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mio 4 Si chiama Mio il nuovo “city bar” inaugurato al Park Hyatt Milano. Dopo 12 mesi di lavoro, l’architetto Flaviano Capriotti ha rivoluzionato l’intero piano terra per dare all’area bar una nuova vita, un‘esistenza più centrale e più vivibile non solo per gli ospiti dell’hotel, ma anche per il pubblico milanese, con l’ormai nota impronta nella cucina dello chef Andrea Aprea. Bar e Bistrò allo stesso tempo, Mio è stato concepito per ospitare pranzi di lavoro, aperitivi o turisti di passaggio che possono gustare in un luogo glamour e informale la tradizione gastronomica italiana e la contemporaneità della cucina internazionale. Tre aree circoscrivono l’ambiente: la mio 5sala del banco bar prevede un grande bancone dove gustare ottimi cocktail in piedi o seduti su eleganti sgabelli, un ambiente conviviale che si affaccia sulla zona più privata, la Salamio2 dei legni. Qui la boiserie la fa da padrone, con grandi e comodi divani in tessuto spigato e velluto. Il Bistrò, invece, è caratterizzato da grandi finestre rivolte verso la Galleria Vittorio Emanuele II: prevale il tessuto, dai rivestimenti delle sedute alla carta da parati in puro lino, un arredamento che vuole omaggiare la grande tradizione tessile e artigiana di Milano. Tutti gli arredi, i tessuti e i complementi sono infatti stati realizzati su disegno dell’architetto Flaviano Capriotti in esclusiva per Park Hyatt Milano. L’offerta gastronomica porta la firma del grande chef Andrea Aprea: oltre alla colazione, il Mio propone per pranzo due percorsi che variano ogni due mesi in base alla stagionalità delle materie prime, offrendo i classici piatti italiani accanto a piatti internazionali. Gli “Assaggi”, invece, ramio.1ppresentano la visione personale dello chef Andrea Aprea sull’aperitivio milanese: otto assaggi – o viaggi come ama definirli – cambieranno ogni mio 3mese per sorprendere gli ospiti in una degustazione che combina alla perfezione il rito dell’aperitivio con l’alta cucina. Due chicche finali: il caffè è stato studiato ad hoc per Park Hyatt Milano in collaborazione con Caffè Giordano che ha messo a punto la miscela Santo Domingo Barahona AAA. La qualità del servizio è ben visbile anche dalle divise adottate e disegnate “taylor made” per l’occasione dal sarto Santo Barillà.

© Artù

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