Via Marconi 104
25036 Palazzolo sull’Oglio (Bs)
030 7401899
www.osteriadellavilletta.it
“Nell’era globale conta sempre più il particolare”, dice Maurizio Rossi, patron della Villetta (a Palazzolo sull’Oglio, fra Brescia e Bergamo), rivolgendosi a un cliente seduto ad un tavolo della sua rustica, autentica “Osteria”. Un luogo storico, questo, che aprì i battenti centododici anni fa, nel 1900 (ma i nonni di Maurizio erano già osti consolidati dal 1878): per certi versi, nonostante il secolo e più, l’Osteria della Villetta è rimasta uguale, identica, fedele a se stessa. In realtà, c’è stata una evoluzione lenta, continua e progressiva che ha portato questa trattoria “vera” ad essere una delle mete più ambite del mangiare e bere bene. La rivista internazionale Monocle, diretta da Tyler Brule, ha inserito nel numero di febbraio scorso l’Osteria della famiglia Rossi all’interno dello “Charming Index”, una sezione che segnala luoghi, persone e situazioni che esprimono charme a 360 gradi: un grande onore per Maurizio e Grazia, ma anche per il piccolo Jacopo, dodicenne, che comincia ad apprezzare gusti, profumi e sapori di una delle migliori cucine italiane. “Gli ingredienti della Villetta sono tutti veramente ingredienti locali”, sussurra orgoglioso Maurizio a un tavolo di gourmet stranieri che, Michelin alla mano, hanno raggiunto comodamente (l’uscita dell’autostrada Milano-Venezia è a 3 chilometri) “l’antica osteria vicina alla stazione”, come recita la guida rossa che premia il locale con una (sola!) forchettina. Siamo alla quarta generazione di comando della cucina: un repertorio semplice, ma di gusto superlativo, fa di questi piatti apparentemente normali dei piatti molto ricercati, innanzitutto perché quasi nessuno è più in grado di interpretarli correttamente e di utilizzare le materie prime giuste. Assaggio, per cominciare, un persico del lago d’Iseo, che esprime equilibrio di gusto e sapidità intrigante. Poi mi lascio sedurre dalla lasagna (vista su un tavolo vicino, occupato da un manager che si occupa di posizionare una marca di pomodori pelati sui mercati esteri e che, di passaggio dalla Franciacorta, non ha rinunciato ai piaceri del palato). “La” lasagna, avrebbe detto Gino Veronelli assaggiando questo piatto perfetto, in cui la pasta sottile si accompagna ad un ragù di pancia di manzo, mantecato con fonduta di grana padano 30 mesi (prodotto a Chiari, nella bassa bresciana, dal Caseificio San Giovanni): una meraviglia. Poi, insaziabile, ordino quel mirabolante “tris” (mi si passi il termine anni Settanta), composto da guanciale-polpetta-involtino di verza. Un piatto ottimo, storico per la Villetta, in cui la verza scottata, il ripieno di coppa di maiale fresca, la lonza, il porro, il formaggio e le spezie si uniscono per soddisfare e placare le ansie gustative dei viandanti gourmet. In carta (anzi, in lavagna) si legge anche: stoccafisso in umido, lingua di vitello con giardiniera, orzo con verdure, frattaglie di vitello, pesce di lago, manzo all’olio, bolliti misti (cotechino-testina-lingua-guanciale). La torta di mele, in chiusura, ha i sapori dimenticati della qualità degli ingredienti. All’uscita, vi verrà presentato un conto commovente, sotto i 35 euro per un’esperienza memorabile, resa ancor più interessante dalla portentosa presenza del meglio di Franciacorta e resto d’Italia. Veniteci e fermatevi, nessuno vi caccerà neppure a locale ormai vuoto. “Ce la prendiamo comoda, dice Maurizio, perché vogliamo durare a lungo”! (APS)