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L’approssimarsi del 2015 si sta già facendo notare parecchio, a Milano. In questi mesi, infatti, nel capoluogo lombardo si pensa, si progetta, si costruisce, si inaugura… . In particolare, nuovi hotel e ristoranti realizzati con un occhio di riguardo alle esigenze e alle opportunità che faranno da contorno all’Expo2015.

Tra questi progetti diventati realtà, rientra il Ristorante Michelangelo. La sua è una posizione a dir poco strategica: affacciato sulle piste dell’Aeroporto di Milano Linate, è pensato sia per chi parte e arriva, sia per chi desidera uscire dai confini più stretti della città per pranzare e/o cenare in un luogo elegante, luminoso e – appunto – con una vista privilegiata sul via vai degli aerei. Inutile negarlo: mangiare guardando gli aerei decollare, Michelangelo linateatterra e percorrere le piste è il sogno di molti bambini, e probabilmente anche di altrettanti adulti. Oltre a questa insolita scenografia, il Michelangelo offre un ambiente rilassante, lontano dalla confusione di luci e di voci che spesso caratterizzano le aerostazioni: alcune pareti sono state pensate per ospitare collezioni e mostre di quadri che cambieranno periodicamente dando così un aspetto sempre nuovo al locale; una grande vetrata permette di osservare il lavoro di chi è ai fornelli, e sembra anch’essa un grande quadro vivente grazie alla cornice cha la circonda; i tavoli – tutti diversi – sono ben distanziati l’uno dall’altro, particolare che appunto facilita il relax e la possibilità di godersi una pausa rigenerante all’insegna del gusto, in tutte le sue accezioni. In altre parole, avete presente l’atmosfera pesante, rumorosa e spesso stancante di molti locali che corredano aeroporti e/o stazioni? Al Michelangelo è esattamente l’opposto. A tutto ciò si aggiunge la carta vincente, ovvero la cucina. Sulla quale sovraintende come Chef Executive Michelangelo Citino che, prima di prestare il suo nome e la sua opera a MyChef Emotion (divisione del gruppo MyChef, guidato egregiamente da Sergio Castelli, per curare le attività di ristorazione di eccellenza e Gambero rosso con panna acidain luoghi di prestigio), ha lavorato tra l’altro nei ristoranti di grandi hotel tra cui il Principe di Savoia e il Park Hyatt di Milano. Oltre ad avere nel curriculum una collaborazione all’estero al seguito di Alain Ducasse e, a Milano, l’importante esperienza del ristorante della Triennale. Per questo locale/biglietto da visita dell’Italia, Citino ha scelto una cucina improntata sui piatti della tradizione arricchiti dal suo tocco personale, affidandone poi l’esecuzione al giovanissimo – 28 anni -, ma già ben rodato, chef Andrea Iudica. Ovviamente, il Michelangelo – che si trova sopra l’area partenze ed è raggiungibile sia via scala sia via ascensore – è stato pensato in primo luogo per i viaggiatori: quelli che arrivano in aeroporto con largo anticipo rispetto al decollo, oppure si trovano a dover far fronte a un ritardo del proprio volo, o ancora semplicemente vogliano partire con lo stomaco piacevolmente accudito. Ecco così che, per coloro che hanno poco tempo ma non vogliono accontentarsi di un panino, un Gnocco croccante con ragù bianco e funghitoast o un trancio di pizza, la carta del Michelangelo prevede il “Piatto unico della settimana”, servito in meno di dieci minuti e al prezzo di 16 euro; chi ama la carne, al costo di 20 euro può invece ordinare “Il nostro hamburger”, ovvero 180 gr di manzo più uovo, speck, pomodoro e insalata, il tutto servito con misticanza; chi invece ha un’ora di tempo può pranzare con il “Menu del giorno”, ovvero tre piatti proposti da Andrea Iudica, al costo di 26 euro. La sera (ma anche a pranzo, se non si ha fretta) la carta prevede tre menu degustazione rispettivamente a 39, 45, e 59 euro. Oppure, la scelta tra diversi piatti che cambiano in base alla stagione. Tra gli antipasti (prezzo dai 10 ai 18 euro) citiamo l’uovo croccante cotto a bassa temperatura, con asparagi bianchi, uova di trota e rafano, il crudo e crudo, ovvero prosciutto crudo accompagnato da verdure anch’esse crude, il gambero rosso marinato, panna acida, olio al finocchietto e granita al mojito. Tra i primi (dai 9 ai 18 euro), la fregola al pomodoro con burrata e origano, lo gnocco croccante con ragù bianco, funghi e anice stellato, il riso mantecato allo zafferano, midollo e vino rosso; tra i secondi (dai 15 ai 28 euro), il salmerino in saor, la costoletta milanese con pomodoro tigres e scalogno crudo, il tomino arrosto con terrina di verdure e yogurt salato alla paprika dolce. Il tutto, per chi lo desidera, accompagnato dai vini, spumanti e champagne che fanno bella mostra di sé nella cantina. Anch’essa, e non è un caso, rigorosamente a vista.

Fiorenza Auriemma

 © Artù

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