Dopo qualche passaggio di gestione, ora il ristorante in zona Sempione è saldamente in mano a Edi Begja, che lo conduce con slancio appassionato. Dominato dai toni del beige e del tortora, Pier 52 è un luogo elegante ma non classico nel senso che comunemente si attribuisce a questa parola. Non a caso, la cucina è nelle mani di uno chef “controcorrente”, quel Pietro Penna, trentunenne discepolo di Sergio Mei, che ha letteralmente sparigliato le carte (nel senso dei menù) del Pier 52. Affiancato da Michele Nigro, guida una brigata vivace che propone piatti fuori dagli schemi: ad esempio, la capasanta con crema di zucca o la mozzarella di bufala campana in carrozza con tartare di salmone fresco sono esempi di antipasti decisamente invoglianti. Pietro, per la cronaca, è stato il primo chef italiano a mettere piede nella brigata di cucina del Four Seasons a Parigi, a conferma di una innata predisposizione alle esperienze complesse e impegnative. Il menù del Pier 52 è notevole per la capacità di spaziare da proposte di sana semplicità (come il guazzetto di moscardini con polenta bianca o il prosciutto di Sauris o la tartare di manzo con crema di pane carasau e insalata di porcini) a piatti più complessi come il baccalà mantecato con scaloppa di foie gras e insalata novella all’olio di pomodoro o, sempre fra gli antipasti, il polpo scottato alla plancia con battuto di capperi e acciughe su stracciatella di bufala. I primi piatti sono riccamente indulgenti verso il pesce, a cominciare dagli spaghetti alla chitarra al gambero viola di Gallipoli e crescione di fonte, alla zuppetta di fagioli all’occhio con cozze e calamari, alle linguine con aglio cremoso, olio e peperoncino e ricci di mare. Per accontentare la clientela carnivora, Edi e Pietro hanno inserito in carta piatti di gusto robusto come i tagliolini alla colatura di taleggio e ragù bianco, i bigoli mantecati al pecorino di grotta e pepe con guanciale di cinta senese, il risotto carnaroli alla milanese con sugo d’arrosto, il tortello di brasato al burro con pane raffermo. I secondi piatti sono equamente divisi fra carne e pesce: spiccano fra gli altri il galletto nero di Miroglio arrostito con purea di patate e colatura di fondo bruno (osè, ricorda la cucina dei grand hotel), la fassona piemontese arrostita al pane con cicorini e cipolla rossa. Fra i piatti di pesce, segnaliamo il fritto di paranza con ortaggi in tempura e ostriche crude e la sogliola di Dover, invidia e rapanelli in mantecatura leggera. Una cucina di sapori e croccantezza, quella di Pietro Penna, che non delude e invoglia a tornare. La selezione dei vini, curata personalmente dal patron, è abbastanza unconventional: etichette note e meno note, scelte sulla base di un rapporto qualità-prezzo intelligente. Etichette che non vogliono stupire, ma piuttosto conquistare per la loro qualità. I prezzi di Pier 52 sono abbastanza ragionevoli per Milano, comunque adatti al tono del ristorante, visto che un’esperienza completa si aggira intorno ai 50 euro, bere a parte. www.pier52.it
Via Pier della Francesca 52
20149 Milano
Tel. 02 33600400
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