Carlo Pierato (nella foto a fianco) e Ettore Bocchia (nella foto sotto), responsabile di sala ed executive chef del Mistral, a Bellagio, dimostrano concretamente come “sala” e cucina” siano due entità non disgiunte, assolutamente sinergiche, che devono lavorare in perfetta sintonia. Dopo anni di querelle fra supremazia della cucina sulla sala, o viceversa (eredità nozionistica delle vecchie scuole alberghiere e argomento di sterile discussione), Bocchia e Pierato fanno piazza pulita di verbosità inutili e, forti di una solida professionalità, sfidano i luoghi comuni e si mettono totalmente al servizio della “qualità del lavoro”, il valore principale, come ama sottolineare Gordon Ramsay. Ognuno, ovviamente, con le proprie esperienze ed il proprio carattere.
Efficiente, professionale, attento ai dettagli, mai invadente, Pierato garantisce il corretto funzionamento della “macchina”, una volta che i piatti arrivano in sala e il servizio dei vini entra nel vivo. Ettore Bocchia, un numero 1 della ristorazione, lo chef che ha determinato (dopo Gualtiero Marchesi) la “grande svolta” della cucina italiana, provvede con il suo secondo Andrea Arienti e tutta la brigata alla soddisfazione della clientela gourmet del Grand Hotel, di proprietà della famiglia Bucher.
Ettore, vulcanico e geniale, alla ricerca continua del meglio, non ha nulla da dimostrare, se non -per chi ancora non lo conoscesse- la sua ossessiva e colta selezione delle migliori materie prime, anche fossero in capo al mondo, insieme alla sua ben caratterizzata volontà di esprimere, attraverso cotture e tecniche anche innovative, gusti irripetibili. Perché i piatti, diciamocelo, devono essere memorabili.
Efficiente, professionale, attento ai dettagli, mai invadente, Pierato garantisce il corretto funzionamento della “macchina”, una volta che i piatti arrivano in sala e il servizio dei vini entra nel vivo. Ettore Bocchia, un numero 1 della ristorazione, lo chef che ha determinato (dopo Gualtiero Marchesi) la “grande svolta” della cucina italiana, provvede con il suo secondo Andrea Arienti e tutta la brigata alla soddisfazione della clientela gourmet del Grand Hotel, di proprietà della famiglia Bucher.
Ettore, vulcanico e geniale, alla ricerca continua del meglio, non ha nulla da dimostrare, se non -per chi ancora non lo conoscesse- la sua ossessiva e colta selezione delle migliori materie prime, anche fossero in capo al mondo, insieme alla sua ben caratterizzata volontà di esprimere, attraverso cotture e tecniche anche innovative, gusti irripetibili. Perché i piatti, diciamocelo, devono essere memorabili.
© Artù