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Una stazione ferroviaria è per sua natura luogo-non-luogo. E quella Centrale di Milano non fa certo eccezione, nonostante il recente recupero che l’ha resa un centro commerciale a tutti gli effetti. Da qualche settimana, però, nel grande atrio che fronteggia i binari, ha aperto i battenti Bistrot Milano Centrale: un mix tra luogo di ristoro, di vendita e di accoglienza che si ispira ai mercati coperti di alcune città tra cui Londra e Barcellona. I passeggeri in transito – ma non solo – qui possono scegliere, sedersi e mangiare un trancio di pizza, un primo, un risotto al salto, un cartoccio di patatine tagliate e fritte al momento, una manciata di “mondeghili” (le polpette milanesi), alici e/o verdure fritte, un piatto di salumi, una macedonia, accompagnando il tutto con un calice di vino o anche solo un bicchiere di “acqua del sindaco” offerto da un rubinetto che attinge direttamente all’acquedotto cittadino. Oppure possono bere al bancone un caffè, un tè, una tisana, un frullato, un centrifugato o una birra. Il tutto a prezzi contenuti (per il caffè, ad esempio, bastano 80 centesimi, per un trancio di pizza margherita 4 euro). E anche acquistare alcuni prodotti – cioccolato, pasta, biscotti ecc. – esposti negli scaffali, così come quelli offerti nel bancone della gastronomia. Insomma, niente e tanto di nuovo al tempo stesso. Perchè questa operazione – che porta l’autorevole firma di Autogrill e può ospitare 150 persone sedute e già ha un giro quotidiano di 1400/1500 persone – è stata pensata, studiata e realizzata con la collaborazione dell’Università degli Studi delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Questo alla scopo di rendere quella che una volta era la triste sala d’aspetto di terza classe un “luogo sostenibile”, nonchè una moderna, spaziosa e al tempo stesso antica “casa da viaggio”. Come? Optando per materie prime di piccoli produttori e del territorio, come ad esempio Marco D’Oggiono (Lecco) per i salumi, Il Bocasso di Ruino (Pavia) per i formaggi, C’era una Torta di Seregno (MB) per i dolci ecc. . E poi offrendo pane e pizze a base di impasti preparati sul posto con lievito madre, oltre a pasta fresca all’uovo anch’essa realizzata direttamente nel laboratorio del Bistrot e cucinata espresso. Insomma, dopo una rapida occhiata e un veloce assaggio, viene subito da pensare che questo Bistrot – oltre a rendere meno noiose le attese dei viaggiatori – possa diventare presto anche un luogo di aggregazione per chi passa dalle parti della Stazione Centrale e/o per chi lavora vicino. Anche perchè l’orario è tra i più “comodi” che si possano immaginare: dalle 5.30 del mattino alle 22 di sera. Ancora qualche parola sugli arredi, realizzati con materiale riciclato (bancali dismessi, parquet di abitazioni con vecchi sacchi di juta, pannelli di scaglie di legno di scarti di lavorazione ecc.), e sulla tecnologia, che al giorno d’ogginon può mancare: i clienti hanno a disposzione dieci iPad wifi, prese di corrente per ricaricare cellulari e portatilie due tabelloni per restare informati in tempo reale su arrivi e partenze dei treni. Infine, una chicca che avrebbe reso sicuramente felice Eduardo De Filippo: nella Caffetteria è presente in bella vista anche la cuccumella, ovvero l’antenata della moka. Per chi volesse gustare un caffè alla napoletana guardando il via vai di chi parte e di chi arriva da e nella grande Milano. (Fiorenza Auriemma)

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