L’azienda vitivinicola conosciuta nel mondo per il suo Amarone, che ha recentemente ottenuto un grande riconoscimento a Mundus Vini, in Germania, ha aperto le sue porte ad Artù per raccontare in dettaglio la sua filosofia, le sue strategie, i progetti per affrontare i mercati in evoluzione.
La cantina Cesari, importante realtà produttiva, riproduce ogni anno 1.600.000 bottiglie suddivise tra linee “selezione” e “classica”, di cui la consistente percentuale dell’80% è esportata ogni anno in più di 44 paesi. La presenza dell’azienda sui mercati esteri, fra le prime in Valpolicella, ha avuto inizio negli anni Settanta, grazie all’intuito imprenditoriale e alla passione di Franco Cesari che volle arrivare nei cinque continenti fermamente convinto che il suo Amarone potesse competere con i migliori vini rossi italiani e internazionali. I prodotti del marchio iniziarono così una storia di successo nel mondo che continua tuttora, con una forte presenza soprattutto negli Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Svizzera e Austria. In Italia Cesari ha scelto di posizionarsi soprattutto nelle enoteche, nei ristoranti delle grandi città e delle località turistiche. La cantina fondata nel 1936 da Gerardo Cesari è da diversi decenni una SpA dove il figlio Franco è in quota paritaria con Annibale Materossi e Rinaldo Corvi. Con il passare degli anni le nuove generazioni sono entrate in azienda collaborando alla crescita del marchio sia dal punto di vista del prodotto che dell’identità territoriale, senza perdere di vista la sostenibilità, la qualità garantita da quattro certificazioni dei processi di produzione. Ed è stato proprio Franco Cesari, nostra guida d’eccezione, che ha risposto alle nostre domande portandoci, all’inizio dell’autunno, a una visita approfondita di questa realtà. “Oltre a essere il presidente, quindi il responsabile – sostiene all’inizio del nostro incontro – mi rapporto con l’agronomo e i conferitori, interagisco, con l’apporto di mio figlio, con gli enologi, sopraintendo tutti i passaggi in cantina. A conferma di questo, ancora adesso, non si fa un vino senza un mio assaggio! Siamo una società per azioni con una produzione da grandi numeri, ma preferiamo portarla avanti con una conduzione familiare come è consuetudine nella Valpolicella. La nostra strategia è quella di fare il meglio che possiamo nel rispetto delle tradizioni e, al tempo stesso, di stare molto attenti a quello che succede di nuovo”. Franco, perfetto padrone di casa, al nostro arrivo a Cavaion Veronese, ci ha guidato
alla visita della cantina sotterranea, delle diverse sale di affinamento dove si trovano i tonneaux da 30 e 100 ettolitri di rovere di Slavonia e le barrique nuove a bassissima tostatura. In seguito siamo passati in un’altra parte della struttura in cui i vini riposano, a seconda della diversa tipologia del prodotto, almeno sei mesi dopo l’imbottigliamento prima della messa in commercio. La scelta dei tre soci che gestiscono 19 ettari di proprietà e 90 in affitto, è quella di reinvestire ogni anno quasi tutti i profitti dell’azienda, tenendo per loro dividendi piuttosto bassi. In quest’ottica hanno scelto e acquistato nel 2007 un terreno a Fumane, uno dei comuni storici della Valpolicella Classica. “È lì dove vogliamo in futuro – racconta Franco – fare costruire una nuova cantina che raggruppi in un’unica struttura cantina e fruttai. Il progetto impegnativo a livello economico, attende tempi migliori per la sua realizzazione”. Durante la nostra permanenza in azienda, sfogliando la brochure che illustra i vini Cesari, notiamo che la gamma Valpolicella è composta da tre Amaroni Doc, due cru tra cui il Bosan e
uno classico, due ripassi Doc, un Recioto Docg, un Igt da sole uve corvina con breve appassimento dopo la vendemmia, un Valpolicella classico Doc. “I nostri Amaroni hanno una clientela italiana ed estera affezionata allo stile produttivo Cesari – commenta la nostra guida -. Alcuni tra quelli esteri sono gli stessi di 38 anni fa quando ci fu l’esordio sul mercato statunitense!”