto Conti – ha detto Tomaso Trussardi, ad del gruppo – è un attestato di valore alla sua idea gourmand che ci rappresenta pienamente: mettere al centro la cucina, fatta di materie prime eccellenti e di piatti che sanno combinare heritage e raffinata lavorazione”. Alberto P. Schieppati

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