. In seguito, per permetterci di apprezzare meglio la qualità dei loro vini, Franco ci ha condotto alla cantina di appassimento a San Floriano per la visita ai fruttai. Il paesaggio che scorreva davanti a nostri occhi durante il percorso era un susseguirsi di dolci colline, vigneti impiantati per lo più con la tipica pergoletta veronese. I migliori impianti Cesari, destinati alla produzione dei vini tipici della zona, si trovano soprattutto nei comuni storici Fumane, Sant’Ambrogio, Negrar e San Pietro in Cariano nella zona di Corrubbio di Negarine, da cui provengono le uve del cru Bosan. “Considerati i cambiamenti climatici che si stanno verificando negli ultimi tempi – prosegue il produttore durante il trasferimento fra le due cantine – abbiamo adottato nei nostri vigneti in Valpolicella (dove è consentito dal disciplinare, ndr) un sistema d’irrigazione a goccia a cui, per il nostro modo di vedere le cose, un tempo eravamo contrari. Ci siamo poi resi conto nel 2011 e 2012 che erano fondamentali! In azienda eravamo convinti che non piovesse più, che le temperature normali dell’estate fossero di 36°C. L’aria calda non si raffrescava nemmeno di sera”. Normalmente durante l’invaiatura nei vigneti di proprietà e di quelli in affitto, viene praticata la sfogliatura per consentire al sole di fare maturare perfettamente i grappoli. Nelle annate più calde l’agronomo lascia molte più foglie per proteggere le uve. “Negli ultimi due anni abbiamo scelto di fare a luglio – riprende Franco – indipendente dall’andamento stagionale, il diradamento dei grappoli negli impianti per mantenere il nostro standard qualitativo”. Da Cesari
la vendemmia 2013 è iniziata il 25 di settembre, circa venti giorni dopo gli anni precedenti, visto l’anormalità dell’andamento meteorologico dell’annata. “Nel 2012 era possibile vendemmiare – sostiene poi – si può dire a “occhi chiusi” perché le uve erano sane, quest’anno invece abbiamo dovuto fare una selezione, passare più volte tra i filari, raccogliendo circa il 5% in meno del totale. Secondo il nostro modo di vedere preferiamo comunque produrre meno ma avere sempre un’assoluta qualità! I grappoli durante la raccolta manuale vengono adagiati senza sovrapporli in cassette basse che contengono al massimo sei chilogrammi d’uva”. Al nostro arrivo nell’edificio di San Floriano abbiamo trovato diverse file di cassette impilate con spazi tra di loro per permettere una migliore areazione e il passaggio per il controllo durante la permanenza delle uve nel fruttaio che dura dai quattro ai cinque mesi. Un impianto sofisticato permette di mantenere il controllo del livello di umidità, di ventilazione dei locali per garantire uno stato sanitario perfetto dei grappoli di corvina e rondinella durante l’appassimento che deve essere il più lungo, il più lento possibile per mantenere intatta l’integrità del frutto. Rientrati a Cavaion Veronese, Franco ha predisposto per noi una degustazione di due etichette della gamma produttiva. Il primo vino che abbiamo assaggiato è stato il cru Lugana Cento Filari 2012 ottenuto da vigneti di Turbiana con un 5% di Chardonnay, situati nella zona tipica tra Pozzolengo e Peschiera a sud del Lago di Garda. Il naso intenso, floreale, fruttato era seguito al palato da una buona freschezza, accenni di sapidità e retrogusto persistente. Il vino successivo è stato l’Amarone Bosan 2005 al suo debutto sul mercato. I profumi complessi di frutta rossa e nera si stemperavano con le spezie, il cioccolato. In bocca era di corpo, morbido, con tannini smussati, elegante, giovanissimo. La sua degustazione è stata comunque estremamente piacevole, quasi emozionale. Un grande vino che ha da poco conquistato nel mese di
ottobre in Germania, a Mundus Vini, il titolo prestigioso di miglior Amarone del 2013. Il premio assegnato riconosce la qualità del lavoro che la Gerardo Cesari porta avanti da molti anni nella produzione enologica della Valpolicella. Chiediamo a Franco, prima di salutarci, cosa rappresenta per lui e per l’azienda l’Amarone Bosan, punta di diamante della loro produzione. “È il nostro bimbo, è parte della vita della nostra azienda! – risponde -. Ho scelto personalmente i nomi di tutti i nostri vini perché sono convinto che ognuno debba averne uno. Gli ordini che arrivano in azienda mi danno ragione perché richiedono il Bosan, semplicemente. È la nostra perla, il nostro gioiello e siamo felicissimi perché diventerà, con l’annata 2008, solamente riserva”. Ripartiamo dall’azienda, certi che il tempo passato con il suo presidente sia stato un momento speciale. Produttore appassionato di vini della Valpolicella, persona di grande cultura, competenza, è un vero brand ambassador.
Giovanna Moldenhauer
© Artù
Di sicuro, è una buona raccomandazione! Questa cantina produce vini squisiti.